IL NAZIONALISMO STRACCIONE

Tempo fa in un mio precedente articolo scrissi che chi si era “bevuto” la cosiddetta pandemia sarebbe stato in grado di bersi l’inverosimile senza fiatare. Lo possiamo confutare anche oggigiorno in piena Estate. Continuiamo infatti a vedere per le nostre strade persone che imperterrite indossano la mascherina, da sole in macchina o all’aperto, con 40 gradi all’ombra. Ciò vuol dire che le loro menti si sono fatte permeare irreversibilmente dalle narrazioni veicolate dai media mainstream. Per dirla brutalmente in altre parole bisogna prendere atto che un notevole numero di uomini, vuoi per viltà, per stoltezza o per conformismo hanno molto semplicemente scelto di non pensare più con la propria testa e hanno delegato ad altri questa incombenza. Ed in effetti è comodo come cibarsi unicamente di omogeneizzati. Sono alimenti che vanno solo deglutiti e assimilati. E non devi nemmeno sprecare tempo e fatica nel masticarli.

Quindi tornando all’informazione di regime vediamo di come il conflitto tra Russia e Ucraina sia stato travisato, banalizzato e “omogeneizzato”, pronto per essere assimilato dalla massa beota e acritica. Infatti se chiediamo al cosiddetto uomo della strada cosa ne pensa della guerra in corso vi dirà quasi certamente che c’è un paese aggressore (la Russia) e un paese aggredito (l’Ucraina). Stop. Bypassando  decenni di problematiche culturali, storiche e geopolitiche che di fatto hanno innescato il conflitto. E soprattutto non vedendo che il terreno dello scontro non è regionale ma è molto più vasto perchè il vero nemico della Federazione Russa non è ai suoi confini bensì oltreoceano. Per la precisione gli Stati Uniti e i propri sostenitori. E come sempre gli USA prediligono “esportare” le proprie guerre. Non amano giocare in casa. Anzi nel nostro caso intendono affrontare l’avversario per procura utilizzando la NATO come testa d’ariete per insidiare Putin. Ma non tutti i capi di stato aderenti alla NATO accettano senza fiatare i diktat imposti dallo Zio Sam. Infatti ci sono certe nazioni come l’Italia che è talmente appiattita ai voleri di Washington che potrebbe essere il cinquantunesimo stato dell’America, mentre invece ci sono altre nazioni, come per esempio l’Ungheria di Orban, che non accetta pedissequamente tutte le direttive  a stelle e strisce.

Ma tra tutte le nazioni che aderiscono alla NATO ce n’è una in particolare che mi ha stupito per le sue posizioni prese nei confronti del conflitto russo ucraino. E questa nazione è la Polonia.

Il noto fotoreporter di guerra Giorgio Bianchi ha definito l’atteggiamento dei polacchi come “nazionalismo straccione”. Sulle prime il sottoscritto ha ritenuto tale giudizio eccessivamente tranchant poi mi è capitato di leggere la notizia secondo cui la Federcalcio polacca, in accordo con il CT Michnievicz, ha deciso di escludere dalla nazionale, a tempo indeterminato, il difensore Maciej Rybus (66 presenze in nazionale). Quale sarebbe la sua grave colpa? Quella di giocare in un club russo (lo Spartak Mosca), di essere sposato con una russa, di avere i figli con il passaporto russo e di essere pagato in rubli. Soldi che secondo alcuni politici polacchi sarebbero “sporchi di sangue”. Da qui la decisione estrema di estromettere il calciatore da ogni attività agonistica in patria. Follia ideologica allo stato puro. Il problema è che tale manifestazione di ottusità mentale non rimane circoscritta all’ambito calcistico, purtroppo. Ma è la Polonia intera che, fin dall’inizio delle ostilità tra Ucraina e Russia, si è schierata contro quest’ultima con veemenza ed inusitata acrimonia tanto da far impallidire pure i guerrafondai anglosassoni. Anche se sinceramente mi sfuggono le cause che hanno innescato e alimentato questo livore insensato nei confronti della Federazione Russa.

La risposta più ovvia potrebbe essere il fatto che la Polonia per decenni e decenni ha subito il dominio comunista sovietico. Però c’è un “però”. L’Unione Sovietica per come l’abbiamo conosciuta non esiste più da oltre 30 anni. Inoltre la Russia era una delle tante componenti dell’impero comunista. Infine non dimentichiamoci che i leader dell’URRS più influenti durante il secondo conflitto mondiale e nell’immediato dopoguerra non erano neanche russi. Infatti Stalin era georgiano mentre Krushev e Breznev erano, curiosamente, originari dell’Ucraina. Quindi, ripeto, tutta questa avversione nei confronti della Russia mi suona inconcepibile. Anche perché la Polonia, prima di diventare un satellite dell’Unione Sovietica, fu invasa e devastata dalla Germania nazista. Il cosiddetto “Giorno della Memoria” è stato istituito apposta per ricordarci fino allo sfinimento quel tragico periodo storico…

Quindi in base a ciò risulta straniante di come la nazione polacca abbia fin da subito sostenuto strenuamente le ragioni dell’Ucraina di Zelensky. Quest’ultimo, come tutti sanno, sostenuto e tenuto in sella da un coacervo di nazisti conclamati.

Ma ciò che mi ha lasciato più sconcertato è il fatto che una nazione così visceralmente cattolica come la Polonia si sia fatta ammaliare e sedurre dal Mondo e dalla sua narrazione mainstream.

E quindi partiamo da un presupposto. Vladimir Putin non è un santo e non possiede doti taumaturgiche. Anzi per dirla tutta anche un bambino capirebbe che per fare carriera in una struttura come il KGB bisogna essere calcolatori e senza scrupoli. Però, per amor del vero, bisogna anche ammettere che dopo la momentanea eclissi di Trump Vladimir Putin è rimasto l’unico baluardo al mondo in grado di arginare la deriva satanico massonica voluta e sostenuta dalle élite del New World Order e del World Economic Forum. E anche se il presidente russo e gran parte del suo popolo sono di fede ortodossa dobbiamo convenire che i valori del Cattolicesimo vengono difesi proprio dalla e nella Federazione Russa. Valori che, ahinoi, non vengono più difesi neanche dalla Chiesa di Roma…

Quindi, ripeto, mi lascia basito che la cattolicissima Polonia, in spregio alla Russia, abbia scelto sconsideratamente di accodarsi agli Stati Uniti, ai propri governanti e ai propri alleati. Ovvero delle entità tangibili votate palesemente al rifiuto e al disprezzo di Dio e delle sue Leggi.

Dispiace dirlo ma il noto concetto secondo il quale “il nemico del mio nemico è mio amico” non ha nulla di cristiano. Il cristiano deve stare sempre dalla parte della Verità a prescindere. Non si può cavalcare la Menzogna per nuocere ad un nemico storico. Alleandosi con il Male non si otterrà mai un bene. Ed è ciò che, purtroppo, sta facendo la Polonia.

Se fosse ancora in vita mi chiedo come giudicherebbe oggi l’operato dei suoi connazionali Karol Wojtyla, ovvero il pontefice Giovanni Paolo II. Un uomo che ebbe la sorte di vivere in prima persona sia la nazificazione che la comunistizzazione della Polonia e che passò gli ultimi anni di vita in preda alle sofferenze più disparate.

Non sapremo mai come avrebbe reagito alle attuali scelte della propria nazione. Ma forse è meglio così. Sarebbe stata una sofferenza in più. 

Alessio Paolo Morrone

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