VLADIMIR PUTIN APRE UFFICIALMENTE IL FRONTE INTERNO IN RUSSIA, E PROMETTE “SPUTEREMO FUORI I TRADITORI COME MOSCERINI IN BOCCA”

Nel discorso di ieri 16 marzo, il leader russo Vladimir Putin ha usato termini durissimi come mai in tutti i suoi mandati presidenziali, quanto meno dei riguardi della politica interna. “Inquietante”, “raggelante”: così i media main stream hanno definito il suo ultimo discorso televisivo. Indubbiamente, i toni testimoniano una difficoltà gestionale, militare e nei confronti della opinione pubblica interna, riguardo la “operazione speciale” in Ucraina avviata il 24 febbraio.

Bisogna però capire che il disfattismo, in ogni epoca e in ogni regime, non può non incontrare una risposta dura. E che sabotare il morale dei militari e delle loro famiglie in trepidazione, sarà politicamente corretto a graditissimo uso e consumo della propaganda atlantista, ma non mi sembra altrettanto tale verso ragazzi di leva caduti nell’adempimento del proprio dovere, o che esso stanno pericolosissimamente svolgendo. Simbolo di questo atteggiamento è la giornalista “ribelle” del famoso cartello esibito durante un telegiornale qualche giorno fa: perfettamente truccata, ma dall’aria inguaribilmente snob e supponente. E’ un’aspirante Lilli Gruber, o una possibile “bruna vespa” in caso di cambio di regime.

Una prima lezione da questi primi venti giorni di conflitto in Ucraina, che il ragionamento di Putin con un certo clamore conferma è che anche in Russia vi è un establishment mondialista, nato dalle ceneri della URSS o piuttosto “concepito” nei suoi ultimissimi anni: sottomesso, guardingo e timoroso ma pronto ad alzare la testa non appena gli se ne dia occasione. Saprà la leadership ultrasovranista di Putin neutralizzarlo una volta per tutte? Oggettivamente nessuno può ora avere la presunzione di rispondere, è una storia tutta da scrivere. Spero ardentemente però, che la Russia non si “ucrainizzi”.

Di questo discorso, è da mettere in luce anche una ormai insanabile frattura tra un “noi veri russi” e “loro occidentali corrotti, materialisti con i loro satelliti sottomessi e i loro collaborazionisti di qua”: Ucraina o non Ucraina, la contrapposizione culturale è ormai estrema e apparentemente non mediabile. D’altronde, è assodato che Putin si senta molto più a suo agio tra i miliziani ceceni e i loro gridi di battaglia che nei corridoi dell’eurocrazia: comprensibilissimo.

Ecco degli ampi stralci dal discorso di Vladimir Putin.  

Non sto affatto giudicando quelli che hanno una villa a Miami o in Costa Azzurra, che non possono fare a meno del foie gras, delle ostriche o delle cosiddette libertà gender. Questo non è assolutamente il problema, ma, ripeto, il problema è che molte di queste persone sono mentalmente lì e non qui, non con il nostro popolo, non con la Russia. Questo è, secondo loro – secondo loro! – un segno di appartenenza a una casta superiore, a una razza superiore. Queste persone sono pronte a vendere le loro madri per avere il permesso di sedersi nell’anticamera di questa casta molto alta”.

Costoro, ragiona il Presidente moscovita, smanierebbero di diventare occidentali “imitandoli in ogni modo possibile. Ma dimenticano o non capiscono affatto che questa cosiddetta casta superiore, se ha bisogno di loro, è solo per usarli come materiale sacrificabile per causare il massimo danno al nostro popolo. L’Occidente collettivo sta cercando di dividere la nostra società, speculando sulle perdite militari e sulle conseguenze socio-economiche delle sanzioni, per provocare una guerra civile in Russia e cerca di raggiungere l’obiettivo usando la sua “quinta colonna”. E c’è solo un obiettivo, la distruzione della Russia“, avverte. “Ma qualsiasi nazione, e soprattutto il popolo russo, sarà sempre in grado di distinguere i veri patrioti dalle canaglie e dai traditori, e li sputerà semplicemente fuori, come un moscerino che gli è volato accidentalmente in bocca”.

“Sono convinto che questa naturale e necessaria auto-pulizia della società non potrà che rafforzare il nostro paese, la nostra solidarietà, la coesione e la prontezza di fronte a qualsiasi sfida”, continua Putin. “Il cosiddetto Occidente collettivo e la sua “quinta colonna” sono abituati a misurare tutto e tutti da soli. Credono che tutto possa essere comprato e venduto, quindi pensano che ci spezzeremo e ci ritireremo. Ma non conoscono bene la nostra storia e la nostra gente. Sì, molti Paesi del mondo si sono abituati da tempo a vivere con la schiena china e ad accettare servilmente tutte le decisioni del loro sovrano, purtroppo anche in Europa. Ma la Russia – incalza – non sarà mai in uno stato così patetico e umiliato, e la lotta che stiamo conducendo è una lotta per la nostra sovranità, per il futuro del nostro paese e dei nostri figli. Lotteremo per il diritto di essere e rimanere in Russia. Un esempio per noi è il coraggio e la fermezza dei nostri soldati e ufficiali, fedeli difensori della patria”.

A. Martino

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