LA STRAGE DI ODESSA: UN CRIMINE TROPPO SPESSO DIMENTICATO

Il 2 maggio del 2014 fu la Strage di Odessa.

Il numero dei morti si aggira a 50 persone,  circa 150 persone fra feriti e dispersi.

All’indomani del primo maggio, nel 2014 in varie città ucraine la popolazione manifestava contro il governo golpista di Kiev che aveva preso il potere con l’appoggio dell’Occidente poco più di due mesi prima.

A Odessa, sulla piazza Kulikovo Pole si svolgeva una manifestazione pacifica davanti alla Casa dei Sindacati.

La gente manifestava contro il governo golpista e nazista, per la pace in Donbass, per il diritto della popolazione russofona di continuare a parlare la lingua russa.

Affluirono centinaia di nazisti appoggiati anche dagli ultras della locale squadra di calcio.

I manifestanti hanno cercato di resistere, ma vista la violenza degli attaccanti si rifugiarono all’interno della Casa dei Sindacati.

L’edificio fu a breve circondato, gli aggressori hanno appiccato il fuoco, bloccando dall’esterno le porte d’ingresso, hanno chiuso l’acqua in modo tale da non dare ai rifugiati la possibilità di utilizzare gli idranti.

Quasi 50 persone fra le quali le donne e i minorenni furono bruciate vive.

La gente che cercava di scappare, saltando dalle finestre, veniva colpita con i bastoni, le sbranghe di ferro, i picconi. Di questo parla nel suo libro Oleg Muzyka, il sopravvissuto alla strage di Odessa, una persona che era li, all’interno della Casa dei Sindacati il 2 maggio del 2014.

Il 2 maggio del 2021 a Ceriano Laghetto si è tenuta la settima Commemorazione delle vittime del massacro di Odessa.

Dante Cattaneo, il vice-sindaco della cittadina che è stato sindaco dal 2009 al 2019, ha avuto il coraggio di dedicare una piazza alle Vittime di Odessa nonostante le forti pressioni da parte dell’ambasciatore ucraino in carica nel 2015 Yevhen Perelyghin che chiese l’intervento dell’allora premier Matteo Renzo e del prefetto della provincia accusando Dante Cattaneo di aver tentato di paragonare i crimini nazisti contro gli ebrei di Odessa del 1941 ai tragici eventi del 2 maggio 2014.

Secondo l’ambasciatore la decisione di Cattaneo di intitolare una piazza ai Martiri di Odessa era da considerarsi calunniosa nei confronti dello Stato ucraino.

Di fronte all’accusa dell’ambasciatore Dante Cattaneo ha ritenuto che: “Oltre che della propria coscienza si debba rendere conto delle leggi dello Stato italiano e non permettere intromissioni da parte di uno stato estero“.

Così nel 2015 una piazza di Ceriano Laghetto è stata dedicata ai Martiri di Odessa ed è stato inaugurato il monumento fatto su disegno di Nicolai Lilin dedicato alle Vittime del massacro.

È stato bellissimo il discorso di Dante Cattaneo fatto durante la Commemorazione e una breve presentazione del libro di Oleg Muzyka ” 2 maggio, Odessa, non dimentichiamo, non perdoniamo” tradotto in lingua italiana e pubblicato in Italia. 

Non resta che riportare qui di seguito il discorso forte e coinciso di Dante Cattaneo con il corrispettivo video e unirsi alle sue parole. 

Ioulia Liakh: << Siamo qui a Ceriano Laghetto, piazza Martiri di Odessa. Oggi è il settimo anniversario dal massacro di Odessa. Forse siamo gli unici in Europa a ricordare oggi questa data e ciò è davvero vergognoso, perché son passati 7 anni e 7 anni non sono bastati all’opinione pubblica internazionale per indagare su quello che è successo. Il numero dei morti non è precisato, siamo intorno ai cinquantina dei morti e centocinquanta fra feriti e dispersi. Ma c’è chi preferisce tacere su quello che è successo. Una data doppiamente simbolica, oggi è anche una Pasqua ortodossa, di cristiani ortodossi, perciò ricordiamo che in questi giorni continuano a succedere le cose davvero allarmanti per la pace nell’Est Europa ma anche nel cuore dell’Europa. In  Odessa è stato espulso il console russo pochi giorni fa, in Crimea sono stati chiusi addirittura i rubinetti d’acqua per mettere in difficoltà la popolazione crimeana. E ancora. Sappiamo delle sanzioni e delle controsazioni fatte a livello di massimi vertici dell ‘UE.Tutto questo perché? Tutto questo perché l’Europa si ostina, diciamo, a non fare i propri interessi ma si ostina ad essere un cane da guardia degli interessi che non sono né nazionali dell’Italia né internazionali dell’Europa. E forse sono questi gli stessi motivi per cui a distanza di sette anni non si vuole fare luce su quanto è successo in Odessa. Noi siamo qui a ricordare quella strage ma anche per ricordare il principio della pace, perché vogliamo la pace di Donbass, sappiamo che nelle ultime settimane torna ad essere un teatro di guerra veramente allarmante. Ricordiamo anche il principio di autodeterminazione dei popoli. Non è possibile che questo principio sancito a livello europeo e internazionale vada bene per il Kosovo e non vada bene per il Donbass, per la Crimea o per il Kurdistan. Detto questo, speriamo che l’anno prossimo possiamo trovarci qui ed avere più luce, più verità su questa storia. E sopratutto speriamo per la pace, la pace dei nostri popoli. Grazie a tutti >>.

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