CON L’INCAPRETTAMENTO DELLA POLIZIA DI MIAMI AI DANNI DI UN NOSTRO CONNAZIONALE, GLI USA SI CONFERMANO STATO TRAI PIU’ VIOLENTI E ILLIBERALI DEL MONDO.

Non mi importa assolutamente nulla di che cosa Matteo Falcinelli abbia combinato o non a Miami, di cosa sia responsabile, ammesso che di qualcosa alla fine un tribunale degli Stati Uniti d’America lo ritenga responsabile.

Non mi importa di trovare una qualche giustificazione per i suoi aguzzini, esercizio sicuramente arduo per chi, desideroso di “law and order” per quietamente vivere il suo Nulla da bravo cittadino di una democrazia “occidentale e liberaldemocratica”, ritiene ahimè di dover essere “sempre dalla parte delle forze dell’ordine”, persino di quelle di Miami (Florida).

Ma mi importa segnalare la spaventosa tranquillità di quei torturatori, così cretini da farsi riprendere dalle loro bodycam. La ferocia di quella gentaglia col distintivo è talmente gratuita, sproporzionata e spropositata, da far apparire l’incatenamento di Ilaria Salis misura straordinariamente blanda; e patetico il perdere tempo a ragionare su tanta stupidità (ma avete visto la faccia di un poliziotto americano medio, o sono obesi perché sfogano le loro frustrazioni sul cibo quando non hanno da rompere le ossa a qualcuno o longinei e dallo sguardo falsamente solare, troppo di buon umore, del cocainomane).

E avete soprattutto visto almeno due o tre delle centinaia di film ed episodi di fiction (americani, mica russi o iraniani) sulla polizia a stelle e strisce violenta e corrotta fino al midollo osseo? Credete che tutto sia pure e semplici fantasie degli sceneggiatori?

Non mi pento affatto e sono orgoglioso di aver scritto il pezzo di alcuni giorni fa sulla repressione nelle università americane, che pure a noi de L’Ortis è costato un “sempre più ridicoli” sulla pagina Facebook, da parte di uno zelante e convinto dipendente di questo stato vassallo degli USA. That’s America, boys!

Fosse per me, abbatterei quel colosso di bronzo luciferino su un’isoletta al largo di New York detto “statua della libertà” e vi realizzerei un supermarket, assai più rappresentativo.

A. Martino

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