RISPETTO PER BETTINO CRAXI, ARTEFICE DEL RUOLO DELL’ITALIA E DIFENSORE DI SOVRANITA’

Sembra che la rivalutazione di Bettino Craxi sia ormai persino un luogo comune, con buona pace del giustizialismo manettaro. Persino il conformissimo sindaco di Milano si è spinto a ipotizzare una targa in memoria non so dove (se un “dibattito” lo consentirà) ovviamente suscitando la poca entusiasta reazione di Stefania Craxi. Il governo giallo-rosso è comunque rimasto alla larga da qualunque commemorazione della famiglia per il ventennale della morte ad Hammamet.

Cinema, libri, paginate sui giornaloni : dilaga il rimpianto per chi fu sommerso nella tragica notte del Raphael da una pioggia di monetine. Noi de L’Ortis ricordiamo benissimo che l’ indubbia statura dello statista socialista poggiava purtroppo sulla melma clientelare e affaristica della prima Repubblica.

E per quanto riguarda lo scrivente, Craxi rimane pur sempre un alfiere di secolarismo, e il suo garibaldinismo non avrebbe mai accettato il revisionismo storico sul nostro processo unitario. Ma i sovranisti del 2020 devono assolutamente riconoscere il suo vigore in politica estera, e l’ instancabile difesa degli interessi anche solo morali dell’ Italia fino a crearsi pericolosissime inimicizie al più alto livello internazionale (o mondialista). Chiniamo idealmente il capo dinanzi alla più illustre tomba nel cimitero cattolico ad Hammamet, avendo “massima fiducia”come si dice, ma forse non nella magistratura, quanto piuttosto nella Storia.

Anche se non siamo certo dei berlusconiani e ancor meno dei “popolari europei”, riteniamo di dar spazio alla lettera scritta da Silvio Berlusconi a Stefania Craxi, in cui si scusa della sua assenza alla celebrazione in terra tunisina, che all’ esule non fu affatto sgradita nella sua straordinaria ospitalità. E’ una lettera pervasa , al suo inizio, da un fortissimo sentimento di amicizia nostalgica, non pentita, e per nulla misurante distanze : umanamente, torna a onore del tycoon di Arcore.  

“Bettino Craxi è stato uno dei pochissimi uomini politici della Prima Repubblica a meritare la definizione di statista. Oltre a lui, forse solo De Gasperi ne ha diritto. Il suo Paese con lui è stato ingrato. Mi auguro che questo ventennale sia finalmente l’occasione per restituirgli il posto che gli spetta nella memoria condivisa degli italiani».

Nella lettera, Berlusconi afferma di vedere l’ex segretario del Psi come «uno degli ispiratori e degli anticipatori delle battaglie di libertà che stiamo combattendo a nostra volta da 25 anni».

 Il leader di Forza Italia definisce Craxi un sognatore, che se avesse realizzato i suoi sogni, “ avrebbe davvero cambiato il corso della storia italiana: cambiare la sinistra, sottraendola all’egemonia comunista e creare così le condizioni per sbloccare la democrazia italiana e realizzare una salutare alternanza in un contesto di sicurezza democratica». L’elogio continua indicando le politiche avviate da Craxi quand’era presidente del Consiglio. «Le sue scelte sul piano internazionale possono essere più o meno condivisibili», sostiene Berlusconi, «ma furono sempre ispirate da un altissimo senso dell’interesse nazionale, della dignità del nostro Paese che Bettino amava appassionatamente».

 Per l’ex premier, il leader milanese «non smise di amare l’Italia, nonostante le amarezze, neppure negli anni dell’esilio, in quella Hammamet che aveva eletto a sua dimora e dalla quale non smise neppure per un giorno di seguire con passione le vicende italiane. Bettino Craxi ha pagato un caro prezzo per le sue idee, per aver voluto essere un uomo libero e coerente, per aver sfidato il sistema di potere politico, mediatico e giudiziario della sinistra. Come dice la bellissima frase che ha voluto incisa sulla sua tomba, per lui la libertà era la vita e infatti per la libertà non ha esitato a mettere in gioco e a sacrificare la sua vita».

A.Martino

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