SI PUO’ ANCORA FARE O DIRE O SCRIVERE QUELLO CHE SI VUOLE? SAREBBE POSSIBILE AVERE CHIARIMENTI E UTILI AVVERTENZE?

Vi è una operazione giudiziaria interessante (non è certo la prima del genere negli ultimi anni) che ha portato a svariati arresti in diverse province, diretta dalla procura dell’Aquila.

Il tutto verte sull’ ennesimo presunto tentativo di ricostituzione del partito che fu partito-regime in Italia tra gli anni Venti e la seconda guerra mondiale, con corollario le (consuete in questo caso) ipotesi criminose di violazione della legge Mancino-Scelba, trame contro gli organi dello stato ecc. . Parliamo degli aderenti a Ultima legione.

Piaccia o no a qualcuno (ovviamente tanto all’ANPI e molto meno a Destra alternativa e più o meno antagonista), la magistratura fa il proprio lavoro. Vi sono ipotesi di reato, la pubblica accusa dovrà innanzitutto arrivare a ottenere svariati rinvii a giudizio, e poi, si sa, ognuno è innocente fino a prova contraria. Per la mia superficiale quanto non qualificata impressione, si tratta dei soliti nostalgici e rivoluzionari neri della domenica, leoni da tastiera (e da telefono, entrambi minuziosamente controllati e intercettati), sovente effettivamente responsabili di veleno verbale e concettuale verso interi gruppi etnici e religiosi. Il tutto con una spruzzata, che non guasta mai da un anno a qui, di “negazionismo e complottismo”.

Insomma, di pericoloso questi signori e signore hanno all’ apparenza almeno superficiale solo (ma verso se stessi) in primis la lingua e l’ormai universale passione per la tastiera, e in secundis lo shopping. Come significa, lo shopping?

Significa che a dire dei resoconti della stampa main stream, ma la presunta importanza è dimostrata anche dai filmati resi pubblici dalla polizia che sembrerebbero girati in certi negozi dalle parti di Predappio, una delle più gravi evidenze accusatorie consisterebbe nella presenza nelle case degli indagati di tutta una paccottiglia di calendari, poster, persino bottiglie di vino ecc. effigianti il capo del governo del tempo che fu.

Noto tra essi, fra l’altro, un imponente librone della Dino Editore uscito negli anni Ottanta (l’editrice d’ arte di quella che fu la galassia editoriale di Dino Ciarrapico) con altrettanto imponente copertina bronzea a bassorilievo effigiante lo statista di cui sopra.

Il tomone pesante probabilmente più di dieci chili appartiene a una collana costosissima con analoghe pubblicazioni su altri Grandi contemporanei quali, se non ricordo male, anche Ronald Reagan. Fu pubblicizzato assieme ad altri sulla stampa nazionale più o meno di destra. Giacerà al momento sequestrato in qualche caveau di polizia, assieme ad armi della camorra e a pani di sostanze stupefacenti? E a che titolo? Considerato il peso e la contundenza, quello di oggetto “atto a offendere”?

Ancora: ho seguito i resoconti giornalistici di alcuni casi di presunta corruzione e malversazione. Ebbene, in questi casi l’equivalente dei compromettenti calendari nostalgici o dei poster anni Trenta è la presenza nelle dimore o uffici soggette a irruzione e perquisizione di polizia giudiziaria di…denaro. Denaro contante ovviamente, e neanche in quantità ingenti quindi legittimamente un po’ sospette, ma persino nell’ ordine di poche migliaia di euro.

Ergo: le case o dimore private di cittadini non sottoposti (almeno fino a un certo momento) a provvedimenti restrittivi non sembrerebbero affatto un porto franco, un’isola felice di libertà individuale come da plurisecolare dottrina liberale dall’ Habeas corpus a oggi (o ieri?) passando per la Rivoluzione francese. Detenervi effigi o materiale simbolico o persino culturale sgradito al Sistema del momento o alla vigente ideologia di stato (perché c’ è, per favore, non tutti hanno un mentale anello al naso) ti può “mettere nei guai”. Parimenti sospetto è avere soldi in casa, anche nell’ ordine di cinquemila o quattromila euro.

Poi, certo, sembra che il diritto alla difesa in questi casi, sia ancora riconosciuto. Sta di fatto però, che una zelante e cortigiana stampa di sistema esponga alla gogna mediatica chi, per un busto di resina marmorizzata o dei patetici gadgets, sia considerato un nemico pubblico. Ma lasciamo perdere qui le inchiesta e procedure giudiziarie in sé, e non rubiamo il mestiere ad avvocati e tanto meno giudici.

La seria riflessione che vi propongo è di portata più generale, e si ricongiunge a svariate riflessioni e analisi di noi de L’ Ortis sviluppatesi particolarmente in tempi di pandemia, ed è piuttosto: i termini effettivi e reali della libertà di espressione e di vita quotidiana sono ormai variati rispetto a parametri normativi, anche costituzionali, ormai irrilevanti ?

Anche perché non dubito che il DDL Zan diverrà legge.

Polemizzare non ha senso, come sempre quando qualcuno ha il proverbiale coltello dalla parte del manico (figuriamoci poi un intero apparato statale che in quanto tale e come in fondo tutti al giorno d’oggi, ha forse e apparentemente la spiccata tendenza a essere forte con i deboli e debole con i forti).

Credo che sarebbe più utile, comodo e corretto per i nostri lettori (in buona parte cittadini italiani) avere la speranza, o piuttosto coltivare l’utopia, che qualche uomo di potere rispondesse a delle semplici quanto umili e rispettose domande. Come si dice? Patti chiari amicizia lunga, o ancora e meglio: uomo avvisato mezzo salvato……Allora, ecco un mio decalogo di umili e rispettose domande o se preferite una “supplica” di risposte.

1) E’ attualmente possibile una critica radicale all’ordine costituito, ritenere non rappresentate le proprie sensibilità da esso?

2) Complottismo e negazionismo sono solo categorie giornalistiche, o reali configurabili ipotesi delittuose?

3) Essere considerabile, almeno secondo certi schemi classici e storici, “di destra” se non “sovranista” come si dice oggi dà, già solo per questo, a profilatura e attenzionamento polizieschi?

4) E’ lecito avanzare dubbi sulla buona fede di certi atti politici e di alta amministrazione, o rilevarne grosse criticità senza incorrere in un delitto di lesa maestà?

5) Con un amico, conoscente, parente o familiare, si può parlare a telefono senza timore che le proprie parole vengano ritorte contro?

6) L’ ipotesi accusatoria di apologia, oggi, scatta pure in una chiacchiera tra due amici o familiari o, per assurdo, anche in caso di un soliloquio?

7) Se interessarsi culturalmente o storicamente a certi personaggi o regimi del Ventesimo secolo è perseguibile, non sarebbe utile e coerente una seria damnatio memoriae un po’ come in Germania, ponendo fine a un fiume di documentari, films, rievocazioni, immagini in rete, commercializzazioni di gadgets che danno l’ impressione di suscitare interessi e avvicinamenti, salvo poi stritolare come una tagliola per topi l’ incauto “fanatico”?

8) Si può acquistare qualunque libro su qualunque argomento, o il suo possesso comporta poi la presunzione di adesione a fatti o personaggi ivi descritti?

9) E’ lecito o no avere denaro contante in casa o in tasca, come tale sfuggente a ogni tracciatura e spendibile o utilizzabile come meglio aggrada?

10) In casa propria si è liberi di detenere qualunque oggetto non criminogeno, incluse effigi o materiali storico-politici sgraditi al Pensiero Unico e alle dottrine politiche dominanti?

Se qualche uomo o donna di potere dovesse ritenere queste domande non risibili o artificiose o moleste ma degne di una risposta, gliene saremmo molto, e sinceramente, grati.

A. Martino  

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