STIAMO DANZANDO VERSO IL BARATRO, MA NESSUNO TRA I CITTADINI NE HA LA CONTEZZA

<< E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica >>.

Così una volta parlò Friedrich Nietzsche e questo aforisma potrebbe essere preso pari pari per descrivere la situazione internazionale nella quale le elite delle democrazie compiute stanno spingendo il popolo occidentale inconsapevole, cioè sull’orlo dell’abisso.

Infatti, i Capi di Stato e di Governo delle potenze occidentali, riuniti a Davos, sanno molto bene quale potrebbe essere la reazione russa all’invio dei carri “Challenger II”, “Abrams” e “Leopard II”, così come, dei sistemi d’arma antiarea “Patriot” e  “SAMP/T” o, ancor peggio, qualora Washington fornisse realmente i 100 mezzi ruotati della classe M270, aventi quindi un raggio d’azione di 150 chilometri ed armati con le “Ground-Launched Small Diameter Bomb”, in grado di colpire in profondità la Crimea e il territorio russo.

In questo caso Mosca sarebbe realmente autorizzata a mettere in atto la propria dottrina militare che prevede una stretta simbiosi fra le forze convenzionali e le armi nucleari tattiche.

In altri termini la Russia potrebbe far deflagrare sul campo di battaglia bombe nucleari a basso potenziale per mettere fuori uso o ridurre la capacità aggressiva dell’esercito nemico e quindi far arretrare lo stesso.

Ed è proprio questo il ragionamento che ha fatto l’ex Presidente della Federazione Russa, Dmitry Medvedev, quando ha affermato: << Le potenze nucleari non hanno mai perso grandi conflitti da cui dipende il loro destino. Ma questo dovrebbe essere ovvio per qualsiasi persona, anche per un politico occidentale che abbia conservato almeno tracce di cervello >>.

Eppure ai leader occidentali questo non interessa, o meglio, agli Stati Uniti tange solo che Mosca o:

  • Si sieda al tavolo delle trattative da perdente e frustrata;
  • Che compia questo atto umanamente efferato e deplorevole tale da farla passare agli occhi del mondo sul banco dei colpevoli e degli irresponsabili.

E per ottenere almeno uno di questi due scopi il Presidente Biden deve necessariamente affidarsi a uomini come il Cancelliere tedesco Olaf Scholz che proprio ieri ha dichiarato: << Affinché l’aggressione militare finisca in Ucraina, la Russia deve perdere. Pertanto, forniamo in larga quantità armi all’Ucraina continuamente, in stretta comunicazione con i nostri partner >>.

Armi però che, nella Germania, né l’Italia, né tantomeno nessun altro Paese Europeo, ha in un numero tale da poter continuare a garantire la propria sicurezza e incolumità qualora ne destini una parte in dono all’Ucraina.

Ad esempio:

  • La Polonia allinea circa 500 carri per metà Leopard II A4 e A5 e per meta T-72/PT  e 91 Twardy;
  • La Grecia ha 350 Leopard II A4 e A5 che non intende cedere;
  • I tedeschi dispongono di 260 Leopard II A7 Plus, di cui solo 160 operativi;
  • I britannici hanno 227 Challenger II;
  • I francesi hanno 222 Leclerc;
  • La Svezia 250 Leopard II A4 e A5;
  • La Spagna dispone di 219 Leopard II A6 e di un centinaio di A4, questi ultimi tutti in pessime condizioni e non utilizzabili;
  • La Finlandia ha 160 Leopard II A4 e A5;
  • Dei circa 150 Carri Ariete in dotazione al nostro esercito solo poche decine di esemplari sono quelli operativi;
  • La Danimarca 34 Leopard II A5;
  • La Norvegia 49 Leopard II A4;
  • Il Canada una quarantina di Leopard II A4 e A6;
  • Il Portogallo dispone di appena 37 Leopard II A6;
  • L’Olanda 18;
  • Il Belgio non ha neppure un carro armato

L’unica Nazione che potrebbe cedere qualche centinaio di tank all’Ucraina, senza privarne in Patria i reparti, sono gli Stati Uniti grazie alle ampie riserve di carri Abrams, ma si guardano bene dal farlo.

Infatti, se, i cittadini, avessero orecchi per ascoltare la musica che sta suonando, comprenderebbero come gli aiuti ad oltranza verso Kiev non stanno in alcun modo favorendo né la pace, né il popolo ucraino, ma solo l’egemonia politica, economica e militare, degli americani sulle Nazioni europee.

D’altronde è palese come le nostre industrie continentali avrebbero bisogno di ampi investimenti e diversi anni, per produrre nuovi mezzi e sistemi d’arma in quantità da poter garantire la sicurezza di ognuno.

In mancanza di ciò, i Paesi NATO che cederanno parte del proprio parco carri all’Ucraina, saranno costretti all’acquisto di equipaggiamenti statunitensi sia nuovi che di seconda mano, con grande beneficio per l’economia a stelle e strisce ma grande danno sia per i nostri bilanci che per le industrie.

È vergognoso come la nostra classe dirigente, in un momento economico così drammatico per l’Italia, sia talmente accondiscendente verso i diktat sia Europei che della NATO.

Il Governo Meloni, ad esempio, ha da poco varato una manovra economica del valore di circa 35 miliardi di Euro, ebbene, gli aiuti stanziati all’Ucraina, dal precedente Esecutivo Draghi e dall’attuale Governo, ammontano ad Euro 500 milioni, cioè, Roma ha consegnato a Kiev 1/70 del nostro bilancio quando non si è stati ancora in grado di eliminare le accise della:

  • Guerra d’Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);
  • Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);
  • Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);
  • la Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);
  • Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro).

Cioè stiamo parlando di eventi accaduti tra i 90 e i 40 anni fa, ormai passati ed archiviati, ma che con la loro presenza sul costo del carburante, incidono, nelle tasche degli italiani, per ben 22 centesimi per ogni litro.

Dunque perché spendere 500 milioni per l’Ucraina quando non si è in grado in Patria di togliere dei balzelli così ridicoli?

Forse perché il nostro Paese, come preannunciato da Bruno Vespa a Zelensky, spera di partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina, ma non sarà così!

Dico questo non certo per spirito antinazionale, ma perché sono in grado di ascoltare la musica che la politica suona.

Infatti, se si da un’occhiata al contributo economico dato degli altri Paesi NATO alla causa ucraina, ci si renderà conto come:

  • Gli Stati Uniti abbiano donato ben 25 miliardi di Dollari;
  • La Gran Bretagna abbia versato per la causa 4 miliardi di Dollari;
  • La Polonia, grazie a tutti i soldi che gli abbiamo regalato in questi anni, ha donato quasi 2 miliardi di Euro a Kiev;
  • La Germania abbia ceduto a Zelensky 1,2 miliardi di Euro.

Quindi il nostro Paese è solo V tra i grandi donatori ed una vecchia volpe come Macron, per rimanere tra i Paesi Mediatori, non è andato oltre i 250 milioni di Euro, cioè giusto giusto la metà del nostro importo.

Ergo, qualcosa mi dice che, anche in questo frangente, non caveremo un solo ragno dal buco.

E pensare che il Ministro degli Esteri Russo, Sergey Lavrov, solo due giorni fa, dopo la lavata di testa al nostro Paese, del 4 gennaio scorso, effettuata dalla sua portavoce, Maria Zakharova, ha esternato una vera e propria dichiarazione d’amore verso gli italiani.

Egli, infatti, ad un giornalista dell’Ansa, ha detto: << Mi piacciono gli italiani, sono molto simili ai russi, e ai russi piace il modo di vivere italiano. Non riesco a vederli come gente che costruisce muri e barriere. L’atteggiamento di scontro (con la Russia) è stato imposto (dagli Stati Uniti) all’Europa >>, e quindi anche all’Italia, che è diventata, in questo modo << una dei leader nel fronte anti-russo >>.

E nonostante questa benevolenza la Meloni si prepara ad incontrare Zelensky, sempre più convinta delle sue posizioni atlantiste, non capendo, però, che se a buttarla fuori da Palazzo Chigi non sarà, né, lo spread, né tantomeno il malcontento delle cancellerie occidentali, potrebbe essere defenestrata dalle piazze che così potentemente l’hanno votata non certo per essere la fotocopia di Draghi quanto per attuare delle politiche coraggiosamente nazionaliste e non  europeiste.

A tal proposito, cari lettori, voglio lanciare un sondaggio tra coloro i quali hanno votato Meloni.

Oggi, dopo aver visto la Meloni schierarsi apertamente con Zelensky, aver abbracciato la von der Leyen ed il MES ed aver scelto Biden, la votereste nuovamente?

A voi l’ardua sentenza!

Lorenzo Valloreja

One Response to STIAMO DANZANDO VERSO IL BARATRO, MA NESSUNO TRA I CITTADINI NE HA LA CONTEZZA

  1. Elvira ha detto:

    Mai più al mondo !

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