BOTTE FUORI DAL LICEO MICHELANGIOLO DI FIRENZE: DA RAGAZZATA A CASO POLITICO NAZIONALE, OVVERO QUANDO IL SISTEMA NON SA PIÙ COME DISTRARRE L’OPINIONE PUBBLICA

Quando Carlo Collodi, sul finire del XIX secolo, scrisse “Pinocchio”, l’Italia non era certamente quella di oggi, ma il sistema valoriale del sistema doveva essere più o meno lo stesso.

D’altronde se non fosse stato così non si capisce il perché, ad oggi, le élite si ostinino a trattare gli italiani come delle marionette.

Lo abbiamo visto pochi giorni fa, a Firenze, davanti il Liceo Michelangiolo, dove una semplice zuffa tra studenti di destra e di sinistra è passata sulla stragrande maggioranza dei giornali come un raid squadrista.

Sono intervenuti con i propri commenti il Sindaco di Firenze, il Governatore della Regione Toscana, l’ANPI, i parlamentari del PD e chi ne ha più ne metta; e tutto per pareggiare i conti con il pericolo anarchico sollevato a destra o evocato, se si preferisce, da Fratelli d’Italia.

Quindi, ricapitolando, il Paese va a rotoli, economicamente e demograficamente (le previsioni degli analisti infatti danno l’Italia intorno ai 20 milion di abitanti del 2070), ed il problema sono i fascisti da una parte e gli anarchici dall’altra?

Ma ci hanno presi veramente per scemi???

Ma credono veramente che 2mila anni di storia non ci abbiano insegnato nulla?

Siamo in presenza del più classico “dividi et impera”!

Si usano le estreme per distrarre l’opinione pubblica così poi i detentori del potere fanno quello che vogliono nel più totale anonimato.

Ma a tal riguardo, cari signori, vi do una notizia: la pacchia è finita!

Ma no per come la intende la Meloni, quanto per come la intendiamo noi.

Oggi, infatti, fortunatamente, esiste il fenomeno “rossobrunismo”, cioè l’unione delle estreme, qualunque esse siano, in chiave antisistema.

Ora ciò che frena l’ascesa in Italia di questo fenomeno è senz’altro la presenza, tra la popolazione civile, di un’enorme fascia di ultrasessantenni. In loro, mentalmente, a causo del loro bagaglio esperienziale, persiste ancora la dicotomia destra-sinistra, poi, essendo il punto di partenza della cosiddetta terza età, sono più timorosi, paurosi, accettano con difficoltà i cambiamenti e gli stravolgimenti. Quindi, in altre parole, tendono ad essere più propensi alla moderazione ed alla pace sociale.

Tuttavia, la delicatissima situazione economica che stiamo attraversando potrebbe innescare anche in loro la perdita di fiducia verso le Istituzioni con la conseguente accettazione di nuovi assetti politico/ideologici.

Fanno dunque ridere le osservazioni di coloro i quali sottolineano come i ragazzi di Azione Studentesca che stavano volantinando davanti al Liceo Michelangiolo lo stessero facendo senza nessuna autorizzazione, contravvenendo così all’art. 18 del Tulps, quando per “secoli”, dico tutte, ma proprio tutte, le organizzazioni politiche giovanili, ivi compresa Comunione e Liberazione, lo hanno fatto nelle scuole e nelle università senza uno straccio di autorizzazione. Solo per i cortei veniva data comunicazione alla Questura.

In tal caso, tutti coloro che hanno fatto politica, me compreso, siamo colpevoli!

Siamo colpevoli per esserci avvalsi dell’Art. 21 della Costituzione …

Quindi tornando a “bomba” su ciò che è accaduto a Firenze, quelli di Azione Studentesca che stavano volantinando, secondo noi, lo stavano facendo nel pieno del loro diritto, così come sarebbero stati nel loro diritto i ragazzi di Socialismo Rivoluzionario piuttosto che quelli di Sinistra Giovanile e via discorrendo.

È il tentare di impedire agli altri di manifestare il proprio pensiero che è profondamente antidemocratico, non il contrario.

Personalmente ho organizzato centinaia di manifestazioni e non mi sono mai trovato nella condizioni né di dare fastidio agli altri né di alzare le mani.

Io ho militato nel Fronte della Gioventù, sono un sovranista, antieuropeista e filorusso, conosco tutti i politici della mia Regione e quando li vedo manifestare, anche contro le mie idee, se li incontro li vado a salutarli, scambio con loro due parole amichevoli, ma mai e poi mai ci siamo sentiti in dovere di arrecare disturbo o danno l’uno all’altro.

Quando ero più giovane, tra noi del FdG ed i Comunisti potevano partire degli sfottò, dei cori, ma finiva lì, e se tra delle mie conoscenze sono volati degli schiaffi reciproci la questione era più legata a delle problematiche personali che politiche.

Chi negli anni 70 e 80 ha sparato, da una parte come dall’altra, era un criminale asservito al sistema, c’è poco da aggiungere.

Oggi la società, ahimè, ha perso i propri riti di transizione, è compressa da leggi e leggine e si è incattivita.

Non si può, al di là di come la si pensi, montare un casino per due schiaffi ed un calcio se non vi sono delle lesioni gravi.

In questo la legge andrebbe riformata.

In altri termini, se uno mi tira un ceffone, per mia difesa personale, io dovrei essere reso libero di ritirarglielo, legalmente, senza passare guaio alcuno.

Si badi bene, ciò non significa che io posso sparagli, ammazzarlo o massacrarlo di botte, ma semplicemente rendergli pan per focaccia senza per questo intasare la giustizia civile.

Ma vi sembra normale, ad esempio, che dobbiamo assistere a giornalisti che vengono picchiati da spacciatori e criminali perché svolgono il loro lavoro d’inchiesta senza che questi possano mai apporre una qualche difesa perché senno passerebbero dalla parte del torto?

Quante volte abbiamo visto nei TG nazionali dei gazebo, di varie forze politiche, messi a soqquadro da coloro i quali erano contro quella manifestazione e con magari anche dei feriti che non avevano opposto nessuna resistenza agli assalitori?

E perché accade ciò?

Per esaltare la narrazione vittimistica?

Forse per non essere passibili a livello legale?

Molto probabilmente per entrambi i motivi, fatto sta che la frustrazione di chi subisce l’atto non viene rinfrancata né dalle forze dell’ordine, né dalla giustizia.

Bisognerebbe dunque, a nostro odo di vedere, tornare a quote più normali, al buon senso di un tempo, per concentrarsi sui veri problemi e non su queste risibili dinamiche.

Vi sembra normale che negli stadi non si possano più tirare fuori i classici sfottò che tanto faceva folclore e campanilismo.

Un “forza Vesuvio!” o “c’avete solo la nebbia” non hanno mai ammazzato nessuno, eppure, siamo convinti, sono serviti a tanti per scaricare le proprie frustrazioni.

Non è che ripulendo il linguaggio, o impendendo il libero pensiero, le persone migliorano, anzi! si incattiviscono solo …

Speriamo a questo punto, data la cecità dei nostri leader, che questi loro errori possano contribuire ad un cambio radicale della nostra società che, prima arriverà e meglio sarà per tutti.

Lorenzo Valloreja

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