COME UN COLPO DI CANNONE 8PT: LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI, DEBOLI E FORTI, CHI TOCCA IL CALCIO MUORE!

Il fatto che, ogni tanto, Davide riesca a battere Golia è veramente un balsamo per il nostro animo ferito perché ci fa comprendere che, forse, non tutto è perduto.

L’ultima soddisfazione in tal senso ci è stata regalata pochi giorni fa, quando nell’arco di sole 18 ore, la levatiana “SuperLega” è naufragata miseramente.

A dare l’alt agli affaristi del calcio sono stati i tifosi inglesi, i quali, scesi in gran numero e trasversalmente, per le strade del Regno Unito, hanno obbligato i club britannici ad abbandonare l’intento di trasformare il calcio da “sport più bello del mondo” a semplice macchina dei soldi.

Così, anche questa volta, ad indicare la via è stata la City e pensare che un tempo gridavo convintamente “che Dio stramaledica gli inglesi!”, invece, mi son dovuto ricredere, devo ammettere che gli albionici hanno quel quid in più che noi italiani non abbiamo.

E la mia considerazione, cari lettori, come potete immaginare, non è solo inerente al mondo del calcio ma è qualcosa che, certo, si innesta ad esso ma lo sorpassa, per giungere ad altro.

Infatti, non è assolutamente casuale il fatto che, ad oggi, l’unica Nazione che è stata capace di dare il benservito all’Unione Europea è la Gran Bretagna, così come non è affatto accidentale che il primo Paese, del Vecchio Continente, ad essere uscito, quasi del tutto, dall’emergenza Covid sia il Regno Unito.

Di contro, per osmosi della terza legge della dinamica, non poteva essere altrimenti che a volere fortemente la SuperLega fosse Andrea Agnelli, Presidente della Juventus F.C., già Presidente dell’ECA e discendente diretto di Umberto (il fratello dell’Avvocato, tanto per essere chiari), quindi di quella famiglia che, grazie all’innesto degli Elkann, è riuscita a concretizzare la fusione prima con Chrysler e poi con il  Gruppo PSA, dando vita così al colosso Stellantis. Azienda, quest’ultima, in grado sicuramente di concorrere con gli altri grandi gruppi, ma, soprattutto, in grado di rappresentare plasticamente il grande reset in atto che simili realtà universali vogliono imporci e per questo da noi più e più volte già denunciato nei nostri articoli.

A farla breve, cari lettori, qui, ad essere in gioco, sono: le nostre libertà, le nostre tradizioni, il nostro stile di vita.

Perciò non si stupiscano certi commentatori sportivi nel constatare il fatto che, nonostante le società calcistiche coinvolte nella SuperLega avessero a disposizione fior fiori di addetti alla comunicazione e riserve economiche non indifferenti non siano state in grado di prevenire e quindi impedire, la debacle a cui sono andate in contro.

In quel caso, infatti, si è commesso solo un peccato di superbia, una leggerezza tattica, o se preferite, si è tastato il polso al popolino.

In fondo dopo aver costretto 300 milioni di europei a limitazioni della libertà personale quali spostamenti, coprifuoco, museruole varie (mascherine), cosa volete che sia la SuperLega?

Tanto il calcio, quello veramente bello, dove gli stranieri non potevano essere più di 3 per squadra, dove il calcio mercato si teneva solo una volta l’anno, d’estate, ed un’altra piccola parentesi c’era a novembre, per la cosiddetta “riparazione”, è morto e stramorto già agli inizi degli anni 90 del secolo scorso.

Non rivedremo più squadre del meridione, o piccole città di provincia come il Verona, vincere scudetti.

Non assisteremo più al trionfo di formazioni come quella della Steaua Bucureșt, o della Stella Rossa di Belgrado, no davvero.

D’altronde se in Italia saremo in grado di sopportare il coprifuoco fino alle 22:00 per tutta questa estate è pacifico e sicuramente probabile che i poteri forti proveranno nuovamente ad imporre una SuperLega.

Però, chi lo sa … che il sistema non debba implodere proprio a causa di una palla insidiosa?

Certo, non sarebbe molto epico, ma io mi accontenterei ugualmente se ciò servisse a risvegliare il popolo imbelle.

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