LA VON DER LEYEN E MACRON SONO CONVINTI DI AVERE ANCORA IL BOCCINO IN MANO, MA NON È COSÌ E SE NE ACCORGERANNO BEN PRESTO …

È incredibile come la classe dirigente italiana ed europea, in particolare, sia così autoreferenziale e chiusa nella propria “Torre d’Avorio”.

La democrazia trova la propria legittimazione attraverso il consenso elettorale e, se la gente non va a votare, cioè se l’affluenza scende sotto la soglia del 50%, vuol dire che la maggioranza del popolo non ha più fiducia nell’istituzione che chiama al voto. In altre parole, non crede più in essa e non le riconosce né autorevolezza né autorità.

In altri termini, non è solo la crisi di quel sistema, ma è la fine stessa del medesimo.

Persino le dittature hanno bisogno del consenso popolare, altrimenti, il dittatore, prima o poi, sarà eliminato con la violenza. Figuriamoci, dunque, le democrazie.

Ora, se alle elezioni europee, in 16 nazioni su 27 facenti parte dell’Unione, la gente non si è recata alle urne, nei casi migliori, come in Irlanda, per il 51% degli aventi diritto, con defezioni che hanno raggiunto anche il 78% del corpo elettorale, come in Ungheria, come si fa bellamente a gridare vittoria?

Allo stesso modo, se in un’ottica complessiva si sostiene che l’autorevolezza dell’UE è salvata dal fatto che a votare, in tutto il continente, si sia recato il 51% del corpo elettorale, come non ci si può rendere conto che di questo 51%, più del 20% degli eurodeputati eletti è fortemente critico verso questa Europa?

In altri termini, la “Maggioranza Ursula”, ad andare bene, anche se gli si volesse dare il beneficio dell’affluenza continentale, non sarebbe sostenuta che dal 40% degli aventi diritto. Quindi, come può la von der Leyen sostenere che bisogna continuare a:

  • Supportare militarmente l’Ucraina?
  • Innovare forzatamente l’Europa verso una utopica transizione green?
  • Conferire sempre più diritti alla comunità LGBT?

Semplice, perché lei, come certi giornalisti italiani, se ne frega altamente del volere degli elettori.

Beppe Severgnini, ad esempio, editorialista del Corriere della Sera, è uno di questi e durante il talk show della Gruber, “Otto e Mezzo”, ha avuto il barbaro coraggio di sostenere che: “le guerre a Gaza e in Europa hanno pesato relativamente poco sul voto non solo in Italia ma anche in Francia e Germania, tant’è che il risultato tedesco e francese non è dipeso assolutamente dall’atteggiamento di Scholz e Macron verso la guerra, o meglio, da quanto sia stato detto o non detto, fatto o non fatto, circa la guerra in Ucraina”.

Ora, questa affermazione è tanto più grave nella propria falsità quanto più è stata fatta da un uomo colto e intelligente come Severgnini, il quale l’ha rilasciata in modo fraudolento al solo fine di convincere quanti non abbiano gli strumenti per comprendere la realtà dei fatti, e quindi gabbarli.

La gente ha paura della guerra ed è stufa di vedere tutti quei morti e tanto più il Governo in carica è stato fattivamente guerrafondaio, tanto più l’elettorato l’ha punito.

Ecco perché Macron si è dovuto accontentare solo del 15% dei voti, perché la sua volontà di inviare le truppe francesi a sostegno dell’Ucraina si è scontrata violentemente con il pacifismo della stragrande maggioranza dei francesi.

Anche il successo dell’AFD in Germania ha a che vedere con la guerra, non quella in Ucraina, ma, quella in Palestina, si.

In questi giorni, infatti, si è molto dibattuto sul fatto che a votare l’Alternative für Deutschland siano stati i giovani e, in maniera subdola e dolosa, ci si è affrettati a descrivere questi giovani come dei naziskin senza tener presente che in Germania la maggioranza dei giovani sono di etnia turca, siriana, afghana, irachena, bosniaca ed iraniana: tutte popolazioni musulmane, che hanno in odio i diritti LGBT e lo Stato di Israele, realtà, quest’ultima, fortemente supportata dall’attuale classe dirigente tedesca e che, a seguito degli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre scorso, ha iniziato a martellare ininterrottamente, fino ai giorni nostri, l’intera Striscia di Gaza, causando, in questa, più di 23 mila morti.

Ora, questi giovani, in occasione delle elezioni europee, non hanno avuto nessuna remora nel votare quella o quelle forze che erano il più lontane possibile sia da una posizione pro-Israele che pro-diritti LGBT, e così sono tornate a scegliere quel mondo che fu scelto, prima di loro, per le medesime ragioni, anche dai loro nonni.

Quindi, qual è la morale della favola?

Che più i “Riformisti Europei” si allontaneranno dalla volontà popolare, supponendo anche una propria superiorità culturale e morale, tanto più i loro avversari, per nostra fortuna, saranno vincenti e il risultato delle imminenti elezioni francesi ne sarà la prova lampante.

Lorenzo Valloreja

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *