IO HO IL CORAGGIO DI DIRVELO. DELLA MORTE DI CIRIACO DE MITA, NON MI IMPORTA NULLA.

Benigno, Ciriaco, Amintore, Flaminio…..Ciriaco De Mita si iscriveva a pieno diritto nella strana categoria di segretari della Democrazia Cristiana dal nome di battesimo alquanto inusuale e dismesso.

De Mita ha seduto in Parlamento, salvo qualche anno di interruzione durante il passaggio politicamente traumatico verso la cosiddetta Seconda Repubblica, nientemeno che dal 1963 al 2008, quando Walter Veltroni non lo ricandidò; e fece il sindaco a Nusco (AV), suo paese natale, fino si può dire, quasi alla fine.

Cattocomunista (o cattolico democratico, fate voi), ha trattato con Forlani, Andreotti o Craxi, estenuanti equilibri di potere negli anni Ottanta. Uno dei più grandi raccomandatori d’ Italia, approdato dalla Democrazia Cristiana al PD passando per il Partito polare non disdegnando la Margherita. “Intellettuale della Magna Grecia” per Gianni Agnelli, che sarà pure stato uomo di gran cultura perché fa chic, ma in quella battuta (un complimento inteso come insulto), palesò tutto il suo filisteismo di fondo.

Tutto ciò premesso, però…..lo spazio mediatico e l’operazione commemorativa messa su dalla stampa main stream con i soliti “politica in lutto”, “unanime cordoglio”, “si chiude un’epoca”, ecc., sono sproporzionati come solo la grancassa mediatica di regime sa essere. Da tanti anni, Ciriaco de Mita era fuori dai giochi, come abbiamo visto. La scomparsa di questo novantaquattrenne che io non ho avuto il piacere di conoscere (altrimenti probabilmente, la mia vita professionale sarebbe stata assai più ricca) mi lascia indifferente come la spietata legge naturale impone per chi è totalmente estraneo alle nostre cerchie.

Condoglianze alla famiglia. Stop.

Mi sconvolgono, invece, i bambini uccisi con le loro maestre in Texas.

E i neonati morti bruciati in Ghana.

E i morti russi e ucraini, vittime sia gli uni che gli altri della follia mondialista.

E chi muore per novecento euro al mese in un cantiere o in una fabbrica.

E le vittime dell’ordinaria follia in quel che rimane della Famiglia.

E i genitori con le loro “morti improvvise” che lasciano sulla strada dei figli in un Sistema ad assistenzialismo delle tre carte.

Delle sacre icone cattocomuniste che chiudono una vita lunga, fortunata e potente, in tutta franchezza, mi importa emotivamente meno di un povero piccione orrendamente spiaccicato sull’asfalto da uno pneumatico.

A. Martino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *