GLI EDITORI AUTEROVOLI DANNO DA LORO STESSI I GIUDIZI … NOI, CHE SIAMO MENO NOTI, CI PERMETTIAMO DI LASCIARE IL GIUDIZIO AI NOSTRI LETTORI

Come dice lo spot di Mediaset, oggi più che mai l’informazione influenza la nostra vita e la nostra sicurezza.

Le notizie, infatti sono una cosa seria.

Bene ed allora andiamo a vedere, per curiosità, un servizio di questi professionisti dell’informazione, di questi editori responsabili, veri e seri.

Prendiamo ad esempio il servizio andato in onda su Italia1, a Studio Aperto nell’edizione delle 12:25.

Si parla dell’annuncio di Nunzia Schilirò, Vice Questore di Roma, assurta agli onori delle cronache per le sue posizioni No Green Pass, riguardo il proprio essere risultata positiva al Covid.

Nel servizio viene riportato quanto segue: << Nunzia Schilirò, ha annunciato sui social di essere positiva al virus insieme al marito ed è in isolamento. Un inciampo per gli scettici del vaccino ma dal sapore del contrappasso contro chi, ha predicato, in nome della libertà, di non proteggersi e dunque di mettere al rischio se stesso e gli altri. Una minoranza rumorosa che sembra dover fare i conti con la realtà, Schilirò inclusa che solo qualche settimana fa parlava così: Io ho definito il Green Pass una tessera di discriminazione, è questo è, uno strumento di controllo e di oppressione”. Ascesa a paladina dei non Green Pass grazie alla sua loquacità e a comizi intrisi di negazionismo facendo leva su paura e disinformazione >>.

Vi rendete conto?

Il Tg ha detto che questa poliziotta è ascesa a paladina dei non Green Pass grazie alla sua loquacità e a comizi intrisi di negazionismo facendo leva su paura e disinformazione!!!

Certo, un modo asettico ed imparziale di comunicare una notizia, complimenti!

Ma detto questo, visto che noi de l’Ortis non siamo dei grandi come il gruppo Mediaset, ci permettiamo in maniera molto più umile e semplice di pubblicare l’integrale della Lettera Aperta della Schilirò con la quale, il Vice Questore, da notizia del suo essere risultata positiva al Covid.

A voi poi il giudizio su quanto detto da questa poliziotta.

Carissimi amici, pur non ritenendo quello che sto per dirvi una notizia ma, temendo strumentalizzazioni, mi pare giusto informarvi che io e mio marito oggi abbiamo ricevuto il risultato del tampone e, come avevamo immaginato dai sintomi, abbiamo preso il Covid. Non sappiamo dove né quando, né chi dei due lo abbia contratto prima, anche se da qualche giorno mio marito non stava bene e, infatti, non era andato a lavorare. Adesso stiamo abbastanza bene e, appena sarò guarita e non pericolosa per la comunità, riprenderò la mia battaglia per vedere rispettate la dichiarazione universale dei diritti umani, le norme europee, la Costituzione e, ancor prima, la libertà di tutti gli italiani.

Dall’esperienza della mia famiglia ho imparato che le terapie, se la persona colpita da covid è in salute, possono essere un’arma per tramutare una malattia che può essere tragica in una situazione totalmente affrontabile. E questo è confermato anche dai dati e dalla maggior parte delle persone colpite da questo virus.

I sintomi sono stati quelli tipici del Covid: febbre alta, mal di testa, stanchezza, tosse, perdita dell’olfatto e dolori alle ossa.

Non parlo di medicina perché non sono un medico né uno scienziato, però insisto nel voler parlare di diritto.

Io sono una giurista e sono estremamente certa che il diritto non possa essere cancellato per una cura. Dopo la mia esperienza, sono ancora più certa che non si possano superare le regole del diritto per la paura di dover curare le persone. Sarebbe una deriva pericolosa.

“La legge è uguale per tutti”  leggiamo nelle nostre aule di giustizia! Tutti, ma veramente tutti, hanno il dovere di conoscere la legge, dice la nostra giurisprudenza.

Ora nessuno potrà dire che non ho conosciuto il COVID! Certamente qualcuno inizierà a ripetere che sono stata fortunata, che l’ho preso in forma leggera ma, dopo la mia malattia, ho ancora più voglia di ribadire con forza il mio diritto di esprimere le mie opinioni, il mio diritto di chiedere che le leggi siano rispettate, sempre e non solo quando fa comodo.

Questa è la storia di tutta la mia vita, come donna e come poliziotta.

Agli esperti di medicina ricordo che la scienza è dubbio e che la legge certezza.

Agli esperti di medicina chiedo di trovare soluzioni e non dogmi.

Le tante certezze, infatti, dichiarate durante questo periodo pandemico si sono dimostrate a oggi sempre errate. Le sole certezze devono essere quelle che riguardano la libertà e i diritti fondamentali di ogni essere umano, diritti inalienabili, indisponibili e che nessuno può permettersi di violare impunemente.

Alessandra Schillirò”

Lorenzo Valloreja

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