DAL 1941 AD IRAN E IRAK E’ NEGATO DI COSTRUIRE LA PROPRIA STORIA

Né la politica, né la grande Storia vanno lette all’ insegna del “cosa sarebbe successo se….”. Ma è anche vero che l’andamento di una guerra, e di una guerra mondiale anzi del conflitto più esteso e devastante mai conosciuto dall’ umanità, avrebbe fortemente risentito del diverso andamento dei fatti che stiamo per ricordare ; e che , anche se qualcuno potrebbe obiettare a me, e a noi del L’ Ortis che è meglio che le cose siano andate così, non è di questo, state tranquilli, che vogliamo discutere ma piuttosto evidenziare che la prima vera “primavera irakena” si ebbe nel maggio 1941 ; e che subito dopo, una singolare operazione congiunta anglo-sovietica, stroncò le velleità di grandezza e indipendenza dello Scià Reza Pahlavi (padre del più noto Mohammed Reza).

Tradotta in termini spicci : non c’è dubbio, in Medio Oriente, da ormai un secolo abbondante, grava una ipoteca sul destino dei popoli, sulla stabilità di governi e regimi, sulla disponibilità delle risorse, che parla inglese e manovra prima sterline, e poi dollari letteralmente a fiumi. Puoi fare rivoluzioni islamiche o nazionaliste, colpi di stato, nazionalizzazioni petrolifere, capolavori diplomatici, ma il Mondialismo con i suoi Presidenti con licenza di uccidere o con i suoi immensi capitali per cui “tutto ha un prezzo, siamo gente civile, sediamoci e parliamone” è sempre lì, con i suoi camerieri che in Italia titolano a caratteri cubitali, che è stato ucciso il “boia iraniano”. 

L’attuale Iraq ( o Irak) altro non è che una creazione di inglesi e francesi, vincitori della prima guerra mondiale, per unificare le provincie “mesopotamiche” del dissolto Impero turco, assegnate alla sfera di influenza inglese . Costituitosi in monarchia e assegnato a un esponente della dinastia hashemita (collocata anche in Giordania), l’ Irak godette di una sempre maggiore apparente “indipendenza” dai britannici all’ inizio formali mandatari della Società delle nazioni, ma il nodo del petrolio rimaneva sempre lì, con una quota di proventi assolutamente sproporzionata a favore delle grandi compagnie estrattive occidentali.

Nei primi anni della seconda guerra mondiale, l’Iraq divenne rifugio di molti capi arabi provenienti dalla Palestina a mandato britannico in seguito alla fallita rivolta contro gli inglesi. Tra le figure che giunsero vi era anche il gran mufti di Gerusalemme, Hai Amin al-Husseini  che la Germania nazionalsocialista appoggerà e proteggerà sino alla fine .La organizzazione nazionalista e filoaAsse,del Quadrato d’oro riuscì nel proprio colpo di stato il 1 aprile 1941 detronizzando il reggente ed installando al suo posto Rashid Ali al-Gaylani come primo ministro. Il gran muftì fu uno degli orchestratori del colpo di stato di Rashid Ali, col supporto italo-tedesco.

I britannici si trovarono ad affrontare un imprevisto grave. La perdita dell’ Irak (sostanziale immenso pozzo petrolifero a disposizione per lo sforzo bellico) avrebbe anche comportato un enorme aiuto per l’aviazione dell’ Asse con inimmaginabili conseguenze sui rifornimenti navali dall’ India, e l’esito della campagna nordafricana. Però i mezzi e risorse inviati dall’ Italia furono di pessima qualità (una squadriglia di vecchi aerei), e la Germania non credette fino in fondo nel progetto, con la mente all’ invasione dell’ URSS che sarebbe scattata a giugno: i massicci contingenti angloindiani dell’ Iraqi force ebbero entro maggio, ragione delle deboli forze dell’ effimero Asse arabo, e le Sette Sorelle ripresero a pompare allegramente petrolio.

Dopo poche settimane dalla conclusione della facile operazione in Iraq, per i britannici si pose il problema di come rifornire i neoalleati sovietici (o bolscevichi), essendo la rotta artica di difficile praticabilità e molto esposta all’aviazione e alla marina tedesca. Non rimaneva che puntare alla direttrice India-Persia, ma i rapporti con lo scià Reza Pahlavi (da loro insediato, ma sempre più desideroso di un maggiore godimento dell’estrazione petrolifera) si erano troppo deteriorati specie dopo la fuoriuscita degli elementi filoAsse in seguito al fallito colpo di stato del Quadrato aureo, e l’ Iran ormai pullulava di tecnici e consiglieri militari tedeschi. Dopo un ultimatum ritenuto inaccettabile dall’improvvisato monarca anche per l’intimazione di consegnare i cittadini tedeschi, italiani e sgraditi alla causa alleata, britannici e sovietici invasero l’ Iran incontrando una resistenza sostanzialmente simbolica (lo scià invano chiese i buoni uffici americani) ma non si astennero da bombardamenti sulle città militarmente inutili che però demolarizzarono non solo l’esercito ancora pronto a combattere ma Reza stesso, che capitolò abdicando in favore del figlio Mohammed Reza.

Le elites mediorientali dell’epoca riuscirono quindi a confermare il loro connubio che diremmo oggi “mondialista” con l’Occidente, ma il fuoco covava sotto la cenere: nel mondo musulmano sunnita il germe del socialismo laico e a forte connotazione nazionalista con tendenza panarabista è gettato, il partito Baath prenderà il potere tanto in Siria (dove ancora lo detiene con buon pace di chi ha fomentato la criminale “primavera siriana”) che in Iraq con la sanguinaria rivoluzione antimonarchica del 1958 (dove lo lascerà solo con la deposizione americana di Saddam Hussein).

E in Iran il popolo, fomentato dal clero sciita, caccerà nel 1979 lo scià issato sul trono dagli inglesi e percepito sempre più come troppo filooccidentale e tirannico (e per questa ultima caratteristica, scaricato dal presidente degli USA Carter con esiti disastrosi). Ma forse e piuttosto, lo scià iniziava a essere per gli americani un amico troppo ambizioso e ingombrante, col primo progetto nucleare iraniano e la volontà di farsi addirittura il terzo esercito del mondo.

Insomma, nel 1941 il proverbiale diavolo ha certo fatto le pentole, ma non i  coperchi. E la Storia continua a registrare le solite invadenze e colpi di mano da parte dei soliti noti.

A.Martino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *