SUMMIT SULLA DEMOCRAZIA, AMBASCIATORE DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINCESE IN ITALIA: “NO A BULLISMO USA”

Deve far riflettere l’intervento esclusivo rilasciato ad Adnkronos  dall’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Li Junhua, sul “Summit per la Democrazia”  convocato da Joe Biden per il 9 e 10 dicembre 2021.

Il “Summit per la Democrazia” convocato da Joe Biden per il 9 e 10 dicembre è “un pretesto per fomentare un confronto fra fazioni, noi ci opponiamo fermamente a questi tentativi di dividere la comunità internazionale e di ‘privatizzare la democrazia’, è estremamente antidemocratico tentare di contenere altre nazioni, strumentalizzando la democrazia“.

Da un po’ di tempo a questa parte, la Cina viene etichettata come un Paese ‘non democratico’. Ciò deriva da un’errata interpretazione del concetto di democrazia, ma soprattutto da un fraintendimento della democrazia cinese. La democrazia è un valore comune a tutta l’umanità e un concetto fondamentale che il Partito Comunista Cinese e il popolo cinese, ha sempre sostenuto“, sostiene Li, ricordando che “il mese scorso, durante la sesta sessione plenaria del 19° Comitato Centrale del Pcc, è stato rilasciato un comunicato in cui si sottolineano gli sforzi della Cina nello sviluppo di un processo di democratizzazione popolare e nella promozione dell’istituzionalizzazione, della standardizzazione e della proceduralizzazione di una democrazia socialista“.

La democrazia non è un ornamento decorativo, ma una garanzia della sovranità del popolo. Il principale obbiettivo del Pcc è sempre stato il benessere del popolo e il ringiovanimento della nazione. La salvaguardia a livello istituzionale degli interessi della maggioranza della popolazione cinese è assicurata dal sistema dei Congressi del Popolo, dalla cooperazione multipartitica, dalla consultazione politica sotto la guida del PCC e dal sistema dell’autonomia regionale, che garantiscono la piena partecipazione dei cittadini al governo del Paese. Per esempio – sottolinea nell’intervento intitolato La democrazia, un valore comune a tutta l’umanità – Il Congresso Nazionale del Popolo è costituito da cinque livelli, ognuno dei quali nominato attraverso elezioni dirette o indirette. Un altro esempio, nella formulazione del 14° piano quinquennale, il governo centrale ha consultato l’intera popolazione attraverso dei feedback online, raccogliendo e incorporando oltre mille suggerimenti“.

La democrazia non è un prodotto in serie, ma un’esplorazione modellabile a seconda delle condizioni di un Paese. Il tipo di sistema politico che un Paese adotta, il percorso di sviluppo che intraprende e la forma di democrazia che mette in atto sono determinati dalla sua storia e dalla sua cultura, dalla natura della sua società e dal suo livello di sviluppo economico” – scrive ancora l’ambasciatore – “Pertanto, non può esistere un unico approccio alla democrazia: essa si può realizzare in molti modi diversi. Giudicare se un Paese sia o meno democratico spetta unicamente al suo popolo. Nel maggio di quest’anno, un sondaggio del Washington Post ha rivelato che il 98% dei cittadini cinesi è soddisfatto del proprio Governo: un dato che non può che riflettere l’affermazione del godimento dei diritti democratici da parte del popolo cinese. Il processo di democratizzazione popolare della Cina ha fatto sì che il Paese potesse concentrare tutti i suoi sforzi sulle questioni più rilevanti, promuovere il continuo miglioramento della qualità della vita della popolazione e salvaguardare la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della nazione“.

La democrazia deve esprimersi non solo nella politica interna, ma anche nelle relazioni internazionali. Le Nazioni Unite sono composte da più di centonovanta stati sovrani. È il senso proprio della democrazia che gli affari di una nazione siano di competenza del suo popolo e che quelli internazionali vengano negoziati tra i diversi Paesi. Sebbene ogni nazione sia contraddistinta da una condizione singolare, tutti i popoli sono uniti nel perseguire i valori di pace, sviluppo, equità, giustizia, democrazia e libertà. Nessun Paese può considerarsi leader indiscusso della democrazia – afferma Li- né nessun modello è da ritenersi superiore. La presenza di uno o di pochi Paesi che dettano le regole attraverso politiche di potere e atteggiamenti di “bullismo” internazionale è totalmente contrario al senso stesso di democrazia. Il giusto modello democratico prevede che gli affari internazionali siano gestiti dai singoli Paesi in accordo con le norme internazionali e con il consenso comune“.

Nei prossimi giorni, gli Stati Uniti organizzeranno il cosiddetto “Summit per la Democrazia”, che si è rivelato in realtà un pretesto per tracciare delle linee ideologiche, attuare politiche di blocchi e fomentare un confronto tra fazioni. Ciò riflette l’adesione degli Usa alla mentalità della guerra fredda e del gioco a somma zero, aspramente criticati e messi in discussione da numerosi esperti a livello mondiale” – denuncia ancora l’ambasciatore nell’intervento per l’Adnkronos – “Noi ci opponiamo fermamente a questi tentativi di dividere la comunità internazionale e di “privatizzare la democrazia”. Gli Stati Uniti dovrebbero prestare maggiore attenzione ai bisogni del popolo americano e affrontare e risolvere il proprio deficit democratico e di diritti umani. È invero estremamente antidemocratico tentare di contenere altre nazioni autoproclamandosi il “padrone della democrazia”, tenendo “due pesi e due misure” e persino strumentalizzando la democrazia“.

La Cina” – conclude Li – “continuerà a impegnarsi per realizzare la pace, contribuire allo sviluppo globale e difendere l’ordine internazionale; proseguirà nello sviluppo della democratizzazione popolare e contribuirà, attraverso la sua saggezza, al progresso della civiltà politica umana; seguiterà inoltre a cooperare con gli altri Paesi e popoli per promuovere valori comuni a tutta l’umanità, per favorire la democratizzazione delle relazioni internazionali e contribuire alla pace e alla prosperità globale“.(Fonte Adnkronos)

Le parole che dell’Ambasciatore che abbiamo riportato per intero, per dovere di cronaca, e che sono state interamente rilevate dal sito di Adnkronos, sembrano un segnale che la Cina voglia dare a chi guida l’Italia da riportare negli USA.

Sembra infatti che oggi, il Primo Ministro Draghi  possa riportare al Presidente degli USA i valori di democrazia della Cina, avendo un peso trainante in Europa molto forte, specialmente dopo essere stato fortemente apprezzato nel recente G20 tenutosi a Roma, proprio da Biden, anche se tuttavia, oltre al Presidente Cinese, mancava anche il Presidente Russo.

Può avere influito la vicinanza delle politiche Italiane, probabilmente non solo sotto il profilo commerciale  l’apertura alla “Via della Seta” ? O potrebbe esserci altro che ha favorito un legame così forte tra Italia e la Cina?

Ricordiamo  tuttavia la tensione che quel fatto provocò nei confronti del nostro principale alleato, gli USA, allora sotto la presidenza di Trump, che non gradirono molto, forse a ragione, certi accordi e certe aperture.

Vedremo cosa accadrà il prossimo  8/9 dicembre, quando si terrà questo summit della democrazia, in un momento cruciale dove invece sembra proprio che la democrazia nel mondo sia totalmente e fortemente messa in discussione.

hissà se non si rivelino propedeutiche le parole pronunciate sulla democrazia e la libertà di informazione, dall’ex Primo Ministro Mario Monti, che essendo molto vicino al pensiero dell’attuale Premier Mario Draghi, ha suscitato reazioni  stranamente positive a chi occupandosi di informazione avrebbe dovuto invece stigmatizzarle fortemente.

Forse si guarda con viva attenzione alla Democrazia Cinese alla quale tanti partiti di governo sembrano auspicare?

Ettore Lembo

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