DEBITO PUBBLICO SALE A 2.755 MILIARDI. GENTILONI: “IN ITALIA C’E’ SPAZIO FISCALE PER ALTRE MISURE.

Usciti i dati sul Debito pubblico: la forbice si allarga sempre di più, 2.755 miliardi, con una crescita di 18,9 miliardi rispetto al mese precedente.

A comunicarlo è Bankitalia, sottolineando come l’aumento è dovuto al fabbisogno (22,8 miliardi), che ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (6,4 miliardi, a 95,6).

In aumento le entrate tributarie che risultano essere pari a 33,2 miliardi, in crescita, dunque, del 10,2% (3,1 miliardi) rispetto a marzo 2021.

Alla fine di marzo la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 25,5 %.

Dati, questi, certamente preoccupanti per il “cittadino semplice”, come direbbe un caro amico che ci onora dei suoi scritti, e che indicano anche il taglio drastico delle stime di crescita del Bel Paese da parte dell’ UE .

Infatti il Pil dovrebbe scendere al 2,4% nel 2022 e rallentare all’1,9% nel 2023, rispetto al 4,1% e al 2,3% previsti a febbraio, a causa dell’impatto della guerra tra Russia ed Ucraina.

Il Pil reale italiano” – spiega Bruxelles – “si è contratto nel primo trimestre del 2022 e le prospettive a breve termine rimangono modeste, poiché le ripercussioni economiche dell’aggressione militare russa contro l’Ucraina hanno intaccato il sentimento economico ed esacerbato gli ostacoli esistenti all’espansione”.

Il tasso di inflazione che sta affrontando l’Europa è, secondo Paolo Gentiloni, Commissario Europeo all’Economia, “il più alto nella storia dell’unione monetaria“.

Il tasso di inflazione in Italia sfiorerà il 6% (attestandosi al 5,9%, due punti percentuali in meno della media dell’eurozona) quest’anno per raggiungere poi una media del 2,3% nel 2023. E’ quanto si legge nelle previsioni di primavera della Commissione Ue che rivedono il tasso di inflazione al rialzo anche per il nostro Paese.

Se le previsioni, continuamente rimaneggiate, destano preoccupazione al “cittadino semplice”, ancor di più lo spaventano i mutui:

  • Per nuovi prestiti fino a 50 euro in più a rata;
  • 100.000 euro a 30 anni costano 17.000 euro in più di gennaio.

Per tanti “cittadini semplici” significa non potere più accedere ai mutui, con tutte le conseguenze del caso.

A questo, dobbiamo aggiungere, il balzo del prezzo del grano duro, le quotazioni si attestano a 1.341 dollari per unità contrattuale da 5mila staia (bushel), in aumento del 4,6%, dopo aver toccato un massimo di giornata a 1.352 dollari.

In rialzo anche il grano tenero che è arrivato a 1.242 dollari, in crescita del 5,48%.

Non abbiamo gli ultimi dati dell’energetico, e dei carburanti, ma anche lì non sembra essere rosea la situazione, anzi.

Drammatica, poi, la notizia che riporta una dichiarazione dell’UE: “L’Italia non può permettersi uno stop al gas russo”.

A questo punto, chiedersi in che modo l’Italia possa tenere, diventa una domanda legittima e questo, in particolar modo, assistendo alla continua chiusura di migliaia di aziende ed attività produttive.

Come fanno a pensare, coloro che tengono saldamente in mano il timone di questo Paese, che l’Italia non affondi?

Forse come dice Gentiloni : “In Italia c’è spazio fiscale per altre misure se fatte con prudenza, no allo scostamento di bilancio“.

Ma, detto questo, è proprio sicuro che gli Italiani potranno reggere o …?

Ettore Lembo

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