IL MISTERIOSO BORSONE DA PALESTRA DELLA COMPAGNA DI GIUSEPPE CONTE

Decisamente, le borse di vario tipo, grandezza e fattura, portano alla compagna di Giuseppe Conte e pure a costui, polemiche e ora pure una teorica grana; vedasi in questa estate il mio LA BORSA DA 80.000 EURO DELLA COMPAGNA DI CONTE. OVVERO, QUANDO L’ELEGANZA DELLA ELITE SCONFINA NEL GROTTESCO.  del 18 agosto 2020.

Stavolta il problema nasce da una incursione delle mitiche Iene che, “incontrata” la compagna di Colui che ci salverà dalla pandemia altrettanto casualmente a spasso con un borsone da palestra, avrebbero voluto ottenere una risposta alla domanda sul suo luogo di allenamento; giacché proprio il giorno prima, il suo compagno aveva sprangato per la seconda volta tutte le palestre d’ Italia. E’ anche vero che quel borsone potrebbe essere stato usato anche per altro, e che certo le Iene non avevano alcun potere di perquisizione su di esso per scovarvi tute o integratori di sali minerali ecc.

Come però spesso, anzi troppo spesso, avviene in Italia, la risposta è stata, di fatto anche se non pronunciata, quella volgare quanto incisiva e concreta del sordiano Marchese Del Grillo: “ io sono io e voi non siete un ca…”.

Infatti, c’ è stata un pronto ed efficace intervento di uomini delle forze dell’ordine, qualificati assai probabilmente a ragione come “scorta” della dottoressa Olivia Paladino.

E qui nasce il problema: a meno che non vi siano delle gravi e inqualificabili minacce alla medesima, non si capisce proprio come faccia ad aver titolo a un impiego di forze dell’ordine direttamente a suo beneficio.

A quel punto, la componente della direzione nazionale ed ex eurodeputata di FdI Roberta Angelilli ha presentato un esposto alla competente Procura della Repubblica circa “la necessità dell’ intervento  della pubblica autorità per la presenza di condotte che potrebbero essere contrarie alla legge perché se effettivamente la Paladini avesse usufruito di agenti della scorta del presidente del Consiglio, si sarebbe verificato un uso improprio di personale con funzioni di sicurezza relative a soggetti che ricoprono funzioni pubbliche”.  

Ma non finisce qui: una interrogazione al ministro Luciana Lamorgese è stata presentata anche dai senatori leghisti William De Vecchis e Gianfranco La Ruffa, come riferito da La Verità del 5 novembre 2020.

Vogliamo scommettere che l’esposto verrà archiviato, e all’interrogazione dei due senatori non seguirà mai una risposta?

Ma se hanno ormai il potere (ormai incontestato checché ne dica l’ opposizione) di chiuderci dentro casa a intermittenza come meglio si ritiene, o di condannare a morte centinaia di migliaia di aziende,  o di dividerci tra “gialli”, “rossi” e “arancioni”, come si può pensare che un misero borsone da palestra possa metterli in difficoltà? Hanno capito o no, che siamo in dittatura tecnico-sanitaria?

I parlamentari dell’ opposizione scendano piuttosto in piazza tutti (ma proprio tutti) a fianco degli imprenditori e di chi rivendica e grida LIBERTA’.

A. Martino

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