Politicamente corretto, russofobia, Pensiero Unico…concetti ormai triti e ritriti, ben noti agli amici e lettori de L’ Ortis; e questa storia della demonizzazione della Z sembra sublimare il tutto come in una specie di drink non certo alla 007 “agitato non mescolato”, ma piuttosto simile a una volgare unione di vini assolutamente estranei. Se unisci il Trebbiano al Chianti non otterrai un “rosato”, ma semplicemente uno schifo di vino.

Allo stesso modo, se unisci alla russofobia la classica fisima mondialista e bellaciao per ogni innocua e anche antichissima simbolologia avversa, come il tendere il braccio, non fai educazione civica di massa: rompi le scatole e basta, dimostrando, in tutta franchezza,  che nonostante le tue infallibili e incontrovertibili certezze da suddito (o suddita, in questo caso) euroatlantista, hai semplicemente paura. Anche della tua ombra. Ne è dimostrazione la Z-fobia che già, con una certa tempestività, segnalai nell’articolo dell’otto marzo LA LETTERA Z, SEGNO DI ZORRO MA ANCHE … DI PUTIN .

Ecco infatti cosa ha appassionatamente chiesto su Twitter la piddina Alessandra Moretti, a suo tempo trombatissima candidata alla presidenza della Regione Veneto ma prontamente sistemata dal suo partito tra le dorate poltrone del Parlamento europeo.

“Gli stati federali tedeschi della Bassa Sassonia e della Baviera annunciano sanzioni penali per chi userà il segno ‘Z’ nei luoghi pubblici. Nessuna equidistanza e totale condanna per l’aggressione di Putin. Facciamo lo stesso in tutta Europa“.

Perfetto. Prepariamoci ad assistere, dopo la scomparsa sugli schermi televisivi di Horst Tappert alias Ispettore Derrick reo di essere stato arruolato nelle SS (mai pubblicamente esaltate e nemmeno nominate), a quella di tutti i film e telefilm, anche animati, su Zorro. Al bando e cancellati Tyrone Power, Douglas Fairbkans, Alain Delon, Antonio Banderas e tanti altri.

A. Martino