SOLO I FESSI NON CAMBIANO OPINIONE, MA FORCHIELLI, IN PASSATO, L’HA FATTA TROPPO GROSSA

Alberto Forchielli, l’imprenditore amico dei cinesi diventato noto al grande pubblico grazie all’imitazione di Crozza, si è convertito lungo la Via della Seta e, come da egli affermato, da “China Dove”, cioè colomba, si è trasformato in un “China Hawk”, quindi falco.

A questo punto però tutti si chiedono come sia avvenuta questa rivoluzione ideologica? Forse perché impietosito da come la polizia prelevava a forza i contagiati da Covid o perché impressionato dalle repressioni di Hong Kong? Niente di tutto ciò! L’Italiano medio Forchielli semplicemente è stato fregato, o se preferite tradito, da persone che credeva amiche e che lo hanno fatto, come ammette lo stesso imprenditore emiliano, sia a “livello economico che personale”.

Suvvia dottor Forchielli ma veramente credeva che si potesse fare amicizia ed affari, con degli squali cinesi? Ciò non le fa onore e di certo resterà come una macchia indelebile del suo brillante curriculum, ma d’altronde è nella natura delle cose.

Lei infatti è, se non erro, allievo di Andreatta (colui il quale è stato il principale artefice della mefistofelica separazione della Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro) e di Prodi (artefice dell’entrata dell’Italia dell’Euro), due individui che – per questo giornale, e per tutto il popolo sovranista – hanno delle grandissime responsabilità riguardo la pessima situazione economica in cui versa questo Paese.

Il Professor Prodi, poi, è da sempre l’artefice ed il promotore, di un sempre più stretto rapporto tra l’Italia e la Repubblica Popolare Cinese.

A tal riguardo, ad esempio, non possiamo senz’altro dimenticare, la proposta del 2006 che ventilava l’ipotesi di vendere i porti di Taranto e di Gioia Tauro ai cinesi, al fine di consentire lo sviluppo del settore della logistica e del magazzinamento di questi ultimi, per meglio distribuire le loro merci nel Sud Europa e nel Mediterraneo.

È altresì evidente che Prodi, in tale occasione, immaginava che vi sarebbero state notevoli opportunità d’impiego per i nostri lavoratori ma fortunatamente, di tutto questo, non se ne fece nulla ed il Celeste Impero andò ad acquisire il Porto del Pireo.

Ora – dopo tanti anni dall’operazione del Pireo, sappiamo con certezza che anche grazie all’apporto dei cinesi – nulla è cambiato in Grecia, infatti, in male acque erano i greci prima dell’arrivo dei cinesi ed in male acque si trovano ancora oggi.

Dunque perché tentare di portare in Italia, Paese Manifatturiero per eccellenza, la prima Nazione manifatturiera al mondo, la quale, tra l’altro, ha un’indiscussa capacità di copiare e migliorare tutto ciò che vede? Solo se si è folli si può pensare di compiere una simile operazione senza mandare a ramengo tutta la nostra economia.

Ecco dunque da dove viene e nasce la fase della cosiddetta “China Dove” di Forchielli, da una visione fiabesca di una realtà che non è mai esistita e mai esisterà.

Essa è la stessa visione che crede nella globalizzaizone quale risorsa, che sposa a piene mani lo sradicamento di uomini e capitali sposando l’immigrazione forsennata dei cervelli, che crede che la ricchezza duratura possa essere creata dai mercati.

Gli Stati? Elementi trascurabili! La Nazionalità? Eventi del tutto occasionali! Le Tasse? Inutile pagarle se la politica le spende male! E via discorrendo con altre scempiaggini …

Costoro vogliono un mondo in cui l’uomo debba lavorare e sia felice di lavorare anche 18 ore al giorno, modello, tipico americano un tempo, oggi di gran voga in Cina.

Io dico che si è vero: il lavoro nobilita l’uomo, ma l’uomo non è fatto solo per il lavoro. C’è un tempo per la famiglia, per gli amici, per gli affetti, così come ci deve essere un tempo per lo svago, per lo studio, per noi stessi.

Costoro dimenticano che l’uomo non è niente! Oggi c’è, un soffio, un non nulla e domani non c’è più … Infatti gli antichi conoscevano bene il senso del “Memento Mori”, unica certezza e constante di ognuno di noi, quindi ha senso vivere, eticamente e praticamente, una vita votata solo al lavoro ed al sacrificio?

Credo proprio di no.

Certo i nostri nonni hanno vissuto vite molto più frugali delle nostre, ma avevano anche dei tempi morti più lunghi dei nostri, grande senso della famiglia ed una spiccata religiosità. Tutti valori che ai China  Dove devono sembrare inutili orpelli.

Se poi, nel caso di Forchielli, aggiungiamo pure l’aggravante dell’essere malato di esterofilia ecco che la cosa per noi diventa veramente urticante.

Affermazioni del tipo: “I nostri quarantenni (italiani) sono delle mezzeseghe … i vecchi italiani hanno una cultura egoistica e demenziale perché chiedono ai giovani di restare qui per costruire il Paese … I ragazzi cinesi studiano 18 ore al giorno, non hanno sabato, domenica, vacanze, qui invece i nostri giovani vanno a fare le vacanze in giro per il mondo, Barcellona, Monaco, Londra, Budapet, cazzi e mazzi … c’è un’enorme massa di giovani in Asia disposta a fare anche i lavori più umili  i nostri giovani non son buoni ne da una parte ne dall’altra”.

Ora, questo signore, perché “inculato” dai suoi amici cinesi ha fatto una nuova scelta di campo che noi possiamo anche approvare e sottoscrivere, infondo solo gli sciocchi non cambiano mai idea, ma non basta! Vogliamo e pretendiamo di più da Forchielli.

Vorremmo, ad esempio, che vi fosse una critica altrettanto forte all’anarcocapitalismo ed alla globalizzazione.

Gradiremmo che vi fosse una presa di coscienza sul fatto che – più che far emigrare i cervelli all’estero o far investire gli stranieri in Italia – occorre prima di tutto ricreare le condizioni che consentano il rifiorire di un mercato interno italiano e la rinascita di un’intera classe imprenditoriale la quale abbia esclusivamente capitali italiani.

Auspicheremmo che anche Forchielli concordi con noi che più che verso la Cina l’Italia debba guardare alla Russia, Paese, demograficamente meno impattante, con una potenza militare d’indiscusso valore, avente infinite risorse naturali e con un economia alla nostra portata.

La comunità internazionale sta spingendo, con la propria russofobia, il Presidente Putin nelle braccia di Xi Jinping, mentre la Russia, da sempre, è stato l’Impero che ha contenuto l’espansionismo mongolo, salvando così l’Europa.

L’Italia anche in questo frangente potrebbe avere un grande ruolo, ma per realizzare ciò occorre prima che persone come Forchielli non solo cambino opinione sulla Cina, ma anche sulla Russia.

Lorenzo Valloreja   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *