INFANZIA: POVERTA’ EDUCATIVA DIGITALE AL 29,3% E UNA POVERTA’ ASSOLUTA DEL 13,6%?

Il 29,3% dei bambini non sa scaricare un file, il 32,8% non sa utilizzare un browser per l’attività didattica; l’11% non è capace di condividere uno schermo durante una chiamata con zoom.

È questo ciò che sembra risultare da una indagine pilota sulla povertà educativa digitale realizzata da Save the Children.

Una indagine che dovrebbe farci riflettere se consideriamo la povertà assoluta dei bambini, ma anche in generale della popolazione, che sembra essere in crescita.

Eppure buona parte di quegli aiuti che sembrano essere stati  pianificati, non servono per diminuire la povertà assoluta dei bambini, delle famiglie e degli anziani che aumenta sempre di più raggiungendo livelli di forte preoccupazione.

Aiuti che sembra non vanno ad incentivare lavoro e produzioni di beni primari, acqua e cibo, che sembrano anzi andare sempre più verso la disincentivazione, provocando così una caduta libera del mercato produttivo interno, a favore della sempre più crescente importazione che crea  sempre più povertà.

Infatti gli aiuti, sembrerebbe di almeno il 40%, sono previsti per la digitalizzazione. 

Area di sviluppo certamente importante, ma forse bisognerebbe incentivare dopo quei beni primari che servono a mantenere indipendente, ricca e produttiva una nazione, che altrimenti diventa colonia perché dipendente.

Così come avviene in tutti quegli stati che hanno ricchezze materiali ma dipendenza di cibo ed acqua.

A meno che i nostri politici e programmatori del futuro dei nostri figli, non abbiano deciso di farci nutrire con zuppa di hard disk e  ram di memoria, condita da digitalizzazione digitale. 

Ettore Lembo 

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