DECIMA!

La Prima flottiglia MAS (acronimo che racchiude non solo il motto dannunziano Memento audere semper ma anche quello di “motoaerosiluranti” vale a dire i famosi barchini da incursione navale) assunse l’aggettivo numerale ordinale Decima nel 1941, in omaggio e ispirazione alla Legione Decima (X) unità prediletta da Caio Giulio Cesare e che pure nei successivi secoli della gloria militare romana mantenne un particolare prestigio.

L’unità, dopo inizi valorosi ma di scarsa concretezza e fortuna, iniziò a essere una bestia nera per la marina britannica nel Mediterraneo e conobbe una vera e propria gloria regalando uno sprazzo di ottimismo e orgoglio in una guerra con tanto disfattismo e pessimismo, quando negli ultimi giorni del 1941 nel porto di Alessandria di Egitto, con i soliti mezzi apparentemente minimali, un suo commando riuscì ad affondare ben due corazzate della Royal Navy e anche una petroliera.

«…Sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l’equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell’Asse.» Lo affermò non Benito Mussolini o magari la propaganda nazista, ma Winston Churchill.

L’armistizio dell’otto settembre 1943 colse la X MAS attivissima e motivata, preparante peraltro una incursione nella baia dell’ Hudson e considerante anche l’attacco di incursori a un grattacielo di New York. Dopo giorni di riflessione e non senza essersi guardato in cagnesco con i tedeschi nella base di La Spezia che seppero tenersi a debita distanza, il comandante principe Junio Valerio Borghese, optò per l’inserimento nelle forze armate della Repubblica sociale italiana pur lasciando liberi i suoi uomini di diversa opzione: meno della metà lo seguì. E nel cosiddetto Regno del Sud si diede vita a una X MAS “realista” peraltro impegnata sottobanco a mai affrontarsi con la consorella rimasta fedele all’Asse.

In questa seconda fase della guerra, la moderna Decima operò più come fanteria di marina che come incursori, distinguendosi ad Anzio e contro i partigiani titini sul fronte orientale.

Il principe Borghese si trovò al centro di velleità di riscossa della Destra radicale italiana culminate con un discusso quanto abortito progetto di colpo di stato nel 1970.

La X MAS è tuttora un simbolo identitario e di radicamento ideale dell’area ideologica e culturale suddetta, anzi in questi anni è, con quella strana proporzionalità del furore antifascista relativamente all’ allontanarsi dei fatti nel tempo (classica dinamica woke) spesso al centro di polemiche. Basti pensare all’episodio (a suo tempo da noi riportato) della maglietta di Enrico Montesano in un programma RAI, e in questi giorni, al divertente pingpong di propaganda elettorale del generale Vannacci fra X MAS (allusa) e X Legio (ufficialmente richiamata).

Il Comsubin (Comando subacquei e incursori Teseo Tesei) della Marina Militare rivendica la continuità storica con la X MAS, e a ogni parata il suo grido di battaglia è (o era) “Decima!”. Questo anno il grido di battaglia è stato formalmente vietato, ma dopo la parata sui Fori Imperiali, ritirandosi ancora inquadrati, i nostri incursori di marina hanno lasciato cadere dinanzi all’ Altare della patria alcune rose rosse.

Una rosa rossa tra i denti di un teschio, era l’emblema della X MAS.

A. Martino

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