LA POLITICA FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI, TRANNE, LA, DOVE DOVREBBE FARLA, CIOE’ NELLE CONDOTTE, E COSI’ CI SI INTERROGA SOLO SE UNA DETERMINATA PIAZZA SIA PIENA, OPPURE NO, DI SOTENITORI …

Il Candidato al Senato della Repubblica per la lista “Per l’Italia con PAragone – ItalExit”, Lorenzo Valloreja, riguardo le sterili polemiche sorte sul conteggio dei sostenitori scesi in campo per una fazione, piuttosto che un’altra, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Leggere, così come ascoltare, in questi giorni e queste ore, dei miei avversari politici, siano essi di centro-destra, quanto di centro-sinistra, intenti esclusivamente ad azzuffarsi in merito ai numeri dei partecipanti delle rispettive manifestazioni è a dir poco deprimente e fa venire non solo il latte alle ginocchia, ma anche da qualche altra parte … Il tema del lavoro e della desertificazione industriale, ad esempio, come da me tra l’altro sottolineato giorni fa, dovrebbe essere l’argomento su cui confrontarsi e, perché no? Anche accapigliarsi!

Ma cosa volete che importi al cittadino comune se una piazza è vuota o piena quando ad essere vuoti, ben presto, saranno tutti gli opifici abruzzesi e con essi le tasche degli operai disoccupati???

Così come sarebbe interessante sapere cosa intendono fare i vari candidati abruzzesi, qualora venissero eletti in Parlamento, in merito al problema della gestione delle acque.

Infatti, l’Abruzzo, per chi non lo sapesse, pur essendo ricca di acqua, grazie alla presenza delle nostre bellissime montagne, è tra le prime regioni in Italia per la dispersione idrica a causa della sua vecchia rete di distribuzione e di una mancata manutenzione/sostituzione adeguata delle proprie condutture.

Si pensi che, secondo l’ISTAT, i comuni capoluogo di provincia della Regione Abruzzo sono ai primi posti in Italia per dispersione idrica.

Nel 2020 la città di Chieti è risultata essere il comune capoluogo con la più alta dispersione: per ogni 100 litri immessi nella rete di distribuzione, quasi 72 litri non sono arrivati nelle case. Nella città di Pescara la dispersione idrica risulta essere pari al 58,9% , mentre nel Comune de L’Aquila si attesta intorno al 51%.

L’unico capoluogo abruzzese sotto la media italiana è Teramo, dove la dispersione idrica è solo del 28,9%

Ma se questa è la condizione nei grandi centri non è migliore la situazione nelle località minori.

In provincia di Chieti, ad esempio, in molti comuni, l’acqua è mancata anche d’inverno: Vasto, Gissi, Scerni, Atessa, Casalbordino, Torino di Sangro, Altino, Archi, Mozzagrogna, Santa Maria Imbaro, San Vito Chietino e Lanciano.

In Provincia di Pescara, giusto un mese fa, l’ACA, l’azienda che si occupa della gestione dell’acqua proprio in quel dato territorio, ha inviato ai sindaci dei comuni di: Abbateggio, Alanno, Bolognano,Caramanico Terme, Catignano, Civitaquana, Cugnoli, Lettomanoppello, Manoppello, Nocciano, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Scafa, Serramonacesca, Turrivalignani, un informativa con cui è stata vietata per alcuni giorni, previa ebollizione, l’utilizzo, a misura precauzionale, dell’acqua potabile.

Ciò è avvenuto dopo che i prelievi alla sorgente “La Morgia” avevano dato un esito non conforme, analisi, queste ultime che, però, dopo qualche giorno, sono rientrate nella normalità consentendo nuovamente l’utilizzo del prezioso liquido.

Sta di fatto che questo clima d’incertezza non fa bene non solo alle nostre tasche, ma anche e soprattutto all’ambiente.

In Italia, ad esempio, il 30% circa della popolazione, sul 60% del totale, dice di acquistare l’acqua minerale in bottiglia perché “non ritiene sicura” quella che sgorga dai rubinetti di casa.

Il consumo pro capite di acqua minerale ha raggiunto quindi nel nostro Paese nel 2015 i  203 litri/anno a persona: un primato assoluto in Europa che rappresenta la terza posizione nel mondo dopo Arabia Saudita e Messico.

Si tratta dunque, di un comportamento che, oltre ad essere dispendioso (il costo di una bottiglia di acqua è per il  10% contenuto e per il 90% imballaggio), dal punto di vista ambientale è destinato ad aumentare la produzione di rifiuti di plastica e vetro e le emissioni determinate dai trasporti.

Ecco perché, qualora venissi eletto al Senato, il mio impegno prioritario si rivolgerebbe all’emergenza idrica del nostro Paese e dell’Abruzzo in particolare.

Una serie di grandi opere pubbliche per costruire nuovi invasi e rinnovare completamente le condotte creerebbe anche miglia di nuovi posti di lavoro.

Infatti il Paese ha talmente bisogno di queste opere che i cantieri necessari per ammodernare tutta la linea impiegherebbero decine di anni prime di terminare il proprio compito”.

A. Martino

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