OGGI SI ONORA SAN PIO X, PAPA MASSIMAMENTE “SCORRETTO”

Il tre settembre, secondo il Vetus Ordo Missae, si celebra la festa di San Pio X Papa (1835-1914, eletto papa nel 1903).

E nonostante tutto, la Chiesa (post)cattolica continua a onorarlo sugli altari il 21 agosto. Auguri quindi, a ogni Pio.

Egli è considerabile il culmine intellettuale dell’opposizione e confutazione del Modernismo, specie con la sua enciclica Pascendi dominici gregis: “Modernismo” è termine assolutamente generico per indicare, in sostanza, tutta la serie di errori dottrinari filosofici, politici e intellettuali della famosa “cultura occidentale” dall’ Illuminismo fino ad oggi alla luce di una pura dottrina cattolica. Dico proprio oggi anche se la Pascendi è se non erro del 1907, dato che anche gli intellettuali più distanti dalla fede cattolica, riconoscono all’ex Patriarca di Venezia una quasi sovrumana capacità di condensare e “rastrellare” tutta la cultura moderna, oltre a un innegabile profetismo sull’oggi; e molti lo interpretano come un fanatismo, filosofico e teologico quanto ampiamente culturale ma sempre tale, che sarebbe alle basi delle violente “rivolte contro il mondo moderno” rappresentate dai fascismi della prima metà del ventesimo secolo.

Il figlio di una umilissima famiglia di Riese, che andava scalzo fino alla soglia della scuola per risparmiare la suola delle scarpe che usava solo per fare bella figura, impose al clero il giuramento antimodernista, che fu abrogato (guarda un po’) da Giovanni XXIII, anch’egli santo ma di nomina bergogliana e ben più conforme alle odierne tendenze.  

Nonostante l’imbarazzante canonizzazione che si riuscì a fare prima dello tsunami di penetrazione del modernismo stesso nella Chiesa da Giovanni XXIII e dal Concilio in poi, è agevole capire che il suo magistero è stato sostanzialmente cassato e smontato pezzo dopo pezzo, fino all’odierna totale demolizione bergogliana che mi ha portato, con spirito più storico che polemico se non irriverente a parlare di “postcattolicesimo”. Persino papa Francesco, comunque e in verità, lo ha esaltato come padre di tutti i catechisti, per la straordinaria importanza che attribuì a questa funzione delle parrocchie.

Vorrei onorare la sua giornata, con queste due citazioni tratte dalla notevole mole dei suoi documenti di magistero. Possa e voglia benedire egli, gli attuali servitori e amanti, e anche i cercatori, della Verità.   

“…Che questi sacerdoti non si lascino allontanare dalla buona strada, nel labirinto delle opinioni contemporanee, dal miraggio di una falsa democrazia. Che non prendano in prestito dalla retorica dei peggiori nemici della Chiesa e del popolo un linguaggio enfatico, pieno di promesse tanto sonore quanto irrealizzabili. Che siano persuasi che la questione sociale e la scienza sociale non sono nate ieri; che in ogni tempo la Chiesa e lo Stato, in felice accordo, suscitarono a questo scopo organizzazioni feconde; che la Chiesa, che mai tradì la felicità del popolo con alleanze compromettenti, non ha bisogno di liberarsi dal passato, poiché le basta riprendere, con l’ausilio dei veri artefici della restaurazione sociale, gli organismi distrutti dalla Rivoluzione, adattandoli, con lo stesso spirito cristiano che l’ispirò, al nuovo ambiente creato dall’evoluzione materiale della società contemporanea. Infatti i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari né innovatori, ma tradizionalisti….“ Da Acta Apostolicae Sedis, Typis Polyglottis Vaticanis, Romae 1910, vol. 2, p. 631.

„..Il desiderio di pace è certamente un sentimento comune a tutti, e non vi è alcuno che non la invochi ardentemente. La pace, tuttavia, una volta che si rinneghi la Divinità è assurdamente invocata: dove è assente Dio, la giustizia è esiliata; e tolta di mezzo la giustizia, invano si nutre la speranza della pace“ Dall’enciclica E supremi, 4 ottobre 1903.

A. Martino

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