SPERIAMO CHE IL 2023 FACCIA CADERE IL PROSCIUTTO DAGLI OCCHI DI MOLTI ITALIANI

Con l’arrivo dell’anno nuovo, come nella migliore delle tradizioni italiche, ognuno di noi fa l’elenco delle buone intenzioni, dei propositi, dei desideri.

Anch’io li ho fatti e, conscio di ciò che è accaduto ed ho letto sui giornali nell’anno appena trascorso, mi sono ripromesso, di far si che, per il futuro, quel “cancro culturale” chiamato “antifascismo” o, meglio, antifascismo di maniera, in quanto, esso, vera e propria ideologia del nulla, sparisca definitivamente dalla terra per il bene supremo della Patria e dell’intera umanità.

D’altronde come può sopportare un essere, di media cultura, civile e senziente, come il sottoscritto, tutto il bailamme sollevato per la notizia che Enrico Mattei, prima di essere stato uno dei Comandanti del Corpo Volontari della Libertà, sia stato anche un fascista?

Grazie al C….o! mi verrebbe da dire … proprio la scoperta dell’acqua calda!

In un Paese in cui, tra il 1929 e il 1938, il 99,9% della popolazione italiana fu fascista, ebrei compresi, come poteva un industriale di grido e di successo come il ragionier Enrico Mattei, che, ricordiamolo, nel 1940 aveva 34 anni, non essere richiamato alle armi quale ufficiale di complemento, quando mio nonno paterno, pur avendo 27 anni d’età, una moglie e due fratelli al fronte, fu richiamato, tra le file della “Divisione Murge”, in qualità di soldato semplice, ad occupare l’ex Yugoslavia?

Semplice! Perché non solo aveva la tessera di partito ma aveva anche amicizie influenti all’interno dello stessa organizzazione.

D’altronde, come avrebbe potuto Mattei essere fornitore ufficiale di vernici per il Regio Esercito Italiano, se non avesse avuto prima delle attinenze adeguate?

E se così fosse, cosa ci sarebbe di male, cosa cambierebbe?

Nulla!

In fondo è la così che va la vita ed il mondo …

Come lui, tanti altri si ricollocarono, e con molto meno clamore.

Tra di essi non possiamo non citare, ad esempio, uomini dello spessore di: Piero Calamandrei; Amintore Fanfani; Vittorio Emanuele Orlando; Fernando Tambroni, così giusto per citarne alcuni, in quanto la lista sarebbe veramente interminabile.

Ma con questo cosa voglio dire?

Semplice, che se poi il diavolo non è così brutto come lo si dipinge, figuriamoci il fascismo.

In politica non esiste “il Male Assoluto”, essa è solo una categorizzazione filosofica, e la politica, in quanto arte del possibile, deve essere fatta da persone indubbiamente capaci, non da persone indiscutibilmente incapaci ma antifasciste.

In un modo che va a rotoli, con crisi economiche, migrazioni colossali, guerre, emergenze sanitarie, noi, piccoli provinciali, dannatamente accecati dall’Unione Europea, ci stiamo ancora scannando, nel 2023 se uno ha o non ha, a casa, il calendario del Duce, piuttosto di Che Guevara, di Padre Pio o della “Strappona” di turno”?

Ma stiamo scherzando o facciamo sul serio?

Ma veramente se il Presidente del Senato ed il Sottosegretario alla Difesa, nel giorno dell’anniversario della fondazione del Movimento Sociale Italiano, vogliono ricordare il loro partito d’origine, c’è chi, in questo Paese, perde tempo a gridare allo scandalo e chiede le dimissioni di entrambi?

Ma veramente questi “scienziati” della politica credono che l’MSI – DN, il partito che fu di Almirante e Michelini, sia  stato un partito eversivo e fascista?

A parte il fatto che costoro non sanno, o fanno finta di non sapere, che durante redazione della Costituzione ci fu anche un missino, cioè il Barone Guido Russo Perez; poi non comprendono, in maniera piuttosto grave, che ci fu la famosa “Amnistia Togliatti” con la quale, già nel giugno del 1946, tutti gli italiani che, in precedenza, avevano collaborato con la Repubblica Sociale erano stati reintegrati a pieno titolo nella vita sociale e politica di questa Nazione; ed infine vogliono dimenticare che, dalle comunali di Roma del 1947, l’MSI si è presentato ad ogni competizione elettorale, sia locale che politica, fino al suo definitivo scioglimento avvenuto nel 1995, collaborando così attivamente alla gestione democratica del nostro Paese.

Ergo, a quali valori si appellano coloro i quali vogliono screditare persone come me che non provano vergogna per il loro passato politico???

Sono convinto solo di una cosa, che se Enrico Mattei fosse ancora vivo prenderebbe letteralmente a schiaffi certi ciarlatani dell’agone parlamentare.

Personalmente, che Enrico Mattei sia stato fascista, o che sia veramente, quello che ha voluto la condanna a morte di Mussolini poco interessa.

Per me Mattei vale e resterà per sempre nel mio Panteon ideale, semplicemente perché quando la CIA scriveva, nel 1961, che: << L’Ente nazionale italiano degli idrocarburi, guidato da Enrico Mattei, è diventato uno Stato nello Stato … ed il monopolio che esercita nel settore petrolifero probabilmente continuerà a provocare frizioni fra Italia e Stati Uniti a causa degli investimenti nel mondo arabo e i crescenti scambi con l’Unione Sovietica >> è più che sufficiente per portargli rispetto e tributargli onori.

Questa è la gente che reputo capace, questi sono gli uomini che amo …

Il resto sono solo chiacchiere e distintivo!

Lorenzo Valloreja

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