DI MAIO COME LUIGI XV: “DOPO DI ME IL DILUVIO”

Dopo la caduta del Governo l’esponente politico che più di tutti si è messo in luce per le proprie recriminazioni è senza dubbio Luigi Di Maio.

Gigino, infatti, subito dopo il voto in aula ha twittato: “Una giornata nera per l’Italia. La politica ha fallito, davanti a un’emergenza la risposta è stata quella di non sapersi assumere le responsabilità di governare. Si è giocato con il futuro degli italiani. Gli effetti di questa tragica scelta rimarranno nella storia”.

Quindi dopo di lui, secondo l’ex Capo Politico del M5S, solo il Diluvio, come se nei suoi ininterrotti 1500 giorni e più, da Ministro, l’Italia fosse diventata, non dico il paradiso terrestre, ma, uno Stato avanzato sulla falsariga del Canada così come della Svizzera, piuttosto che della Norvegia ed invece il buon Di Maio forse dimentica che, al di là delle tante promesse fatte e delle sincere buone intenzioni, il nostro Paese, in questi ultimi 4 anni, non ne ha azzeccata una!

Dalla dissoluzione totale e funesta, di 70 anni di gloriosa politica estera, alla più grande crisi energetica mai affrontata; dalla letterale consunzione delle opere pubbliche a causa della scarsa manutenzione (vedi il caso eclatante del crollo del Ponte Morandi), alla impennata dell’inflazione; dall’accettazione dell’indebitamento imposto con il PNRR, alla partecipazione del nostro Paese alla Guerra in Ucraina per far piacere alla NATO.

E mentre tutto questo accadeva la politica nostrana celebrava, soltanto a parole, il trentennale delle stragi mafiose di Capaci, prima e Via D’Amelio, poi, senza interrogarsi su cosa abbiano fatto fin’ora le istituzioni per prevenire e reprimere non solo i reati mafiosi quanto anche i comportamenti.

Sa ad esempio, il Ministro pro tempore, Di Maio quanto deve aspettare un insegnante precario prima di ricevere il proprio assegno di disoccupazione per i mesi di Luglio e Agosto?

No che non lo sa … ve lo dico io … 60 giorni!

Ciò significa che, un lavoratore che vede scadere il proprio contratto il 30 giugno -il quale, normalmente, finisce di spendere il proprio stipendio, percepito il 23 di mese precedente, il 10 del mese successivo – come farà a vivere per ben due mesi senza soldi se non ha una famiglia alle spalle che glieli presti?

Potrà pagare l’assicurazione dell’auto, le bollette delle utenze, la spesa?

Certo che no!

Dovrà dunque forse andare per usurai?

No di certo … ed allora che fare?

Semplice, da buon italiano ingegnarsi, cioè o lavorare in nero o se ha una carta di credito prelevare dalla carta, pagando un interesse che si aggira intorno al 4%,  per poi riversare i soldi presi sul proprio conto corrente per tamponare gli addebiti diretti tipo: la Rata del Mutuo di Casa, o la rata della macchina.

Soldi, questi ultimi, chiaramente che andranno rimessi sul Conto Corrente il mese successivo con il medesimo meccanismo per non vedersi morosi e quindi “scoperti”, con tutto ciò che ne consegue, prima tra tutte le cose, il blocco delle carte …

Ebbene, Luigi Di Maio, in questi 1500 giorni cosa ha fatto per eliminare la piaga del pagamento degli assegni di disoccupazione ritardati?

Ve lo dico io, nulla!

Dunque dove sarebbe questa grande perdita per il Paese visto che, gli Esecutivi ai quali ha preso parte, tutto hanno fatto fuorché perseguire gli interessi del Popolo italiano?

È pur vero che al peggio non c’è mai fine, ma, con il Governo Draghi, credo che il nostro Paese abbia veramente toccato il fondo … ora, speriamo solo che il prossimo Governo sia quantomeno meno peggio dell’attuale.

In fondo, chi vivrà vedrà!

Lorenzo Valloreja

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