BUON SANTO NATALE A TUTTI I NOSTRI LETTORI, CON LE ULTIME PAROLE SU DI ESSO DA PARTE DI SAN GIOVANNI PAOLO II

Alla vigilia di questo Natale, vorrei augurare un buon Santo Natale a tutti i nostri lettori (credenti e non credenti, confidando nell’apertura mentale e nella sana Ricerca di questi ultimi) onorando nel nostro piccolo San Giovanni Paolo II e riproducendo la sua omelia all’ ultima Messa di Natale  (quella del 2004) da costui presieduta. Non mi permetto di commentare le parole di un santo e di un gigante del Ventesimo Secolo, faccio però notare che la brevità del sermone, contrastante con la comprensibile lunghezza di altri analoghi (si pensi al capolavoro del 1978, primo Natale pontificio per Karol Wojtyla), è legata alle sofferenze fisiche che il Vicario di Cristo (i vescovi di Roma all’ epoca ancora avevano questo titolo) provava ormai in modo straziante, e che lo avrebbero portato alla dipartita nel successivo aprile:

“Adoro Te devote, latens Deitas”.

In questa Notte, mi risuonano nel cuore le prime parole del celebre Inno eucaristico, che mi accompagna giorno dopo giorno in quest’anno particolarmente dedicato all’Eucaristia. 

Nel Figlio della Vergine, “avvolto in fasce” e deposto “in una mangiatoia” (Lc 2,12), riconosciamo e adoriamo “il Pane disceso dal cielo” (Gv 6,41.51), il Redentore venuto sulla terra per dare la vita al mondo. 

Betlemme! Nella lingua ebraica la città dove secondo le Scritture nacque Gesù significa “casa del pane”. Là, dunque, doveva nascere il Messia, che avrebbe detto di sé: “Io sono il pane della vita” (Gv 6,35.48). 

A Betlemme è nato Colui che, nel segno del pane spezzato, avrebbe lasciato il memoriale della sua Pasqua. L’adorazione del Bambino Gesù diventa, in questa Notte Santa, adorazione eucaristica.

Adoriamo Te, Signore, realmente presente nel Sacramento dell’altare, Pane vivo che dai vita all’uomo. Ti riconosciamo come nostro unico Dio, fragile Bambino che stai inerme nel presepe! “Nella pienezza dei tempi, ti sei fatto uomo tra gli uomini per unire la fine al principio, cioè l’uomo a Dio” (cfr S. Ireneo, Adv. haer., IV, 20,4) .

Sei nato in questa Notte, nostro divin Redentore, e per noi, viandanti sui sentieri del tempo, ti sei fatto cibo di vita eterna.

Ricordati di noi, eterno Figlio di Dio, che nel grembo verginale di Maria Ti sei incarnato! L’intera umanità, segnata da tante prove e difficoltà, ha bisogno di Te.

Resta con noi, Pane vivo disceso dal Cielo per la nostra salvezza! Resta con noi per sempre. Amen!”.

A. Martino

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