ESSERE O NON ESSERE IN EUROPA E NELLA NATO … SARÀ LO SGARBO DI MACRON A FARCELO COMPRENDERE?

Questa mattina il Presidente dell’Associazione degli Italiani Amici della Russia, Lorenzo Valloreja, ha inviato una lettera tramite PEC al neo Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con la quale si è complimentata per aver superato brillantemente la prova del voto di fiducia al proprio Esecutivo, sia alla Camera che al Senato. Ma, al di là di questi convenevoli, la missiva è stata inviata per fare il punto della situazione circa l’esclusione dell’Italia dal Processo di Pace che, in questi giorni e in queste ore, la Francia di Macron sta cercando d’intentare, dietro il placet di Mosca, con l’ausilio del Vaticano e degli Stati Uniti.

A tal riguardo il Presidente Valloreja ha detto: << Questa iniziativa, infatti, al netto della ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto in atto in Ucraina, è una vera e propria mazzata nei confronti del nostro Paese. Difatti, l’Italia, nella persona del ex Premier Mario Draghi, ha sottoscritto con la Francia di Macron, il 26 novembre 2021, il cosiddetto “Trattato del Quirinale” con il quale i due Paesi, per lo meno sulla carta, si sono impegnati a coordinare le loro iniziative per ciò che concerne la politica estera. Ora, se ciò è vero, perché mai il nostro Paese non è contemplato in questo formato proposto da Macron? Che senso ha la sua visita del 23 ottobre scorso se poi ci viene fatto uno sgarbo simile?  Questa situazione è ancor più grave se pensiamo che, il nostro atlantismo di ferro, senza se e senza ma, fin qui perpetrato dagli ultimi Governi, ha fatto si che il ruolo che aveva un tempo il nostro Paese nel Mediterraneo venisse completamente assorbito dalla Turchia di Erdogan, altra Nazione membro della NATO, ma non per questo cieca e sorda alle evidenze della realpolitik. Con questa crisi energetica, se il buon Enrico Mattei – di cui ieri abbiamo celebrato il sessantesimo della scomparsa – fosse ancora qui con noi, e rivestisse il ruolo della Meloni, sono certo che avrebbe chiesto al Presidente Francese, in maniera piuttosto pressante, di poter sedere a questo tavolo, perché l’Italia non è seconda a nessuno e men che meno alla Francia. D’altronde noi lo sappiamo molto bene e non a caso, dal 23 febbraio 2022, la nostra Associazione si è rivolta ben 4 volte al Presidente Putin, al Presidente Biden, al Santo Padre ed al Premier italiano di turno affinché si tenesse in Italia – e precisamente ad Ortona (CH), città, quest’ultima, considerata, da tutti gli storiografi della Seconda Guerra Mondiale, la Stalingrado d’Italia e che conserva, nella cripta della propria cattedrale, le Sante Ossa dell’Apostolo Tommaso, uno dei 12 discepoli di Gesù, tanto caro sia ai cattolici quanto agli ortodossi – una conferenza di pace supervisionata da Papa Francesco, e, tutte e 4 queste missive il Cremlino ci ha sempre risposto positivamente. Dunque, ora spetta solo a Giorgia Meloni decidere se compiere o meno quel gesto che nessuno si aspetta in questa fase storica, cioè l’abbandono della difesa ad oltranza delle ragioni di Kiev attraverso le armi in favore del dialogo e di una certa neutralità >>.

A. Martino

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