IL TERREBILE TERREMOTO DEL 6 FEBBRAIO CI HA SIACEVOLMENTE MOSTRATO TERREMOTATI DI SERIE A (TURCHIA) E TERREMOTATI DI SERIE B (SIRIA)

Anche nella disgrazia del terremoto la Turchia di Erdogan conferma di essere il vero ombelico del mondo tant’è che, a sorpresa, è arrivato immediatamente anche il sostegno da parte di quei Paesi da cui, chi per impegni ben più gravosi, chi per diatribe diplomatiche, proprio non ci aspettava una mano.

È il caso, ad esempio, dell’Ucraina che attraverso l’onnipresente Presidente Zelensky ha fatto sapere di essere “al fianco del popolo turco in questo momento difficile” ed ha aggiunto anche di essere pronto “a fornire l’assistenza necessaria per superare le conseguenze del disastro”. Poi come sia possibile che un Paese stremato dalla guerra come l’Ucraina e sottoposto ad una serie di indagini per corruzione, possa offrire assistenza alla Turchia è un mistero, ma, è risaputo che, in queste ore, conta più l’esserci che il fare.

Altro Paese che ha stupito Ankara è sen’altro la Svezia, la quale, sembra, con la propria disponibilità, volersi gettare alle spalle il veto della Turchia per la propria entrata nella NATO.

Non stupisce affatto invece l’intervento degli Stati Uniti decisi più che mai, grazie a questa disgrazia,  a voler rinsaldare i rapporti con la spregiudicata Turchia che, piaccia o non piaccia, è ancora determinante nei disegni di Washington per il contenimento della Russia e dell’Iran in quella zona del mondo.

Allo stesso modo era scontato l’intervento della Russia che, grazie alla Guerra in Ucraina ha rafforzato notevolmente i rapporti diplomatici e commerciali con l’ex Impero della Sublime Porta.

Erdogan, infatti, ultimamente, non si è limitato al solo ruolo di mediatore ma sta fornendo a Mosca prodotti chimici, microchip e altri materiali che possono essere utili nello sforzo bellico.

A tal riguardo Biden, settimane fa, non ha mancato di far sapere ad Ankara che sarebbe stato pronto a far punire le aziende e le banche turche che contravvengono alle sanzioni, oltre che minacciare, queste ultime, di preclusione ai mercati del G7, ma “Parigi val bene una messa” e, con questa scusa del terremoto, la Casa Bianca sarebbe disponibile a chiudere anche l’altro occhio pur di impedire il matrimonio, ormai scontato, tra la Turchia di Erdogan e la Russia di Putin.

Russia che, per lo meno, fino a questo momento, sembra essere l’unico Paese disponibile ad aiutare l’altro protagonista di questa triste vicenda, la Siria degli Assad, antico e fidato alleato di Mosca.

Speriamo, dunque, che la cosiddetta comunità internazionale voglia aiutare Damasco revocando, una volta per tutte, le ingiuste sanzioni che su di lei ancora pendono.

Lorenzo Valloreja

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