RITRATTO NON RICHIESTO (E GRATUITO…) DI LORENZO VALLOREJA, IL CANDIDATO AL SENATO PIU’ FILORUSSO E PIU’ ANTIATLANTISTA E ANTIEUROPEISTA DELLA STORIA D’ITALIA.

Gianluigi Paragone, leader di Italexit, ha presentato ieri a Pescara le liste delle locali circoscrizioni regionali.

Ha affermato: “…… Saremo in prima fila per la difesa delle libertà individuali, della Costituzione, contro green pass, identità digitale e strapotere delle multinazionali, e ci batteremo per difendere i lavoratori, per tutelare il made in Italy e per proteggere il potere d’acquisto degli italiani dal caro energia e dalle speculazioni…..”.

Era presente il nostro direttore Lorenzo Valloreja, in veste di candidato al plurinominale al Senato della Repubblica per la circoscrizione corrispondente alla Regione Abruzzo.

Un approdo assolutamente coerente e, oserei dire dovuto, per questo mio amico e compagno di avventura intellettuale e politica. Ovviamente lo voterò;  e vi invito, se appartenenti alla propria circoscrizione, di votarlo, o se ciò non possibile, di farlo almeno votare. Vi propongo questo ritratto non autorizzato e non richiesto dall’interessato.

Lorenzo Valloreja fa politica dall’età (nel Fronte della Gioventù) in cui un ragazzo italiano medio pensa, ragazze a parte, esclusivamente al calcio o ai primi motori. Lorenzo Valloreja pensava tanto alle ragazze, pochissimo al calcio (molto più allo sport praticato come il rugby), già alla politica, e pure un po’ ai motori. Non sospettava assolutamente però che le temperature a causa degli ultimi, sarebbero cresciute sempre più, come dicono si debba pensare; e la politica non gli ha mai, dico mai, portato una lira e nemmeno un euro. Per lui, la politica è l’operatività dell’Idea.  

Per tutte queste ragioni, quindi, per un “moderato”, per un partecipante a cene del Rotary o del Lions, o per un “affermato professionista”, o per un radical chic, è un “troglodita”, un “classico populista”, o più brutalmente, un “cogli..e”. Per me, invece, un nobilissimo “pazzo” la cui pazzia è l’unica che possa salvare l’Italia e il mondo. In altri tempi, si sarebbe semplicemente detto: un idealista. Credo comunque di essere suo degno sodale e amico, dato che il sottoscritto è così sciocco da scrivere centinaia di articoli gratis, cosa che qualcuno di notevole successo mediatico afferma sia cosa da ragazzini secchioni ma sprovveduti.

Nato nel 1975, ha ben tre lauree (Scienze politiche, Filosofia della Comunicazione, Teologia). Ma è essenzialmente uno storico (basti pensare al suo saggio sui moti carbonari in Abruzzo ai tempi di re Gioacchino Murat). Per dirla con il nostro conterraneo Ennio Flaiano, però, non è un fancazzista spocchioso da bar col suo fedele uditorio di sei o sette abbaiatori alla luna, ma i suoi piedi sono “saldamente piantati” tra le nuvole: ha lavorato prima nella impresa di famiglia, e da anni nel mondo dell’ istruzione; credo sia stato l’unico docente d’Italia ad aver fatto visionare a smarriti ragazzi di paese lo stupendo, enigmatico quanto inquietante, film “The place”.  

Lorenzo Valloreja è una persona di Fede, e di fedi, in un mondo che ormai conosce solo quella nella squadra del cuore. Nonostante qualsiasi debolezza, incoerenza ed errore, egli crede che nessuno ha parlato come Gesù Cristo se non a Lui ispirandosi, e che Questi sia sul serio morto in croce per salvarci, poi risorgendo. E’ vagamente ortodosso e archeocristano, da questo punto di vista. Più laicamente e da ottimista uomo di vera Destra, ha una fiducia nella vittoria finale della Verità che neanche il sottoscritto riesce a seguire, più evolianamente tendente a vedere in prospettiva un metafisico disfacimento.

E’ un patriota vero, di stampo risorgimentale e il cui unico fine è il bene della Patria, che se potesse riunirebbe all’ Italia non solo Istria e terre iulio-dalmate, ma anche Corsica e Nizza. Ha fatto il militare come parà nella Folgore, sognando di emulare l’eroismo della “missione di pace” in terra somala un tempo nostra.

L’avventura di questo giornale che Valloreja dirige è iniziata letteralmente da Zero mezzi e risorse, se non un artigianale sito internet e qualche pagina sui social: eravamo in due, nei primi mesi, a scrivere articoli mai abborracciati e dilettanteschi, per tre o quattro lettori, al ritmo anche di uno o due al giorno. Una debolezza paradossalmente costituente una forza, laddove né io né lui, in altri ambienti, con idee allineate e non fiutando il becco di un quattrino, mai avremmo così sprecato il nostro tempo libero a scapito di famiglia e svago.

Credo che Lorenzo Valloreja sia il candidato alle prossime elezioni politiche più filorusso (forse più del nostalgico dell’ URSS Marco Rizzo), più antiatlantista e più antieuropeista: ma non per messaggio subliminale o lapsus poi smentito per correttezza politica, ma perché da anni ci mette coraggiosamente la faccia, con la presidenza dell’ Associazione italiani amici della Russia, e tramite almeno cento o duecento articoli su L’ Ortis (intendo solo quelli a sua firma), e soprattutto due volumi, di cui quello del 2017 sarebbe, per i canoni di Enrico Letta o di Carlo Calenda ma ormai anche di Matteo Salvini anche se fortunatamente non ancora penalistici, non so se più da ricovero coatto o da visitina domiciliare degli “organi competenti”. Esso infatti si intitola “ Al di là del pregiudizio. Saggio sul perché l’ Italia per “rinascere” debba tassativamente: Uscire dall’ Unione europea Uscire dall’ Euro Uscire dalla NATO Allearsi alla Russia di Putin.

Più chiaro di così….Anche se la sua attività smentisce clamorosamente lo stereotipo dell’ “utile idiota” generosamente foraggiato dal Cremlino. Infatti anche qui abbiamo un primato che questo candidato al Senato può vantare, vale a dire l’averci sempre e solo rimesso (economicamente parlando) nella sua attività di promozione dei rapporti italo-russi, a fronte dell’ostracismo di politicanti non solo locali che si stimano al centro del mondo, ma di straordinaria provincialità e al centro solo dei loro comitati di affari. A meno che non vogliano indagare anche la spartana agenda di cui l’ambasciata russa suole, o soleva omaggiare italiani reputati vicini o amici.  Se da entrambe (dico entrambe) le parti si fosse realmente capita la nobiltà, l’utilità e la genialità delle sue iniziative culturali, economiche e socio-istituzionali a favore di ponti tra Roma e Mosca, forse, ora, sia l’ Italia che la Russia vivrebbero ore diverse.

Vi prego di votare, e far votare, Italexit. Con o senza Lorenzo Valloreja.

A. Martino

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