QUESTO SARA’ SENZ’ALTRO IL SECOLO DEL RITORNO AGLI STATI NAZIONALI E L’ITALIA CHE FARA’?

Questo sarà senz’altro il secolo dei sovranismi, del ritorno agli Stati Nazionali, o meglio, come si potrebbe interpretare secondo una visione storica vichiana, del ritorno ai gradi imperi.

Infondo la BrExit altro non è che uno dei sintomi di questo momento storico: La Bran Bretagna, libera dai vincoli di Bruxelles, tenterà di tornare ad essere un Impero, così come la Francia e la Germania stanno cercando di fare, con alterne fortune, sfruttando l’apparato  dell’UE; Putin è senz’altro il nuovo Alessandro II mentre Trump punta ad essere il novello Calvin Coolidge e perché no, forse anche un po’, Presidente Hoover; Xi Jinping è senz’altro il nuovo MAO, mentre Erdogan vuole essere la reincarnazione vivente di Solimano I.

E l’Italia in tutto questo?

Mentre il nostro Paese balbetta in preda alle piazze variopinte delle sardine e dei “gattini”, al di là della mia visione delle cose che ai nostri lettori credo oramai sia ben chiara, è un dato di fatto che non possiamo rimanere a guardare, l’Italia deve necessariamente prendere parte a questo processo di liquidazione di questa fallimentare Europa prima che l’Unione stessa non gli frani sulla testa.

Infatti il prossimo Paese che con molta probabilità uscirà dall’UE attraverso un referendum sarà la Svezia ed a quel punto, la Germania, capita l’antifona, dopo aver depredato il continente per anni ed anni, è molto probabile che si defili da sé l’asciando il cerino nelle mani della Francia, la quale, oberata dal peso di dover finanziare lo sviluppo dell’intera Est Europa, con molta probabilità, griderebbe il libera tutti e solo a quel punto l’Italia si divincolerebbe.

Capite da voi stessi che se ciò avvenisse nelle modalità descritte questa sarebbe per tutti noi una vera e propria iattura perché riacquisteremmo la libertà solo dopo aver praticamente raso al suolo il patrimonio industriale, immobiliare, artistico e scientifico dell’intera Nazione: una vera e propria ecatombe!

Altra cosa invece sarebbe uscire ora, con le nostre gambe, avendo nuovi partner affidabili (vedi la Russia) con i quali dialogare e che supportino in maniera fattiva la nostra politica estera regionale.

Ciò, in altri termini, equivale a dire nel riportare la PAX romana nel Mediterraneo, in primis in Libia, poi nel Medio Oriente (Siria, Libano, Yemen) e successivamente contenendo l’espansionismo turco sia nel Corno d’Africa (vedi penetrazione in Somalia) che nel Mediterraneo Orientale (vedi caso ENI/Cipro).

L’Ortis è sempre stato critico nei confronti del Governo Giallo/Rosso ma se quest’ultimo compie degli atti giusti è bene che anche il nostro giornale li riconosca.

E sulla necessità di tornare a far valere i nostri diritti come Nazione non possiamo che essere d’accordo con la decisione di inviare a Cipro  la nostra fregata missilistica “Federico Martinengo”, che ricordiamolo, qualora ce ne fosse ancora bisogno, è una delle migliori unità al mondo, senza voler considerare il fatto che la nostra marina militare è di gran lunga superiore rispetto a quella Turca.

Tale missione che si svolgerà, unitamente alle unità della Repubblica Francese ed a quelle di Cipro, nell’ambito di un’esercitazione di tipo Passex, avrà come scenario le acque antistanti Cipro e in cui è coinvolta l’Eni.

Ciò è dovuto al fatto che l’accordo sulla Zee tra Tripoli e Ankara mette a repentaglio la tenuta degli equilibri dell’intero bacino del Mediterraneo e questo l’Italia non può permetterselo.

Ora, se questa presa di posizioni è cosa buona è giusta, non possiamo fare a meno di rimarcare come tale azione sia per sua natura vanificata dal fatto che entrambi i Paesi in “lotta”: l’Italia e la Turchia, appartengano entrambi alla NATO ed i nostri attuali alleati, cioè la Francia in primis ed a seguire tutte le altre cancellerie europee, non credo che smuoverebbero un solo dito per tutelare i nostri interessi in quell’angolo di mondo, anzi! ecco perché una simile azione andrebbe invece compiuta con il beneplacito si di altre Nazioni, la Russia in primis ad esempio, ma necessariamente fuori dagli schemi NATO.

In altri termini, prima usciamo dall’Unione Europea, dall’Euro e dalla NATO e meglio sarà per tutti noi.

Lorenzo Valloreja

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