AFGHANSTAN: I TALEBANI AVANZANO

A che son serviti tanti morti, compresi i Nostri Soldati?

Mentre noi ci preoccupiamo del passaporto vaccinale, delle contraddizioni di difficile soluzione del nostro ministero  degli interni, e ci compiaciamo di un nostro generale che ha sostituito certi personaggi che forse, più che fare i manager, avrebbero dovuto fare altro, alla luce dei non risultati ottenuti, una breve nota del ‘ANSA, ci fa tornare in mente diversi anni fa quando i nostri contingenti partivano per l’Afghanistan per quella missione che abbiamo sempre definito di pace, e che avrebbe dovuto portare la “civiltà” in quelle terre, contro i talebani.

Era una missione di pace?

Tanti morti, anche tra i nostri Onorati soldati.

Soldati che hanno svolto con onore la propria missione, fino a qualche mese fa, quando gli ultimi soldati del nostro contingente, tra il silenzio generale degli organi di informazione e gli uomini delle istituzioni, ad eccezione di una sbrigativa cerimonia del Ministro dalla difesa Guerini, sono rientrati da quei territori.

Ma torniamo alla nota ANSA : Afghanistan: i talebani conquistano il sesto capoluogo Aibak, nel nord, annunciano le autorità locali.

I talebani hanno preso il controllo di un altro capoluogo provinciale in Afghanistan, il sesto dall’inizio della loro offensiva: si tratta di Aibak, nel nord, ha reso noto il vicegovernatore locale.

Aibak, nel nord dell’Afghanistan, è il sesto capoluogo di provincia caduto nelle loro mani dei talebani in soli quattro giorni.

“I talebani hanno catturato la città di Aibak e ne hanno il controllo completo”, ha detto Sefatullah Samangani, vice governatore della provincia di Samangan, di cui Aibak è la capitale”.

Ieri sera un senatore anziano si è arreso ai talebani “ed oggi i notabili hanno chiesto al governatore di ritirare le sue forze dalla città per evitare i combattimenti, ed il governatore ha accettato, ha aggiunto il suo vice. Una nota breve, che ci dà spunto per chiedere: a che è servito tenere tanti nostri soldati a rischio di vita, oltre a quelli che sono stati sacrificati, se tutto sembra essere tornato come prima? O forse peggio di prima? Forti le preoccupazioni del Generale Giorgio Battisti che ad AdnKronos dice:

Talebani avanzano, non abbandoniamo i nostri interpreti in Afghanistan‘” Verifiche su loro posizioni? Ci sarà tempo in Italia, rischiano di morire – “Interpreti li conosciamo, al contrario di chi sbarca su nostre coste“.

Affermazioni con precisi riferimenti a quella politica, sorda e insensibile che guarda solo alla resa economica.

Non a caso gli sbarchi rendono soldi, a chi li gestisce, le guide, che comunque hanno contribuito a salvare spesso i nostri soldati, probabilmente ad ora non sono stati monetizzati.

L’avanzata repentina dei talebani in Afghanistan impone di agire in fretta. Gli interpreti locali che per venti anni ci hanno aiutato rischiano di morire in balia dei terroristi. Devono essere portati in Italia subito”.  

Continua il Generale, “I primi 225 sono già arrivati da oltre un mese – spiega – Poi c’é un’altra aliquota di oltre 300 persone che deve essere recuperata, ma la repentina avanzata dei talebani che hanno già conquistato cinque città, fa sì che alcuni di questi, all’interno di queste città controllate dai talebani, non possono uscire. E’ una corsa contro il tempo, spero che le nostre istituzioni preposte a recuperali siano consapevoli che qualsiasi piano è stato stravolto da questa rapida avanzata talebana. Bisogna muoversi presto, dare certezze a queste famiglie, farle venire in Italia perché rischiano di essere ammazzati tutti”.

Come annunciato dal Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, nel corso della cerimonia di ammaina bandiera ad Herat, infatti, per una parte degli interpreti afghani sarebbero state necessarie ulteriori verifiche prima di accordare un loro. trasferimento in Italia.Ma il Generale continua:”E’ chiaro che su 300 persone qualcuno può non aver avuto un profilo pulito – conferma il generale – Tuttavia non possiamo tenere bloccate centinaia di collaboratori fidati, amici ormai, persone che ci hanno aiutato, in un Paese che li ucciderà. E’ gente che conosciamo, che ha prestato servizio come interprete o che ha gestito negozietti all’interno delle basi, e il cui profilo sicurezza è già stato verificato.

Basta chiedere ai comandi militari che si sono alternati nelle basi, sicuramente avranno file o database che li riguardano”. E incalza: “Non capisco l’esigenza di valutare il loro livello sicurezza quando poi centinaia di migranti arrivano sulle nostre coste senza alcun controllo preventivo. Portiamoli via prima che li sgozzino, poi li controlliamo in Italia. Quanti delinquenti, quanti terroristi, come quello del mercatino a Berlino, arrivano dal mare? Gli interpreti che stiamo lasciando in balia di una guerra civile dove la resa è fatale, almeno li conosciamo. Dietro di loro ci sono famiglie che ci hanno aiutato per 20 anni. Dietro agli immigrati non abbiamo idea di chi ci sia, eppure entrano in massa ogni giorno“.

Parole che devono far riflettere sulle situazioni che avvengono e che troppo spesso ignoriamo o … ci fanno ignorare per dare spazio a notizie che possono avere una rilevanza economica.Piaccia o no, prima viene l’economia, poi, forse, se c’è spazio, o qualcuno ci guadagna, si guarda alla vita umana.

Ettore Lembo

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