IN VINO O IN VERITAS?

Chi scrive, molti anni fa, fu sedotto da uomini, ideologie e simboli molto cari ai militi del famigerato battaglione ucraino “Azov”. Poi col tempo certe mie convinzioni vennero messe da parte rimanendo comunque un anticomunista viscerale e un filoatlantista duro e puro. In pratica vedevo il mondo con due paraocchi ideologici che mi impedivano di percepire il Mondo reale a 360°.

In seguito, grazie a Dio, fui “fulminato” sulla proverbiale Via di Damasco e come accadde a S.Paolo mi caddero le cosiddette scaglie dagli occhi. E in seguito a ciò iniziai a vedere il Mondo, appunto, con occhi diversi. Soprattutto fui in grado di discernere con più precisione il Male dal Bene e la Verità dalla Menzogna poiché non più ingabbiato da sovrastrutture ideologiche e culturali, come abbiamo visto prima.

Quando nel 2014 scoppiò la guerra civile tra lo stato ucraino e le truppe separatiste del Donbass il Mondo si divise in due, esattamente come accadde nel secolo scorso in seguito alla guerra civile spagnola. E allora come oggi uomini provenienti da vari paesi si arruolarono volontari per combattere con l’una o con l’altra fazione.

Così, a pochi mesi dall’inizio delle ostilità in Ucraina, mi capitò di leggere su un quotidiano la vicenda di un imprenditore del nord Italia che decise di lasciare tutto per arruolarsi con le truppe di Kiev. Le ragioni di questa scelta furono puramente ideologiche. Infatti l’imprenditore in questione si definiva di estrema destra, anticomunista convinto e in virtù di ciò sarebbe andato a dare manforte ai “camerati” ucraini. Perché ormai ritengo non sia un mistero per nessuno il fatto che le ostilità iniziate nel 2014 furono innescate da formazioni neonaziste ucraine, abbondantemente foraggiate dal sedicente “Occidente democratico”.

Ebbene le ragioni che mossero il “camerata” ad arruolarsi in Ucraina mi lasciarono fin da subito alquanto perplesso. Soprattutto le motivazioni mi sembrarono oltremodo anacronistiche. Poiché l’URRS non esisteva più da decenni. La Federazione Russa, pur non rinnegando il proprio recente passato, non aveva più niente a che vedere con l’ex Unione Sovietica. Un esempio per tutti: i cristiani, ghettizzati, perseguitati e massacrati per quasi un secolo, uscirono dalle catacombe e tornarono alla luce illuminando tutto il popolo russo. Lo stesso leader Vladimir Putin professa pubblicamente la propria fede cristiana.

Poi, il 24 Febbraio del 2022, lo stesso Putin diede il via alla cosiddetta Operazione Militare Speciale e anche in questa occasione mi imbattei in personaggi con le idee alquanto confuse.

Infatti il sottoscritto, all’interno di un noto social, faceva parte di un gruppo dedicato al Cattolicesimo tradizionale. Non nego che fondamentalmente tutti gli appartenenti a questo gruppo fossero orientati a “destra” (se ha ancora un senso questa parola). Tra gli appartenenti vi era anche un grande estimatore del defunto Benedetto XVI. Ebbene anche costui, all’indomani del 24 Febbraio del 2022, si schierò immediatamente con il pupazzo angloamericano Zelensky in funzione anticomunista, al grido di “Slava Ucraina!”. Purtroppo per lui la maggior parte del gruppo si schierò con la Russia e questo fatto gli risultò a dir poco incomprensibile poiché, come abbiamo visto prima, chi fosse di destra e anticomunista dovrebbe automaticamente avversare la Russia a priori. Senza se e senza ma. E quando gli scrissi pacatamente il perché un cristiano, pur cattolico, non poteva assolutamente sostenere Zelensky & Co. fui “bloccato” senza tanti complimenti. In sintesi gli avevo fatto notare la contraddizione di come non si può essere “ratzingeriano” DOC e contemporaneamente appoggiare un Paese sostenuto proprio da quelle élite che hanno sempre avversato Benedetto XVI fin dalla sua elezione a Papa.

Quello che voglio ribadire è che la Fede Cristiana non ha niente a che vedere con le ideologie o gli schemi mentali predefiniti.

Infatti a tal proposito vorrei evidenziare il titolo di un articolo vergato da Camillo Langone su “Il Foglio” del 16 Aprile. Il titolo in questione recita:”Tra Iran e Israele un cristiano deve stare dalla parte di chi beve vino”.

Appena ho letto ciò ho strabuzzato gli occhi poiché il nostro giornalista è evidentemente incappato in uno schema mentale che purtroppo affligge tanti cattolici. E questo schema, ahinoi, è stato agevolato proprio dal sopramenzionato papa Ratzinger e dal suo predecessore Giovanni Paolo II. Essi affermarono più volte che gli ebrei, rispetto ai cristiani, fossero alla stregua di fratelli maggiori. E sull’argomento scrissi tempo fa un articolo approfondito (https://www.lortis.it/archives/10056#more-100 56) nel quale mi chiedevo se realmente tale parallelismo fosse lecito o verosimile. La risposta che mi diedi, e che mi dò tuttora, è che se andiamo a rileggere tutte le pagine del Vecchio e del Nuovo Testamento salterà all’occhio il fatto che i cosiddetti Fratelli Maggiori ne escano regolarmente con le ossa rotte rispetto ai Fratelli Minori.

Quindi ritengo sia azzardato pensare che il cristiano debba condividere a priori tutto ciò che facciano o dicano gli ebrei. Considerando anche il fatto che gli ebrei non riconoscono in Cristo il Figlio di Dio. E questo mi sembra già un abisso incolmabile tra noi e loro.

Ma poi c’è un altro fatto fondamentale. Se Nostro Signore Gesù Cristo ha affermato:”Io sono la Via, la Verità e la Vita!” vuol dire che il cristiano deve stare nella Verità a prescindere, anche se tutto il Mondo dovesse negarla. E che in Palestina si stia consumando una seconda Strage degli Innocenti, a 2000 anni di distanza dalla prima, è un dato di fatto. 

Però prima di procedere mi sembra doveroso precisare che riguardo al popolo ebraico non si può fare di tutta un’erba un fascio. Infatti coloro che stanno portando avanti e sostenendo il genocidio in atto sono sionisti. Ma come non tutti gli ebrei sono sionisti, non tutti i sionisti sono ebrei. E il sionismo non è altro che la presunta superiorità di un popolo rispetto ad un altro popolo. Però se il popolo sedicente superiore sventola la bandiera con la croce uncinata viene condannato unanimamente dal mondo. Se invece la bandiera in questione porta la stella di David il mondo sopracitato approva silente e si inchina.

Quindi par di capire che Langone si produca in un’equazione molto semplice. E che cioè il cristiano, in quanto tale, non può non schierarsi con i cosiddetti Fratelli Maggiori mentre contestualmente dovrebbe avversare l’Iran islamico a priori. Però il giornalista de “Il Foglio” dimentica, o finge di dimenticare, due cose fondamentali. La prima è che Israele in Palestina sta mettendo in atto un vero e proprio genocidio, come detto prima. E in secondo luogo l’Iran, con un attacco più che altro dimostrativo, ha bersagliato Israele con i droni a seguito di un gravissimo atto perpetrato proprio da Israele in territorio siriano. Infatti viene dimenticato spesso dal mainstream che il 1 Aprile degli aerei con la stella di David hanno bombardato l’ambasciata iraniana situata a Damasco. Dimostrando così un totale disprezzo per le regole internazionali. Poiché con questo atto gli israeliani hanno calpestato le più elementari leggi diplomatiche. Sia nei confronti dell’Iran che della Siria. E mi sembra sia sotto gli occhi di tutti che lo Stato di Israele si sia trasformato in un vero e proprio fuorilegge internazionale inpunito e, a quanto pare, impunibile. Forte dell’atavico senso di colpa che affligge il mondo occidentale nei confronti degli ebrei. Ma come detto prima il cristiano deve stare nella Verità a qualsiasi costo. Quindi mi dispiace per Camillo Langone ma il sottoscritto, invece di stare dalla parte di chi beve vino, preferisce stare dalla parte di chi ha il prepuzio intatto…

Alessio Paolo Morrone 

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