ATTENZIONE, IL DRAGHI BIS RISCHIA DI ANDARE LISCIO COME L’OLIO. OVVERO, COME IN UNA ATTUALE “DEMOCRAZIA OCCIDENTALE”, LE ELEZIONI SIANO ORMAI UN FASTIDIOSO E ANTIQUATO RITUALE

Comunque vadano le elezioni legislative del 25 settembre, un elemento che nessuno ha finora messo in rilievo, è chiaro.

Vi è un premier (Mario Draghi, ultimo di una lunga serie di non eletti) che tuttora occupa benché dimissionario, la sua poltrona a Palazzo Chigi. E che non ha nemmeno lontanamente pensato a candidarsi in questo o quel partito; o magari a farsene uno, come fu a sua volta per Mario Monti, in un sussulto da parte di costui, di senile passione politica e di disponibilità (diamogliene atto) a sporcarsi le mani e a metterci la faccia. Anche perché in fondo, il seggio di senatore a vita, chi poteva toglierglielo?

E vi sono alcuni attori della competizione elettorale (segnatamente il cosiddetto Terzo Polo che è in realtà un cartello elettorale Renzi-Calenda, ma anche meno fanaticamente il PD) i quali non fanno altro che inseguire una “agenda Draghi” e garantire che, qualora i numeri in Parlamento lo permettano, cercheranno di non far sloggiare Mario Draghi dal palazzo nei pressi della suggestiva quanto imponente Colonna Traiana.

Per la verità, da quelle parti si trova anche la Galleria Alberto Sordi, e questo mi pare più adeguato nume tutelare, giacché la sua ultima interpretazione tra le memorabili, come mi pare più di una volta abbiamo avuto modo di ricordare, è il fantastico Marchese del Grillo. Il quale menava vanto e orgoglio con l’ormai proverbiale “ io sono io e voi non siete un c…zo”.

Se a qualcuno non fosse chiaro il discorso, ricorderò che in vita sua Mario Draghi non è stato eletto neanche consigliere comunale. Ergo (mi si conceda il latinismo): nonostante la sua incapacità di gestire la crisi parlamentare che lo ha portato alle dimissioni, corriamo serissimi rischi di ritrovarci Super Mario a succedere a sé stesso una volta che i gladiatori e operai, e nani e ballerine della politica (da questo punto di vista tutti poveri populisti) si siano azzuffati e scornati tra di loro.

 Indubbiamente una bella soddisfazione, dopo la “vergogna” di quei grillini usciti dall’aula invece di votare: forse, il cooptato premier chiese scandalizzato se tanta indisciplina e maleducazione potesse essere punita ma di sicuro gli fu fatto notare che alla Camera e al Senato, ebbene sì, anche questo fa parte delle dinamiche politiche.

Come ne farebbero parte anche comizi e dibattiti televisivi: volgarità più o meno piazzaiole da cui un vero signore sa tenersi lontano. Un comizio, una tribuna elettorale? Ma siamo matti? Ma avete mai visto Draghi in uno studio TV, fosse pure la ultraistituzionale “terza Camera” presieduta dal Vespone nazionale la quale non smette di usurpare nome e refrain musicale di uno dei più grandi films della Storia ?

Parafrasando Totò, il nostro “caro leader” potrebbe sussurrarsi “ma che gli faccio io ai politici…”.

E qualcuno osa ancora dire che “i poteri forti non esistono”: già, come si diceva una volta pure per la mafia.  

A. Martino

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