DISSIDENTI CAPITANATI DA STEFANO PUZZER TENTANO DI OCCUPARE L’OSPEDALE DI PORDENONE

Stefano Puzzer si è beccato un altro foglio di via obbligatorio (valido tre anni, pare). Nel giorno della Commemorazione dei Defunti, gli spettò a Roma, come riferimmo: per una “sfigatissima” occupazione di suolo pubblico in Piazza del Popolo e una polemica collocazione di qualche misera sedia etichettata con i nomi di altrettante autorità (Draghi, il papa ecc.).

Questa volta, in effetti, l’imputazione che ha portato alla sua cacciata da Pordenone è alquanto più consistente: assieme ad altri dissidenti o no vax o no pass fate voi, avrebbe tentato di occupare la direzione dell’ospedale di Pordenone. Atto che potrebbe avere una sua innegabile coerenza ideologica, direi: l’eversione verso una “dittatura sanitaria” non può non dirigersi verso una struttura sanitaria. Di fatto però, è un’azione velleitaria, non compresa che piaccia o no, dalla grande maggioranza dell’opinione pubblica e supportata da un pugno di irriducibili, il cui unico esito non può essere che l’ulteriore aggravamento della posizione degli esecutori.

Ancora non si sapeva che vi fosse di mezzo l’esponente dei portuali triestini, ho sentito la notizia alla radio sul mio posto di lavoro: i commenti dei colleghi sono stati per nulla benevoli, d’altronde anche a Pordenone dei passanti hanno gridato “vergogna”.

E’ decisamente l’ora di Davide contro un Golia che appare per nulla soccombente, e del “passaggio al bosco” per chi vuole e può.

A. Martino

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