L’ALTRO NOME DELLA DITTATURA

Avere ragione su qualcosa talvolta non è così piacevole come sembra. Esattamente un anno fa in una parte del mio libro “Virus: la più grande menzogna del secolo” azzardavo le mie previsioni sul destino della nostra società civile, non un destino portato dagli eventi bensì quello desiderato dai nostri governanti per noi cittadini italiani normali, persone non rientranti in alcuna élite al comando del paese.  

Oggi non provo alcuna soddisfazione nel constatare di averle tutte azzeccate quelle previsioni. Anzi sento nel mio profondo come quei catastrofici scenari che tratteggiavo stiano purtroppo avverandosi e una sintetica parola è in grado di riassumerli tutti: “Dittatura”.

Perché questo termine, Dittatura, così storicamente evocativo ci spaventa, anzi ci terrorizza, ci fa ripercorrere non solo il passato del mondo ma anche il presente, facendo emergere nomi e cognomi di tiranni stranieri che nel loro paese hanno il potere assoluto. La nostra somma ignoranza talvolta non ci permette di distinguere tra despoti illuminati e oppressori del popolo e restiamo ancorati a quella parola così densa di tristi significati al punto di non accettare di usarla, come se  potessimo scaramanticamente annientarne il contenuto, semplicemente negando che esista nel nostro paese.

Non vi annoierò citando tutti gli articoli della nostra Costituzione che sono stati in questo passato anno di vita palesemente lesi, elencando tutti i nostri diritti brutalmente vilipesi. Vi basta leggerla quella nostra Costituzione e porvi delle semplici domande, se davvero vi sentite difesi da quegli articoli scritti in maniera semplice e diretta, da quelle frasi che senza tanti fronzoli spiegano come è, come dovrebbe essere, la libertà. Quando il duro confronto con la realtà odierna, con le norme emanate “per il nostro bene, per la nostra salute” farà emergere in voi lo sconforto capirete che quegli articoli sono stati non soltanto dimenticati dai nostri due ultimi governi, ma pesantemente abrasi, dolosamente cancellati, come se non avessero alcun valore.

Ci saranno persone che non avrò ancora convinto a chiamare Dittatura questo modo di governare, persone che continueranno a ritenere giusto lasciar sopprimere le nostre libertà. E queste persone non sono altro che complici dei nostri governanti.

Quelle libertà oggetto di secoli di evoluzione culturale, rozzamente elise per salvarci da un minuscolo rischio di morte cagionato da  un virus ormai considerato il flagello del mondo, facendolo prevalere rispetto ad ogni altra causa di perdita della vita, come fame. malattie o circostanze sfavorevoli, i cui numeri sono decisamente superiori e mai così altamente considerati.

Si chiama sopravvalutazione. Si esprime anche nella sottovalutazione delle nostre vite, come se non avessimo più posto per nulla, per goderci gli aspetti della nostra esistenza, viaggi, arte, sport, visite culinarie, ritrovi tra amici, nulla è più consentito, come se relegarci nelle nostre case e nei luoghi di lavoro fosse quella terapia curativa necessaria per poter debellare ogni male del mondo, non solo il troppo citato coronavirus. Perché la lontananza fisica sembrerebbe l’unico modello che i governanti vogliono applicare per proteggerci e che può garantire che le persone non si riuniscano per pensare, per parlare, per confrontarsi e magari opporsi alle regole liberticide, per protestare vivacemente.

Noi italiani, un popolo che sino a quando era adagiato nella bambagia economica e sociale durata sino agli anni  ’80 non presentava tutta quella spinta emotiva sufficiente a riempire le piazze, ora che avrebbe tutte le ragioni per riunirsi ed opporsi a regole dittatoriali fatte apposta per svilire la libertà, viene boicottato giuridicamente ed ostacolato nel diritto di assemblea o anche solo di riunione,  con lo spauracchio delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Assembramento, quella parola mutuata da passato ora diventa il mantra dei nostri governi per impedire, non quello che ci viene detto, il contagio da virus, ma il contagio delle idee, quella insopprimibile voglia di cambiare il mondo in meglio che viene trasmesso nella discussione costruttiva.

Ma la gabbia in cui ci troviamo è molto più ampia, è anche di tipo economico-monetario. Bisogna riferirsi alle norme dell’Unione Europea che prevedono che uno Stato Membro possa, previo accordo, sforare nel bilancio solo per motivi emergenziali e per la stessa ragione possano essere richiesti fondi speciali come il MES o il Recovery Fund.

Ecco che quando l’Italia in quasi un anno e mezzo lascia tracollare l’economia con inutili restrizioni intese ad eliminare il maledetto virus, per poi indebitarsi pesantemente verso creditori privati e verso l’UE, incastrandosi nelle clausole capestro che prevedono che in caso di mancato puntuale ripagamento, sia l’UE a prendere le redini della nostra economia, stabilendo nuove politiche di bilancio per ridurre spesa pubblica ed aumentare le tasse, il rischio di trovarsi sotto una Dittatura di burocrati europei ben distanti dai nostri interessi nazionali diventa reale.

Capite come oggi sia facile per un governo lasciarci scivolare in una Dittatura sovranazionale partendo da una impellente emergenza sanitaria, e proprio per non farci mancare nulla fin da subito, instaurarne un’altra di Dittatura, apparentemente temporanea ma estesa di volta in volta, di decreto in decreto.

Lo diceva anche Jacques Attali (economista, partecipante al Biderberg, consigliere politico di Mitterand, mentore di Macron) che il mondo entro il 2030 sarebbe stato destinato a sottostare ad una Dittatura mondiale basata su capisaldi come la sanità e la sicurezza. Probabilmente le sue non erano predizioni ma conoscenze degli intenti politici che ad alto livello erano, e sono, uniformemente accettati. E noi nel mondo ci siamo dentro sempre più a causa della globalizzazione. E come ben sapete l’emergenza è mondiale e pure essa globalizzata.

Emergenza, un altro modo di chiamare la Dittatura.

Fabrizio SARTOR

One Response to L’ALTRO NOME DELLA DITTATURA

  1. Cristina ha detto:

    Ottimo articolo Fabrizio,
    Condivido pienamente quanto ha scritto!
    Ho letto anche il suo libro “Virus”,
    Grazie per avermi aiutato a vedere e capire in anticipo quello che stiamo vivendo,
    Per chi ha ha sete di verità, consiglio la lettura!

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