SE NON USCIAMO DALL’UE, NEL 2023, SARANNO “VOLATILI PER DIABETICI”

Il carnevale che stiamo vivendo è agli sgoccioli e, infatti, nel 2023 l’Europa getterà giù la maschera e si mostrerà per quella che realmente è, e che noi de l’Ortis conosciamo molto bene: lacrime e sangue!

È di questi giorni, infatti, la notizia che la Commissione Europea, inviando ai vari Stati membri le raccomandazioni economiche per il 2021, ha individuato nell’Italia un Paese che “presenta squilibri eccessivi. Le vulnerabilità riguardano l’elevato debito pubblico e la protratta debole dinamica della produttività, che hanno rilevanza transfrontaliera in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e del settore bancario”.

Ciò, detto in parole più semplici, significa che, passata l’euforia da smarcamento dall’austerity, nel 2023 con la riattivazione del Patto di Stabilità saranno dolori.

Infatti, al vecchio debito, vedremo sommare il nuovo del Recovery Fund, e dovendo seguire l’impianto europeo l’Italia sarà costretta a cedere agli stranieri i cosiddetti gioielli di famiglia (Eni, Enel, Telecom, Poste Italiane, Cassa Depositi e Prestiti, Ente Tabacchi, Alitalia), più musei, porti, aeroporti, autostrade, ecc. ecc.

Infatti, con molta probabilità, faremo la fine della Grecia.

Atene, che poi, tra l’altro, insieme a Roma e Cipro, è l’attuale osservata speciale potrebbe subire un secondo giro di spogliazione.

In tale contesto, il richiamo di Bruxelles nei confronti di Palazzo Chigi per ciò che riguarda il blocco dei licenziamenti non è certo di buon auspicio.

Ufficialmente l’UE ha asserito che il blocco dei licenziamenti da parte del Governo italiano  è una misura “superflua” che non influenza positivamente il mercato del lavoro. Infatti, sempre secondo questi eurocrati, il blocco va a vantaggio dei soli lavoratori a tempo indeterminato e “a scapito di quelli a tempo determinato come gli interinali e gli stagionali”, in realtà la von der Leyen vorrebbe vederci tutti in braghe di tela in modo tale che sarebbe molto più semplice, per lor signori, depredare le nostre risorse.

Quindi la soluzione al problema, non è il DdL Zan si o no, non è un Europa Federale o Confederale, non è l’abolire la parata del 2 giugno o meno … la soluzione è USCIRE DALL’UNIONE EUROPEA immediatamente!

Lorenzo Valloreja

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