RIDATECI LA MARINA, CHE, CHI SI FERMA, E’ PERDUTO!

In questi giorni si è fatto un gran parlare di eserciti, guerra e sicurezza internazionale, ebbene in pochi sanno che la scorsa settimana si è tenuta, nel Mediterraneo, un’esercitazione militare congiunta tra Italia, Stati Uniti e Francia e l’impressione che ha dato la nostra Marina Militare in questa occasione non è stata certamente delle migliori.

Infatti, sia a livello quantitativo che qualitativo, le nostre Navi si sono fatte notare per gli armamenti inadeguati. Vera e propria pietra dello scandalo la portaerei Cavour che, per l’occasione, era equipaggiata con appena n°4 vecchi AV-8B Harrier II Plus più un F-35B non operativo, mentre la portaerei americana aveva sul ponte una trentina di mezzi ed altri 21 aeromobili erano allocati sulla francese De Gaulle.

Un vero e proprio scandalo per una Nazione che è situata nel cuore del Mediterraneo e che è bagnata per più di 8mila km lineari dal mare, senza voler considerare, poi, la propria tradizione marinaresca resa prestigiosa, a causa delle Repubbliche Marinare, prima, e dell’epopea bellica tra i due conflitti mondiali, successivamente.

Ma, ci piaccia o meno, così oggi è!

Fortunatamente, il futuro, non è un qualcosa che ci piomba addosso per pura fatalità, ma, viene determinato, in gran parte, dalle nostre opere o omissioni. Quindi siamo ancora in tempo per invertire la rotta, giacché, come abbiamo sempre sostenuto, se oggi la pace è salva ad est essa non è da attribuire all’immobilismo di Paesi come il nostro ma alla propensione alla guerra di altri.

In buona sostanza se la guerra non c’è stata e non ci sarà, tra la NATO e la Federazione Russa, ciò può essere ascrivibile alla sola dottrina della “DISTRUZIONE MUTUA ASSICURATA” attraverso la quale i due blocchi sanno benissimo che qualora dovessero farsi guerra reciprocamente non vi sarebbero vincitori ma solo sconfitti, in quanto, il genere umano, scomparirebbe definitivamente dalla faccia della terra a causa dell’apocalisse atomica.

Oggi chi conta in ambito internazionale deve avere almeno una bomba nucleare di proprietà.

La Corea del Nord docet.

L’Italia, dunque, deve necessariamente attrezzarsi in tal senso, né va della propria esistenza … altro che Esercito Europeo, nel quale, detto tra di noi, non crede nessuno, se non la nostra classe dirigente.

Noi dobbiamo avere l’arma atomica non per sganciarla o utilizzarla ma solo per farla pesare nei tavoli che contano.

La Turchia ad esempio, nostro nemico naturale, proprio in questo momento storico, porta avanti progetti di potenziamento della propria flotta e vara piani per aumentare il personale della propria marina di circa 20mila unità, passando così dagli attuali 40mila uomini ai 60mila futuri.

Ora ciò non toglie che, Ankara, in un futuro non ben identificato possa dotarsi ugualmente di quest’arma.

In conseguenza di ciò dobbiamo, per forza di cose, giocare d’anticipo.

D’altronde non erano forse i latini che dicevano: “si vis pacem, para bellum”?

Certo! Ed allora cosa fare?

In primis dobbiamo dotarci almeno di una cinquantina di sottomarini, poi di 2/3 portaerei che siano veramente tali, dunque non appartenenti alla classe “STOVL”, ma, semmai della tipologia “Superportaerei” ed infine uscire dalla NATO per avere mano libera, sia per quanto riguarda il riarmo, sia nella gestione della politica estera.

Comunque sta di fatto che, al di là di come la possiate pensare, cari lettori, chi si ferma è perduto e l’Italia, fino ad oggi, è stata troppo tempo a guardare …

Lorenzo Valloreja

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