ALTRO CHE “OMBRE ROSSE”. LA CORTESIA A COSTO ZERO DI MACRON VERSO DRAGHI CONFERMA CHE SI AVVICINANO TEMPI DURISSIMI.

La “dottrina Mitterrand”, non ha mai previsto asilo o peggio sostegno, a terroristi assassini tali riconosciuti dalla giustizia italiana in via definitiva, però di fatto in tutti questi quasi cinquanta anni, è stata vissuta dall’ opinione pubblica italiana come uno sfregio gratuito della Francia verso le vittime degli “anni di piombo”.

E le elites francesi della “sinistra da caviale” la hanno di fatto interpretata come uno sguardo benevolo verso “compagni che hanno sbagliato”, rappresentanti il meglio e il più coraggioso, ovviamente dal loro punto di vista spesso falsato dai locali giornaloni ma anche da banali stereotipi tra intellettuali molto più diffusi di quanto si pensi, della società dei loro italici cugini.

Secondo la interpretazione del main stream, l’illuminato Emmanuel Macron, libero da pastoie ideologiche e in omaggio alla leadership ultraeuropeista di Super Mario, ha nobilmente fatto arrestare alcuni dei latitanti italiani che Oltralpe sin dai tardi anni Settanta approdarono per sfuggire alle patrie galere, ivi rifacendosi una vita personale e professionale. Oltretutto, la Francia non poteva fare diversamente, “avendo provato sulla propria pelle il terrorismo”

Una cosa, insomma, possibile solo tra veri statisti. E soprattutto, alla fine, la giustizia ha trionfato.

Ovviamente, le cose non stanno proprio così. “Ovviamente”: altrimenti L’ Ortis a che serve?

Timeo Danaos et dona ferentes (Virgilio, Eneide, II, 49). Temo i Greci anche quando portano doni, diceva Laocoonte sacerdote, implorando i Troiani di non introdurre in città il più famoso e mastodontico cavallo della letteratura, anche se finto e di legno. Non fu ascoltato, anzi assieme ai figli finì nelle spire di un grande serpente mandato da numi di tifoseria avversa. E’ chiaro che il secondo maggiore azionista dell’eurocrazia, ha avuto mandato dalla Merkel di indorare la pillola all’ Italia in vista del bagno di sangue fiscale dovuto al prestito detto Recovery plan che la nostra benamata elite ha voluto a tutti i costi contrarre rifiutando di ricorrere al mercato; o magari, in ipotesi subordinata, cerca di tirare l’Italia dalla parte sua, dato che in fondo, la Kanzlerin è in declino, a fine corsa, e la leadership tedesca conseguentemente indebolita.

E’ un beau geste straordinariamente a costo zero, anche perché si sorvola a mille metri su tutte le connivenze e coperture, anche e soprattutto dello stato francese stesso, nei confronti di presunti assassini, di cui più volte l’ Italia ha chiesto e richiesto l’estradizione. E che in Francia, in diversi casi, hanno svolto anche brillanti percorsi professionali.

Ed è un beau geste sicuramente nel segno di una generica “stretta antiterroristica”, declinabile in chiave anti proteste contro gilets arancioni e “non sottomessi” alla dittatura sanitaria tanto in Francia che in Germania assai più attivi di quanto i nostri media di sistema riferiscano, e di cui si temono le saldature con altre spinte destabilizzatrici.

E poi: umanamente e come giustizia sostanziale, come nel caso degli ultimi criminali nazisti novantenni, i procedimenti penali differiti di un’epoca intera, sono sostanzialmente assurdi. Quelle persone non sono più obiettivamente le stesse, il fanatismo giovanile lascia il posto alle preoccupazioni per la prostata o per l’ utero prolassato; ma è questione di punti di vista davvero opinabili, anche se persino Calabresi si è espresso più o meno in questi termini.

Inoltre, c’è un “piccolo” particolare dovuto alla confusione di idee inevitabile in una opinione pubblica ormai geneticamente lobotomizzata. Un arresto in pendenza di una domanda di estradizione non significa affatto “finalmente la galera”. La parola ora spetta alla magistratura francese, che dovrebbe (condizionale d’ obbligo) concedere l’estradizione; a quel punto, per le posizioni non passate a loro tempo a condanna in giudicato e in contumacia, si aprirebbero processi di difficilissimo impianto accusatorio dato il tempo passato. Basti pensare a tale proposito alla probabile scomparsa di diversi testimoni, o alla facilità che cadano in contraddizione. Insomma, già da ora non è più roba da cortesia tra Macron e Draghi, ma da toghe.

Non ci resta che abbracciare idealmente e calorosamente i familiari delle povere vittime, augurando loro che possano vedere la fine di questo calvario morale e psicologico.

A. Martino

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