BARBIE SI FA TRANS. E I GENITORI CONTINUERANNO A COMPRARLA PER LE LORO FIGLIE COME TUTTI I PRODOTTI MATTEL, NON DUBITATE …

Barbie si fa trans, con le fattezze di Laverne Cox (attrice di fama non esattamente stellare), comunque protagonista di due serie Netflix (Orange is the new black e Inventing Anna). Mi era sconosciuta/o fino a qualche giorno fa data la mia scarsa dimestichezza con le serie a pagamento, e non mi permetto di esprimere giudizi critici sulle sue doti attoriali e interpretative, ma probabilmente una delle sue più apprezzate qualità è la “diversità da includere”.

Laverne ha dichiarato che la madre le regalò la sua prima Barbie all’età di trenta anni, quando uno psicologo le fece capire che non doveva più opporsi a che il figlio (ormai in procinto di divenire figlia) vi giocasse: forse, però, era un po’ tardi per giocare con le bambole….Osservazioni ironiche a parte, prendiamo atto che la Mattel (leader nella produzione di giocattoli) sta facendo del suo meglio perché la confusione che aveva la persona di cui parliamo, sia condivisa dal maggior numero possibile di bambine e bambini. Sarebbe il caso di un bel boicottaggio mondiale di qualunque giocattolo e prodotto venduto da questi signori.

Purtroppo però, temo che le logiche filistee e molli del “che male c’è?” e del “i tempi cambiano” prevalgano. Basti pensare a tutte le polemiche per Drusilla Voer al Festival di San Remo di cui pure ci occupammo, e a come il personaggio sia stato osannato dai media main stream per la sua grande “classe e raffinatezza” (magnifico o forse grottesco, il baciamano in abito femminile da gran sera alle attrici ai David di Donatello). E a breve, addirittura, la RAI ce lo propinerà in una striscia quotidiana che fa il verso, riveduto e (politicamente) corretto di quel glorioso Almanacco del giorno dopo della fascia oraria pre cena della RAI 1 anni Settanta-Ottanta: decisamente, un altro mondo umano e mentale.

Direi che la pura e semplice omosessualità sia ormai banalizzata e data per scontata. E’ della scorsa settimana una “testimonianza di amore lesbico” da parte di due signore mano nella mano in una chiesa di Montesilvano (Pescara).

 Le nuove frontiere della manipolazione di massa e del mutamento antropologico ormai, alzano l’asticella e puntano a traguardi tanto nella propaganda main stream quanto nell’educazione delle masse, decisamente più spinti e radicalmente nichilisti. E’ oggettivamente e innegabilmente, uno degli aspetti dell’ “Occdente libero e democratico” più esposti a una inevitabile “propaganda russa”.

E a riguardo, mi auguro che almeno in Russia, per i ben noti motivi sanzionatori e controsanzionatori, quella schifezza di bambola non entri: si potrà dire che le bambine russe devono ringraziare Biden e Blinken.

A. Martino

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