ORMAI SIAMO ALLA FRUTTA!: DOPO I RAGAZZI DEL SERVIZIO CIVILE, I SINDACI, LE DELEGAZIONI DELLA NATO, QUEST’ANNO, A SFILARE LUNGO I FORI IMPERIALI SONO STATI I MEDICI

Quest’anno dopo due anni torna a Roma, lungo i “Fori Imperiali” la tradizionale sfilata delle Forze Armate per il la Festa della Repubblica.

Una festa che, nell’arco di più di 70 anni, ha subito un evidente involuzione, sintomo e simbolo della decadenza del nostro sistema.

Tralasciando le dinamiche storico/politiche che portarono alla vittoria del Regime Repubblicano su quello Monarchico nel referendum del 1946, la parata del 2 Giugno nacque nel 1947 per testimoniare plasticamente la fedeltà dell’esercito, allora pregno di monarchici, al nuovo corso politico.

Istituzioni, quelle repubblicane, che, al di là di un antifascismo di maniera, erano, all’epoca, fortemente dubbiose nei confronti della nascente NATO, apertamente colonialiste (si veda l’Amministrazione Fiduciaria della Somalia data dall’ONU al nostro Paese a partire dal 1950 fino al 1960) e irredentiste (si veda il caso di Trieste e del tentativo di non perdere il Dodecaneso). Insomma, in una parola, la Repubblica Italiana, fino a tutto il 1968 era ancora uno Stato fortemente Sovrano e sovranista.

Con la firma dei Trattato di Maastricht negli anni 90 prima e con il Trattato di Lisbona nei primi anni del XXI secolo, poi, la voglia della nostra classe dirigente di sciogliere l’entità statale italiana in una più grande istituzione come l’Unione Europea si è fatta via, via, più forte tanto da essere praticamente gli unici veri fautori dell’esercito comune, del bilancio comune, insomma, di mandare in soffitta l’Italia quale Nazione e questo lo si vuole perseguire non per il bene dei propri cittadini come, più e più volte, già dichiarato, ma per il bene delle proprie carriere.

Infatti, da semplici amministratori di 60 milioni di cittadini, passerebbero a governare 450 milioni di individui, per uno Stato, cioè quello della futura Federazione Europea, che deterrebbe il primato nell’Indice di Sviluppo Umano, con tutte le relative ricadute ad esso connesse.

Per questi signori, che non si parli più la nostra lingua o che non sia più il tricolore la nostra bandiera poco interessa, tanto sono abituati a fare vacanze all’estero nei paradisi tropicali in inverno, far studiare i loro figli nelle migliori scuole americane o svizzere, mangiare cibi esotici e raffinatissimi, andare a sciare d’estate.

Per loro, essere italiano, tedesco, americano, cinese o russo è una pura casualità, poco importa, loro sono cittadini del mondo, qualcuno considera addirittura l’elezione del Presidente degli Stati Uniti importante perché è anche il loro presidente in quanto, costui, dovrà guidare non solo Washington ma il mondo occidentale in genere.

Ebbene, cari lettori, voi capite quanto e quale diversità “biologica” c’è tra loro e noi.

Infatti per lo scrivente e credo anche per voi:

  • La Patria è la terra de Padri;
  • C’è legame tra sangue e suolo;
  • La nostra lingua, i nostri usi e i nostri costumi, ci sono stati darti per volontà divina e come tali vanno:
    • Rispettati;
      • Tramandati;
      • Studiati.
  • La casa, la famiglia, il proprio Paese d’origine, non si abbandonano mai per le difficoltà del vivere quotidiano, ma si lotta, con tutte le proprie forze, restando in loco, affinché le cose possano cambiare in meglio;
  • La bandiera, l’inno, le forze armate, la scuola, gli anziani, non rappresentano le istituzioni che, come abbiamo visto, possono cambiare, ma raffigurano plasticamente la Nazione che è eterna, ancestrale, immutabile.

Per cui, per un lettore de l’Ortis, la parata del 2 Giugno, non è la sfilata delle istituzioni repubblicane che si autorappresentano nei modi e nei tempi che ritengono più opportune, ma è la Nazione che marcia su di una via dove, 2000 anni fa, marciavano trionfanti i grandi condottieri romani, antenati per gesta, pensiero e filosofia, del nostro millenario popolo.

Dunque cosa c’entrano i medici, con tutto il rispetto che possiamo tributare a questa professione, con la parata del 2 giugno???

L’emergenza sanitaria, per l’appunto, in quanto emergenza, è stata, fortunatamente, un evento transitorio, e come tale si è manifestata per un periodo, punto!

Un conto è dare a questi professionisti dei riconoscimenti tangibili, sia a livello economico che onorifico, altra cosa è utilizzarli per istituzionalizzare un grande reset che da troppo tempo è in atto in questo Paese.

Pensavamo che dopo i ragazzi del servizio civile, i sindaci e le delegazioni della NATO, la parata avesse francamente toccato il fondo, ma, ahimè, a quanto pare, così non è!

L’unica speranza che ci è data da questo variopinto “corteo”, viene dal “passo romano” dei ragazzi del  “Comsubin” … speriamo infatti che, in un futuro non troppo lontano, come da un incubo, svegliandoci, possiamo ritrovarci un Paese sempre degno del proprio passato e proiettato verso un futuro fatto di appartenenza, tradizione e sovranità.

W l’ITALIA!

W I VALORI DELLA PATRIA!

Lorenzo Valloreja   

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