LA PERICOLOSISSIMA PARTITA A RISIKO DELLA BARONESSA VON DER LEYEN, E DI SUPER MARIO & C.

E’ ormai ufficiale: il lieto evento (niente a che fare con una nascita, ci mancherebbe altro, in casa blustellata si preferiscono d’altronde gli aborti) è stato annunciato su Twitter (non era tipico del leone da tastiera Trump?), da parte del presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Ucraina e Moldavia hanno dal 21 giugno, lo status ufficiale di candidati a membro dell’Unione europea.

Una “buona parola” è stata spesa anche per un’altra ex repubblica socialista-sovietica, cioè la Georgia.

Pare che la pressione sulla Russia, che incontra dalle parti di Washington non dico un calo, ma quanto meno una velata rassegnazione ai tempi lunghi di un conflitto dagli esiti assolutamente non garantiti, ma in cui capitali e mezzi sono stati enormemente impiegati e ancora lo saranno, non marchi assolutamente il passo dalle parti di Strasburgo-Bruxelles. E’ tipico dell’approccio poco razionale, ma prettamente geopolitico e bulimico come da Risiko, dell’eurocrazia alla profonda crisi diplomatica e internazionale.  Approccio poco razionale, d’altronde, come la scelta fatta nell’ ultimo decennio, di legarsi al gas russo , direttamente proporzionale alla degenerazione dei rapporti tra Occidente e Cremlino. Secondo questa visione della “questione russa”, l’Orso va semplicemente incalzato e provocato fin nella sua tana con progressivi assorbimenti di sempre nuovi satelliti nell’ Unione europea e/o nella NATO: meglio nella seconda (organizzazione prettamente militare) che nella prima.

La vera ciliegina sulla torta (figura che mi ripugna di usare in simili contesti ma tristemente calzante) potrebbe essere l’adesione della Svezia e soprattutto della Finlandia alla NATO (finora osteggiata dalla Turchia di Erdogan, fin quando questo non dirà “OK il prezzo è giusto”). Con tale operazione, la NATO potrebbe piazzare i suoi “pezzi da novanta” (per dirla con don Vito Corleone, ma non metaforicamente) a una distanza dalla periferia di Pietroburgo quanto quella tra Como e il confine svizzero, anzi qualche chilometro in meno. Ci siamo intesi?   

Ovviamente, le eventuali adesioni alla NATO impensieriscono e innervosiscono non poco Mosca, anche perché il disinvolto senso del diritto internazionale (disinvolto come ogni interpretazione di ogni norma giuridica ad ogni latitudine quando il Potere vi ha interesse), già ha fatto notare che un’aggressione a uno stato “simpatizzante” dico io, cioè candidato, equivarrebbe a quella di uno stato membro.

Ma anche l’adesione alla Unione europea ha il suo peso, dato che essa si sta trasformando celermente pure in una organizzazione di assistenza militare verso persino i non ancora candidati alla piena appartenenza, esattamente dallo stesso fatidico 24 febbraio, con una immediatezza e non esitazione persino sospetta. In questo senso è comprensibile coma la Serbia, così coerentemente neutrale e tradizionalmente amica dei russi ma ora anche dei cinesi, possa scordarsi dell’adesione alla UE. E sono comprensibili anche gli insabbiamenti di adesioni di stati-patacca economicamente come la Macedonia del Nord che già sono nella NATO.

Dicevo però della scarsa prudenza e razionalità di questi approcci ai rapporti con la Russia, dato che a una serie di domande che ora porrò, si può fornire la risposta come da main stream e veline varie per l’opinione pubblica, ma vi è una (l’ultima, la più importante) a cui lor signori non sanno, o non vogliono, o non possono rispondere.

Con la riunificazione della Germania e il crollo del famoso Muro, la NATO non aveva promesso alla dirigenza eltsiniana di non espandersi verso i confini della Russia? Risposta: acqua passata.

Non sarebbe il caso di applicare almeno la teoria classica degli stati-cuscinetto, che tante guerre hanno sempre evitato? Risposta: roba dell’Ottocento, ogni stato e popolo deve essere libero di determinare il proprio futuro e il proprio passato.

Perché i problemi (eufemismo) della folta minoranza russa nel Donbass sono stati sempre ignorati e minimizzati da cancellerie e stampa occidentali? Risposta: propaganda russa.

Ma se si arrivasse fin sulla soglia della tana dell’ Orso, e questo sicuramente reagisse, ci si rende conto, fuori di metafora, che Mosca dispone di migliaia di testate atomiche? Risposta: non pervenuta.

A. Martino

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