LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ON. GIORGIA MELONI RIGUARDO IL NUOVO IMPIANTO TERNA IN PROVINCIA DI PESCARA

Eccellentissimo Signor Presidente del Consiglio,

Sono, Lorenzo Valloreja, un cittadino italiano residente nel Comune di Cepagatti (PE) che, tra gli anni 2009 e 2013, si è battuto in maniera civile e con tutte le proprie forze, contro la realizzazione dell’interconnessione ad alta tensione “(HVDC) Tivat (Montenegro) – Pescara (Italia) – Cepagatti (PE)”, attraverso il comitato da me fondato e presieduto, denominato “NESSUNO TOCCHI IL NOSTRO FUTURO”.

Ebbene, Signor Presidente, quella lotta, di cui non rinnego l’attuazione, si ebbe perché ero cosciente, come lo sono oggi, dell’”ingiustizia” e della “violenza” che una simile opera stava perpetrando verso i nostri territori e la mia gente.

Eccellenza, forse certi termini Le potranno sembrare fuori luogo o esagerati, ma Le posso garantire che simili parole non provengono da un cieco ambientalismo quanto dal più profondo concetto di “Amor di Patria”, cioè dall’amore per la terra dei padri e dal senso di appartenenza a questa comunità.

Concetti, questi ultimi, che Lei dovrebbe ben conoscere, in quanto più volte richiamati nei suoi discorsi,  non fosse altro che Ella, come me, ha condiviso, in gioventù, il medesimo sostrato politico/culturale, cioè l’appartenenza e la militanza, in organizzazioni quali il Fronte della Gioventù ed il Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale.

Ritengo pertanto, Signor Presidente, di non esagerare quando uso i termini “violenza” ed “ingiustizia” in riferimento al fatto che la TERNA Spacostruendo in località Piano Marino, contrada del Comune di Cepagatti (PE), n°3 stazioni di trasformazione elettrica ravvicinate, il cui ingombro, complessivamente, è pari a circa 30 ettari di terreno, – stia compiendo, con la complicità dei ministeri competenti, delle autorità preposte e dello Stato Italiano, un atto fortemente contrario alla volontà e agli interessi dei cittadini ivi residenti.

Non starò qui a tediarLa riguardo le ricadute negative, sia in ambito ambientale che salutare, per i cittadini che abitano nelle vicinanze di questi impianti perché entreremmo in un ginepraio  dove gli esperti dicono tutto ed il contrario di tutto. Tuttavia, mi permetto di ricordarLe che tali centrali una volta ricevuta la corrente continua dalla stazione fornitrice, la trasformano in alternata, e da qui, la distribuiscono attraverso i tralicci ad alta tensione, in sopraelevata, a tutto il resto del territorio nazionale e, questi “fili”, in alcuni casi, passano anche nelle vicinanze o addirittura sopra, capannoni e singole case, nelle quali non è più possibile lavorare o vivere per più di 4 ore al giorno … e questo giusto per accennare alla salubrità di simili elettrodotti.

Ma detto questo, il mio dissenso, in questa occasione, vuole concentrarsi su di un dato certo ed incontrovertibile: il danno economico alle singole proprietà immobiliari.

Tali impianti, infatti, insistono, non su territori disabitati, ma, su zone demograficamente popolose dove gli uomini e le donne di queste zone hanno realizzato le proprie abitazioni ed i propri opifici, con grandissimi sacrifici.

Nessuno di questi cittadini, infatti, è un Torlonia o un ricco ereditiero.

Al contrario, la maggioranza di loro sono figli di mezzadri e di braccianti, gente che è emigrata in Belgio, piuttosto che in Australia o Canada, oppure in Germania e che li, svolgendo i lavori più umili e risparmiando su tutto, è riuscita a mettersi da parte un gruzzoletto per costruirsi in Patria una casa, una villetta o aprirsi un’attività.

Ora, se teniamo conto del fatto che la presenza di una centrale elettrica nelle vicinanze di un qualsiasi immobile, così come quella di un traliccio dell’alta tensione, non aumenta il valore di una casa o di una attività commeciale, ma, semmai la deprezza notevolmente, è pacifico e ragionevole comprendere il danno che costoro subiscono.

La Terna poi, qualora acquisisce i terreni o indennizza sia i proprietari che gli enti per i disagi subiti, lo fa elargendo cifre a dir poco ridicole.

Pertanto Signor Primo Ministro con la presente Le vengo a chiedere un suo personale intervento affinché siano garantite le sopraindicate garanzie alla popolazione di Cepagatti (PE) e in particolar modo agli abitanti ed i proprietari di Contrada Piano Marino:

  1. La Terna deve impegnarsi ad acquistare, nel raggio di 1 km, dalle soprafette stazioni presenti in Località Piano Marino, tutte le abitazioni, i terreni, gli opifici, di coloro i quali vorranno andare via e tale acquisto dovrà avvenire, necessariamente, dietro compenso del valore di mercato dell’immobile pre costruzione delle sopraddetti centrali;
  2. La Terna deve impegnarsi, attraverso un accordo con gli operatori di rete a fornire e garantire corrente elettrica gratis a tutti i cittadini e le attività che risiedono nel Comune di Cepagatti;
  3. La  Terna deve impegnarsi a compensare, in tutta Italia, i proprietari degli immobili che sono sottoposti da servitù da elettrodotto in quanto, tale servitù, ad oggi, di fatto, è un esproprio mascherato in quanto nelle pertinenze di tale servitù, attualmente, non è possibile realizzare nulla.

Ella, Signor Presidente, nel suo discorso alla Camera dello scorso mese di ottobre ha dichiarato che il motto del Suo Esecutivo sarebbe stato: << non disturbare chi vuole fare >>, ebbene, lo stesso incipit deve valere anche per i singoli privati e per le piccole attività, non solo per i grandi gruppi come TERNA: Il risparmiatore, l’agricoltore, l’artigiano, il pensionato, devono poter far valere il proprio diritto a difendere i propri risparmi ed i propri investimenti.

Chiaramente se il nostro Paese continuerà a perseguire le vecchie logiche per le quali “grande è buono, piccolo è inutile”  le categorie pocanzi citate non saranno mai tutelate.

Conosciamo l’Interesse Nazionale e comprendiamo l’utilità della corrente elettrica, ma la comunità di Piano Marino ed il Comune di Cepagatti, non possono farsi carico, da sole, dell’intera problematica degli approvvigionamenti energetici dell’Italia.

La mia famiglia vive in Abruzzo e nei territori circostanti il Comune di Cepagatti da più di 600 anni, e anche le famiglie che io conosco sono qui da prima dell’unità d’Italia, da molto prima che nascesse la TERNA ed è francamente intollerabile che un’entità, nata dopo di noi, venga qui, in casa nostra, senza chiedere permesso, e ci voglia dettare l’agenda della nostra vita.

È in virtù di tutto questo che La invito ad intervenire per porre in essere tutte quelle iniziative atte a riportare la “giustizia”, l’equità sociale, ed il rispetto della proprietà privata e collettiva.

Cordialmente.

Lorenzo Valloreja

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