FINISCE A MALTA IL PORSI AL DI SOPRA DELLE PARTI DI PAPA FRANCESCO?

Nel suo primo discorso in La Valletta (capitale maltese) Papa Francesco non ha mai nominato l’Ucraina o la Russia, né tantomeno Vladimir Putin; ma mi sembra che abbia indirizzato a questo ultimo una bella reprimenda.

Ha citato l’infantilismo di cui parlava Giorgio La Pira che riemergerebbe in “….seduzioni dell’autocrazia, dei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa, nell’incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri…..”.

Ed ecco che ci troviamo improvvisamente dinanzi alla “notte della guerra che è calata sull’umanità”, dinanzi a cui però, esorta il Pontefice, “non facciamo svanire il sogno della pace”.

Ma l’affondo contro Mosca lo vedo meno sfumato nel seguente passaggio. “….Ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà”. “Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano. Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti“.

Francamente, mi sembrano parole fortemente sbilanciate verso la narrazione euroatlantista; in contrasto con una certa equidistanza esternata nei primi giorni dei combattimenti in Ucraina. Forse, era quello mero attendismo cui ora fa seguito un più aperto filoucrainismo causato da un certo “và dove ti porta il cuore” cioè la geopolitica mondialista in cui il papato bergogliano sostanzialmente si inserisce; e causato anche dalla accanita resistenza ucraina?

E la dura condanna della proliferazione degli armamenti, che fine ha fatto?

Sembra nella narrazione papale a Malta, che guerre non ve ne fossero più da anni, in nessuna parte del mondo. Ma così certamente non è, basterebbe per il Santo Padre chiedere dalle parti del Colle più alto dove si era ministro della Difesa all’epoca della terribile spedizione punitiva della NATO sulla Serbia ; e dispiace alquanto che tanto Joe Biden, quanto Ursula von Der Leyen, come appunto Papa Francesco, si ostinino a ignorare che in Ucraina (segnatamente in Donbass e anche ad Odessa), si muoia per bombe e violenza nazionalista dal 2014.

A. Martino  

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