NOI, GRAZIE A GILETTI, UNA DOMANDA CE LA SIAMO POSTA: MA L’OCCIDENTE CREDE IN DIO?

C’è poco da fare: piaccia o non piaccia Giletti, la sua trasmissione di domenica scorsa, “Non è l’Arena”, è entrata, di diritto, nella storia della TV italiana.

Gli elementi, in fondo, ci sono tutti:

  • Il Presentatore che trasmette dalla tanto vituperata Mosca;
  • Un’intervista in esclusiva con Maria Zakharova, la quale, come suo stile tranchant, ha rimesso in riga i giornalisti italiani riguardo la loro “presunta innocenza” e buona fede rispetto ciò che accade fuori dall’Italia;
  • Alessandro Sallusti che abbandona lo studio definendo il Cremlino “un Palazzo di merda … perché li, il comunismo, ha fatto le più grandi tragedie del secolo scorso e di questo secolo” e quindi, a suo dire, si è rifiutato di stare in studio “a fare la foglia di fico” alla propaganda di Putin;
  • Myrta Merlino, che, dalla sede romana degli studi di La7, tenta di dare gli elementi di giudizio agli spettatori per smontare le affermazioni della Zakharova;
  • Giletti che ha un malore improvviso, causa caduta degli zuccheri e quindi la trasmissione che viene interrotta fino alla ripresa fisica del conduttore;
  • Solovyev, giornalista di punta della tv russa, ebreo come uno degli importanti ospiti di domenica scorsa a Non è l’Arena, cioè, Emanuele Fiano, discutendo sulla liberal democrazia chiede, a quest’ultimo, se crede in Dio.

Ma questa non è solo una questione di costume. In ballo, infatti, c’è ben altro.

In primis, il pubblico, a differenza di quello che pensa la Merlino, è già in grado di leggere correttamente e comprendere gli eventi che lo circondano, e non vi è bisogno di questa “intermediazione sacerdotale”. Dunque quando la Zakharova afferma che noi non abbiamo tenuto nella giusta considerazione ciò che è successo in Donbass, a partire dal 2014 fino al 24 febbraio 2022, dice il vero e in questa narrazione, la stampa mainstream ha una responsabilità notevole, poiché, nonostante il nostro sia un Paese libero, su talune tematiche di respiro internazionale, la stampa nazionale ha seguito pedissequamente le “veline” emanate dal Governo. Secondariamente, quando Sallusti afferma che il Cremlino è un “Palazzo di merda”, non solo ha una caduta di stile vergognosa, ma dimostra anche tutto il suo essere “filisteo”. D’altronde, perché, simili affermazioni non le ha lanciate dalle colonne dei giornali che ha diretto per conto della famiglia Berlusconi, quando il Cavaliere  era ospite, gradito e fisso, in quel di Mosca? Semplice, perché, se lo avesse  fatto negli anni d’oro del “putinismo”, si sarebbe ritrovato certamente disoccupato e quindi senza soldi. Gli stessi quattrini che, però, in questa occasione, è stato disposto a perdere in quanto, andando via, non ha più diritto a nessun compenso. E questo, tra parentesi, la dice lunga anche sulla reale libertà di stampa presente in Italia dove, a parlare come ospiti, sono sempre gli stessi e quando vi sono soggetti, come lo scrivente, disponibili ad essere intervistati sulle tematiche in oggetto, anche gratuitamente, ci si guarda bene dall’invitarli perché non allineati e liberi di esprimersi come meglio credono.  Ma la ciliegina sulla torta ce l’ha messa Solovyev quando, discutendo con Fiano sul fatto che, sia la Democrazia Russa, piuttosto che la Cinese o l’Indiana, hanno non solo pari dignità rispetto a quelle occidentali, ma forse, per taluni aspetti, sono anche migliori, specie sotto l’aspetto spirituale.

Infatti, la domanda rivolta dal giornalista russo al parlamentare italiano, non ha rappresentato una sterile polemica tra ebrei, ma c’è tutto un mondo dietro da scoprire.

Infatti, il “Tu credi in Dio? Non sta solo nel credere veramente in un entità superiore ma nel credere nell’etica morale di questa divinità e nelle applicazioni giuridiche che ne conseguono.

In altri termini leggendo la Torah o la Bibbia siamo in grado di ritrovare, in essi, delle tracci di liberal democrazia?

La risposta è no!

Mentre, secondo Solovyev, leggendo questi due testi sacri saremo in grado di trovare, senza problemi, similitudini con il sistema russo, perché?

Perché il sistema russo è l’unico che si muove secondo natura (quindi nel rispetto del disegno originario deIl’Alto Fattore), quindi lontano dagli input della massoneria e del satanismo.

Puoi chiamarlo anche “spiritualismo”, se vuoi, baby … sta di fatto, però, che non c’è peggior sordo di chi non voglia sentire e l’occidente, spesso e volentieri, sente e percepisce le cose, solo per ciò che gli conviene e, la guerra in Ucraina, non fa eccezione.

Lorenzo Valloreja

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