L’ “AGGRESSIONE IRANIANA A ISRAELE” COLOSSALE FAKE NEWS DI SISTEMA. ECCO PERCHE’.

A droni e missili a terra, e ad ufficiale annuncio iraniano che “la cosa finisce qui”, l’analisi del nostro direttore Lorenzo Valloreja mi sembra confermata in pieno, alla faccia di tutti gli strombazzamenti sull’ “esplosione della crisi medio orientale”, sul “mondo col fiato sospeso” e altre amenità del genere.

Il 99% degli ordigni (missili, e droni più o meno suicidi) sono stati intercettati dai sofisticatissimi mezzi antiaerei con la stella di David, i danni sono stati esclusivamente a una base militare (vittime zero). Altro che le undici del primo aprile a Damasco.

Assai più danni, e dolore umano, produssero tra il 1944 e 1945 le V1 e V2 (progenitrici di qualunque missile successivo) che la Germania lanciò con guida direzionale ovviamente approssimativa, sull’ Inghilterra nella disperata quanto vana speranza di rovesciare le sorti del conflitto.

La velocità (evidentemente a freno tirato) dei droni è stata paragonabile poco più che a quella di un buon elicottero da combattimento: praticamente impossibile non abbatterli se non a causa dell’appisolamento di qualche sergente dinanzi a un monitor. Sui cieli irakeni li hanno visti passare calmi calmi come dei droni con videocamera (quelli da comprare a Media world o Euronics). Gli americani si sono precipitati a fiancheggiare gli israeliani con le loro forze aeronavali disponibili nell’area, tutto sommato a sproposito e forse anche loro “ad pompam”: evidentemente, non hanno carburante da lesinare.

Mi sembra molto più concreto il sequestro di un grosso portacontainer a mano iraniana al largo della costa emiratina, con una bella azione cinematografica calandosi degli incursori da un elicottero con una fune. Ma per tutto il resto, gli houthi avrebbero fatto forse di meglio.

Se una vera vittima di questa levata di orgoglio dimostrativa di Teheran dopo l’azione isrealiana sulla sua ambasciata in Siria vi è, mi pare sia il bilancio iraniano militare, con tutta quella roba volante sprecata e che in Ucraina avrebbe trovato molto più micidiale utilizzo (senza freno tirato), stante anche l’attuale debolezza della contraerea di Zelensky.

La stampa main stream, però, fa finta di non capire e asseconda la narrazione israelo-atlantista per cui le veline, fino a ieri un po’ più eccitate, dicevano: “ Israele afferma che  ribatterà colpo su colpo alle aggressioni iraniane”. Tutti i proconsoli euroatlantisti si affannano a condannare Teheran (evidentemente priva della licenza di uccidere ma che dovrebbe solo e comunque subire). Addirittura l’ineffabile Macron ha parlato di “reazione iraniana sproporzionata” (in effetti, i botti non erano autorizzati da nessun prefetto sindaco della Republique ).  

Ecco servita e coperta a livello di opinione pubblica (forse esagero) la escalation. D’altronde e infatti, gli stessi israeliani sembrano, in un sussulto di buon senso se non altro per le pressioni americane, non avere alcuna fretta di una controritorsione.

Ma il problema è appunto, non tanto il dipanarsi degli eventi militari in questo caso al limite della fittizietà ma la logica narrativa della informazione di sistema: “ferma condanna dell’ aggressione iraniana a Israele”, “raccomandazione di non innescare una escalation” rimessa al buon cuore dei pacifici governanti israelo-sionisti, e così cantando in coro.

Si dimentica o meglio si finge di dimenticare, il criminale atto terroristico dell’attacco a un’ ambasciata iraniana sul territorio di un altro stato sovrano (la Siria) che secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha provocato a Damasco la morte di ben otto iraniani, due siriani e un libanese. I pasdaran iraniani erano legittimamente presenti nella loro ambasciata a Damasco;  e solo questo killeraggio e non certo una improvvisa volontà di potenza iraniana, ha provocato l’ “aggressione” simile a mio modo soggettivo di vedere più a un imponente mai visto e, certamente, pericoloso fuoco di artificio, che a una reale offensiva aeromissilistica .

Ecco un chiaro esempio di “fake news” (per nulla russa) ovvero di “tentativo di influenzare le opinioni pubbliche occidentali” però con tanto di bollinatura: evidentissimo, scandaloso, e sfacciato. Fin a quando non si uscirà fuori da queste logiche perverse di un cosiddetto Occidente autoreferenziale e unilaterale, distorsive della realtà fattuale oltre che durature dal 1948, come vogliamo che si arrivi a una pace in Medio Oriente?

A. Martino

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