L’ORTIS È LA VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO DELLA POLITICA …

Indubbiamente noi de l’Ortis siamo la “.. voce di uno che grida nel deserto …” della politica.

Se non in questo modo in quale altra maniera possiamo interpretare la nostra capacità di cogliere gli eventi, prima di altri, pur non essendo ascoltati da chi invece dovrebbe prestare attenzione alle nostre disamine?

Prova ne è il fatto che non sono passate neanche 24 ore dal nostro precedente articolo intitolato “L’ELEZIONE DI DRAGHI ARRIVERA’ A COLPI DI SPREAD …” con il quale indicavamo che, volenti o nolenti, il sistema, come al solito, vuole un Presidente “convintamente Europeista e fortemente Atlantista” – che l’ipotesi di candidatura al Quirinale per Franco Frattini è stata fatta saltare da Enrico Letta e Matteo Renzi perché, l’ex Ministro degli Esteri dei Governi Berlusconi II e IV, a detta dei Progressisti è troppo filorusso …

Ora, francamente, questa affermazione mi sembra una vera e propria boiata poiché tra i filorussi ci conosciamo tutti ed a me non risulta che il dott. Frattini lo sia … anche perché se lo fosse, allora, il sottoscritto e questo giornale, agli occhi di certe forze come quelle del PD non solo risulterebbero filorusse ma anche biasimabili per aver scatenato le guerre puniche!

Ma scherzato su questa cavolata, veniamo ora alla pistola fumante, alla prova provata, di questo essere filorusso per Frano Frattini.

La pezza d’appoggio, per Letta e Renzi, a quanto pare, deve essere individuata nell’intervista che Frattini rilasciò, circa un mese fa, a “Formiche” e nella quale, il figlio del noto poeta Alberto, osò dire che: “L’Italia doveva e poteva fare di più all’inizio della crisi ucraina, ai tempi dell’occupazione della Crimea. Allora era ancora nelle condizioni di partecipare al Formato Normandia o di esercitare una forte azione su Putin che forse avrebbe ascoltato. Ha scelto invece di acquetarsi su una acritica politica delle sanzioni di Obama. In diplomazia quando vuoi convincere chi la pensa all’opposto non lo cacci dal tavolo, aggiungi una sedia. Non pago della cosa, l’ex Ministro, scartò anche l’ipotesi di adesione dell’Ucraina alla Nato: “È un’ipotesi non realistica: un Paese come l’Ucraina, che oggi al suo interno conta tre province indipendentiste, non può aderire all’Alleanza. La Nato dovrebbe essere la prima a dirlo. Purtroppo ha perso il ruolo di attore politico di primo piano che aveva in passato“. E ancora: “I gesti russi hanno sempre finalità diverse da quelle che appaiono. Negli ultimi anni Putin ha dimostrato tre cose: 1) Senza Russia e Cina l’Occidente non può occuparsi di Afghanistan; 2) La Russia riesce ad aggirare le sanzioni occidentali guardando ad Est, come dimostra l’accordo trentennale sulle forniture di energia con la Cina; 3) Piaccia o meno, il Cremlino ha ancora una leva politica sugli ex territori dell’Urss“.

Dunque, in definitiva, la pistola fumante l’abbiamo trovata noi e non loro …

Essa infatti ci indica che, in nome della cieca ubbidienza agli Stati Uniti ed ai propri interessi personali, certi individui sono capaci anche di negare l’evidenza e la logica.

Lorenzo Valloreja   

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