LA VICE QUESTORE DI ROMA ESTERNA CONTRO IL GREEN PASS AD UNA MANIFESTAZIONE. IMMEDIATA REAZIONE DEGLI INTERNI.

“C’è chi dice no”, canta Vasco Rossi. Anche se oggi, curiosamente, i libertari e bella ciao di ieri sono solitamente i bacchettoni sanitaristi di oggi, proprio come lui.

E chi dice no, a volte, lo trovi tra chi meno ti aspetteresti.

La dottoressa Nunzia Alessandra Schilirò è vice questore di Roma; di fatto, si trova in una delle poltrone più delicate della polizia italiana. Ha scritto un romanzo tra il visionario e l’apologo morale. Originaria di Gorizia, anche se nome e cognome farebbero pensare a origini di famiglia meridionali.  Ebbene, la importante funzionaria di polizia sarà sottoposta a procedimento disciplinare, avendo preso ieri sabato 25, la parola in piazza San Giovanni, a Roma, davanti a migliaia di manifestanti che come ogni sabato protestano contro il lasciapassare sanitario detto Green pass. Ovviamente, non indossava la divisa però gli organizzatori l’hanno qualificata professionalmente. La cosa non è andata per nulla giù alla sua amministrazione, che ha dichiarato: “Ha parlato per dieci minuti buoni, prendendo una posizione no Vax e no Green Pass. Questo, finché è frutto di posizione personale, non crea un problema diretto all’amministrazione. Ma sul palco, in questo caso, la dottoressa è stata presentata come dirigente della polizia di Stato creando un danno di immagine e una situazione di imbarazzo“.

Ma cosa ha detto la dott.ssa Schilirò (Nandra per gli amici, e detto incidentalmente, una bella donna)? Ha tra l’altro detto: “ Sono qui per ricordare a tutte le forze dell’ordine che noi abbiamo giurato sulla Costituzione e la Costituzione tra l’altro  è fonte di diritto preminente cioè sovraordinata rispetto a tutte le altre leggi dello Stato. E allora come si fa a limitare il diritto al lavoro, il diritto alla libertà, il diritto alla circolazione, il diritto alla vita sociale del cittadino? Non è possibile, bisognerebbe cambiare la Costituzione”.

E su Facebook si è già difesa dai passi che, a quanto pare, l’ amministrazione degli Interni pare voler prendere. «È bello apprendere dai giornali, anziché dalla propria amministrazione, di essere già sotto procedimento disciplinare. Sono molto serena. Ieri mi è capitata l’occasione di esercitare i miei diritti previsti dalla Costituzione e l’ho fatto. Il mestiere che svolgo è pubblico. Ho ricevuto quattro premi dalla società civile per i miei risultati professionali. Ieri ero solo una libera cittadina che esercita i propri diritti. Se l’amministrazione non gradisce la mia fedeltà alla Costituzione e al popolo italiano, mi dispiace, andrò avanti lo stesso». E conclude: «Andrò avanti sempre, con o senza divisa, per amore del mio Paese». 

Al di là di qualunque altra considerazione, credo che vi sia una bella materia di contesa per avvocati e giudici: la qualifica pubblica, ma in genere qualunque esternazione di posizione lavorativa, è da considerare in possibile contrasto e limitazione con la libertà di parola? Perché se così fosse, difficilmente chiunque di noi, specie di questi tempi e specie se pubblico funzionario o incaricato, potrà mai tranquillamente esternare il proprio pensiero.

Solo la Storia (speriamo non tra cento od ottanta anni, ma molto meno), ci dirà se Nunzia Alessandra Schilirò ha commesso una “follia” o se è una coraggiosa patriota che ha aperto una breccia in qualcosa di immensamente più grande di lei.

A. Martino

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