LA QUESTIONE DELLE ARMI BATTERIOLOGICHE STUDIATE IN UCRAINA IRROMPE PREPOTENTEMENTE NEL DIBATTITO DIPLOMATICO

La Federazione Russa, attraverso le proprie ambasciate nei Paesi occidentali ed asiatici, ha fatto pervenire, oggi, alle varie cancellerie, un documento riguardante lo sviluppo delle armi biologiche USA in Ucraina.

Chiaramente la Repubblica Italiana non è rimasta esente da tale informativa.

Il documento, infatti, è stato inviato sia alla Farnesina che al Ministero della Difesa Italiano.

Ma vediamo cosa dice nello specifico:

“Con il supporto finanziario e organizzativo degli Stati Uniti, dopo il 2014 sul territorio dell’Ucraina è stata dispiegata una rete di oltre 30 laboratori biologici, impegnati in lavori di ricerca sullo studio di malattie letali, in particolare agenti patogeni e virus estremamente pericolosi. I lavori furono svolti su ordine della Direzione del Ministero della Difesa degli Stati Uniti per la riduzione delle minacce alla difesa (DTRA).

I lavori sono stati svolti in tre aree principali:

Secondo quanto afferma il Pentagono veniva monitorata la situazione biologica nelle presunte aree dello spiegamento dei contingenti militari dei paesi membri della NATO.

Su base regolare si effettuava la raccolta e l’esportazione negli Stati Uniti dei ceppi di microrganismi pericolosi.

Si svolgevano lavori di ricerca per lo studio dei potenziali agenti di armi biologiche, specifici di una determinata regione, che hanno focolai naturali e possono essere trasmessi all’uomo.

Nel corso dell’operazione speciale delle Forze Armate della Federazione Russa, i dipendenti di questi laboratori, che abbracciano le opinioni stataliste e patriottiche, hanno consegnato alla parte russa documenti che evidenziano che gli americani in modo urgente hanno ripulito le tracce del programma biologico militare in corso in Ucraina, finanziato dal Ministero della Difesa degli Stati Uniti. Quindi, è diventato noto che a partire dal 24 febbraio dell’anno corrente il Ministero della Salute dell’Ucraina ha dato un ordine di distruggere completamente i bioagenti nei laboratori. Questo fatto conferma che Washington e Kiev temevano seriamente che gli esperti russi abbiano ottenuto prove inconfutabili del lavoro pratico mirato ad intensificare le proprietà patogene dei microrganismi utilizzando metodi di biologia sintetica. Ciò, a sua volta avrebbe smascherato la violazione sistematica da parte dell’Ucraina e gli Stati Uniti della Convenzione internazionale sulla proibizione delle armi biologiche e tossiche, che è stato più volte segnalato da Mosca.

A questo proposito il più grande interesse rappresenta il progetto con il nome in codice UP-4. Lo scopo di questo studio era di identificare le malattie degli uccelli che rappresentano il maggior pericolo per l’uomo e hanno il massimo potenziale per destabilizzare la situazione epidemiologica in una particolare regione in tempi molto limitati. Un altro compito era di studiare le rotte migratorie degli uccelli per determinare quelle che attraversano il territorio della Russia e in minor modo colpiscono i paesi europei. A favore di questa versione si parlano, tra l’altro, la cattura intenzionale di uccelli sul territorio russo con successivo trasporto nel territorio dell’Ucraina e tracciamento della via del loro ritorno. Inoltre, nel corso del lavoro, gli scienziati hanno individuato i luoghi con la maggiore concentrazione degli uccelli, dove sarebbe possibile infettare l’intero stormo con un agente patogeno particolarmente pericoloso.

Lo svolgimento di tali studi può indicare che i biologi militari americani e ucraini intendevano utilizzare gli uccelli come mezzi di trasporto di armi di distruzione di massa. Quest’approccio è uno dei metodi di guerra più sconsiderati, disumani e altamente irresponsabili. Dopotutto, lanciando una tale «arma vivente», i suoi creatori perderanno inevitabilmente il controllo su di essa e l’epidemia in pochi giorni può non solo diffondersi in tutto lo spazio post-sovietico, ma anche colpire l’Europa Occidentale. Particolarmente preoccupante è che esperimenti simili al progetto UP-4 sono in corso in prossimità di aree densamente popolate di paesi europei considerati alleati degli Stati Uniti, la cui sicurezza, tuttavia, è palesemente trascurata dai «partner» americani.

Altri documenti ottenuti dal Ministero della Difesa della Federazione Russa mostrano che gli scienziati ucraini hanno regolarmente donato campioni di biomateriali alle persone e organizzazioni straniere interessate. I campioni inviati includono non solo portatori di malattie (pulci, ecc.), ma anche il siero del sangue di rappresentanti del gruppo etnico slavo. Questo fatto indica che gli specialisti dei laboratori biologici americani in Ucraina hanno condotto uno studio sull’impatto degli agenti patogeni sulle persone tenendo conto dei fattori razziali ed etnici. Ciò può indicare l’interesse del Pentagono nello sviluppo di armi biologiche selettive rivolte a determinati gruppi etnici (armi «etniche»).

Inoltre, i documenti confermano che la Germania sta svolgendo il suo programma biologico militare in Ucraina. L’obiettivo è di studiare il potenziale delle malattie letali, come la febbre emorragica Crimea-Congo, nelle condizioni dell’Europa Orientale.

Pertanto, nell’ambito di questo lavoro, l’Istituto tedesco di medicina tropicale di B.Nocht ha cooperato con il Centro per la salute pubblica del Ministero della salute dell’Ucraina il quale si è impegnato a fornire campioni di sangue del gruppo etnico slavo da diverse regioni del paese. Inoltre, ci sono state visite regolari di specialisti tedeschi agli ospedali ucraini di Kiev, Kharkov, Odessa e Leopoli dove loro hanno conosciuto personalmente le peculiarità del decorso delle malattie nella popolazione locale. Il progetto è stato finanziato dal Ministero degli Esteri tedesco e dal Bundeswehr.

Le azioni tedesche, precedentemente sconosciute al grande pubblico, comportano la stessa minaccia degli esperimenti biologici statunitensi e richiedono uno studio dettagliato.

La divulgazione di documenti sulle attività dei biolaboratori statunitensi in Ucraina ha prodotto un effetto devastante nello spazio internazionale dell’informazione. Il vicesegretario di Stato Americano V. Nuland, in un’audizione al Congresso, è stata costretta ad ammettere l’esistenza di laboratori biologici americani in Ucraina, ma ha negato le accuse di aver sviluppato i tipi proibiti di armi di distruzione di massa. In questo contesto, il Ministro degli Esteri Cinese Wang Yi ha espresso una preoccupazione seria per la natura disumana del programma biologico militare americano e ha chiesto a Washington di divulgare informazioni sui suoi obiettivi, compiti e contenuti. Ha anche proposto di organizzare ispezioni internazionali sugli impianti del programma biologico militare statunitense. I media conservatori americani chiedono l’immediata chiusura di tutti i biolaboratori statunitensi all’estero. La delegazione russa al Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha sollevato la questione dell’opportunità di un’indagine internazionale sul programma biologico militare americano.

I documenti pubblicati testimoniano innegabilmente lo sviluppo di un nuovo tipo di armi biologiche da parte degli Stati Uniti nei laboratori ucraini.

L’attività biologica militare degli Stati Uniti in Ucraina viola la Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, della produzione e dello stoccaggio di armi biologiche e tossiche ed è una minaccia diretta alla sicurezza biologica non solo della Russia, ma anche degli stati dell’Europa Centrale ed Orientale”.

E’ evidente, pertanto, che la denuncia portata avanti, dalla Federazione Russa, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU non era affatto campata in aria, come invece si era paventato nelle prime ore.

Ora bisognerà vedere solo quanto essa peserà sul tavolo delle trattative in corso.

Lorenzo Valloreja

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