FENOMENOLOGIA DELLA “MANO MORTA” PIU’ FAMOSA DELLA STORIA D’ITALIA. E NASCITA DI UNA GRANDE GIORNALISTA….

A la guerre comme a la guerre”. Questo è un classico caso in cui il sottoscritto, e L’ Ortis, devono come per cara vecchia cartolina-precetto, andare controcorrente, fuori dal coro, scandalizzare i benpensanti del politicamente corretto. Ve lo dico fin da ora senza giri di parole e ipocrisie di ordinanza: il caso della giornalista Greta Beccaglia è lucida e pura pazzia ideologica, possibile solo nella provincia italica dell’impero euroatlantista nell’ anno del Signore (oso scrivere del Signore) 2021.

Faccio una doverosa premessa: rapportarsi a una donna in quel modo  (ossia dialogando più col di costei fondoschiena che con la stessa) è da grandissimi scostumati, da incivili, da cretini, da ignoranti senza stile. E probabilmente, da frustrati sessuali.

Però, che della questione si interessi un sottosegretario agli Interni contattando il locale prefetto, mi lascia a bocca aperta.

In Italia, nonostante tutto, possono trascorrere intere settimane senza che si commetta un omicidio: penso che sia il più grave dei delitti, non solo per il codice penale ma ancora per la morale comune. Se questo ha per vittima un povero diavolo, insomma un “quidam de populo” ovvero volgarmente un povero fesso non servitore dello Stato, non vip o estraneo all’ establishment, vi è una simile mobilitazione? La domanda è del tutto retorica, e non merita nemmeno risposta.

Lasciamo perdere la stortura giuridica per cui gli “atti di libidine” ormai sono violenza sessuale e basta: una evidente forzatura ideologica, una cretina pacca sul sedere o un vigliacchetto “bacio rubato” non sono naturalisticamente equiparabili alla ferocia e alla bassezza di un vero stupro.

E lasciamo perdere la enorme notorietà e visibilità che la “cultura del piagnisteo” darà a questa giovane quanto affascinante, determinata ma oscura giornalista di una oscura emitttente locale toscana; oscure l’una soprattutto ma anche l’altra fino a quella fatidica partita Empoli-Fiorentina a margine della quale avvenne l’ormai famoso e famigerato contatto della mano di un tifoso con il gluteo, o i glutei di Greta Beccaglia. Infatti, leggendo distrattamente di “violenza a Greta” vi confesso che ho pensato alla Thunberg (nostra Signora del Cambiamento climatico).

Una volta si chiamava “mano morta” con omonimia, vallo a capire perché, con un certo istituto della  proprietà ecclesiastica. Goliardata di pessimo gusto, gallismo cretino quanto si vuole: ma anche classico topos cinematografico portato a dimensioni epicamente surreali dal mai abbastanza da me citato Lucio Fulci in All’ onorevole piacciono le donne (1972) con Lando Buzzanca e Laura Antonelli. Ora, in tempi di follia antropologica politicamente corretta e di #metoo può (ripeto può) portare alla messa al bando dalla società come nel caso del meschino in odore di DASPO dopo la discutibile bravata.

E qui, mi dispiace, ma devo andare fino in fondo con la mia lettura razionale del fatto: ripeto, razionale e magari controvertibile; ma certo, abbastanza sensata, anche se non conforme e non allineata, e dissidente. Tutto questo pandemonio è successo: a) perché ne è vittima una donna; b) perché è una giornalista, soprattutto una giornalista diligentemente allineata e non dissidente; c) per la lucida, e in fondo legittima e intelligente volontà della protagonista passiva del fatto, di cavalcarlo sapientemente e irripetibilmente, grazie ai tempi che viviamo.

Rinforzo il ragionamento con queste domande, ancora retoriche. Se fosse successo a Mario Giordano a opera di qualche assatanata, o anche di una bellaciao in vena di dileggio, che fine avrebbe fatto una denuncia del suddetto? Sarebbe stata archiviata dopo un mese, una settimana, o un giorno?

E secondo voi, dopo tutto questo, Greta Beccaglia continuerà a seguire poco emozionanti partite di calcio di squadre toscane al vento e alla pioggia, o la attendono redazioni giornalistiche molto, ma molto più gratificanti di Toscana TV?

A. Martino

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