VALLOREJA: “ZELENSKY HA AMMESSO CHE LA GUERRA E’ PERDUTA … MEGLIO TARDI CHE MAI!”

A seguito dell’intervista rilasciata da Volodymyr Zelensky a Le Parisien e ripresa da Rbc Ukraina, nella quale il Presidente Ucraino ha ammesso che i territori del Donbass e della Crimea “sono ora controllati dai russi. Non abbiamo la forza per riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale” il Presidente dell’Associazione degli italiani amici della Russia, Lorenzo Valloreja, si è sentito in dovere di rilasciare la seguente dichiarazione: “La conclusione a cui è giunto Zelensky è stata da me puntualmente prospettata e ribadita nel corso di tutti questi mille e più giorni di guerra, sia attraverso la stampa che mediante interventi video. Peccato che un “piccolo uomo” come me l’avesse compreso fin dall’inizio, mentre coloro che governano le nazioni, e che in tutto questo tempo non hanno fatto altro che visitare innumerevoli cancellerie nel mondo chiedendo fondi e armamenti smisurati per la riconquista dei territori perduti e garantendo una vittoria capace di piegare Putin, non siano riusciti a capirlo altrettanto presto. Quante vite si sarebbero potute risparmiare? Anche con una stima pessimistica, parliamo di centinaia di migliaia, sia da una parte che dall’altra. Invece, si è proseguito ostinatamente su una strada che ha portato alla distruzione di vite, delle economie nazionali e di quella del vecchio continente. Questo è accaduto forse perché si è stati accecati dal potere, ma più verosimilmente perché mal consigliati o influenzati da interessi provenienti da oltre la Manica. Comunque sia, meglio tardi che mai. Certo, errare è umano, ma perseverare è diabolico. Il nostro Paese, in questa vicenda, ha errato: invece di vestire i panni del mediatore – come ha fatto la Turchia e come il Vaticano ci ha più volte invitato a fare – ha preferito assumere il ruolo del falco, con tutte le conseguenze e i disagi che i cittadini italiani conoscono fin troppo bene. Dunque, è urgente, più che mai, un cambio di passo. Questo non può avvenire dopo il 20 gennaio, lasciandoci trascinare dalle decisioni degli Stati Uniti; deve essere attuato immediatamente. In questa ottica, la mia lettera aperta indirizzata al Presidente Meloni è oggi più che mai attuale e rilevante”.
A. Martino
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