IL MESSINA DENARO-PENSIERO. APPARENTEMENTE INCREDIBILE, MA NON TANTO….

Nella montagna di “pizzini” scambiati tra Matteo Messina Denaro e sua sorella, cassiera-contabile e braccio destro (sembra che questa non abbia obbedito all’ordine di distruggerli dopo la lettura), spiccano delle considerazioni che delineano un vero e proprio, a modo suo, pensiero politico e non solo. Esso è certamente e quanto si vuole, su deboli basi razionali e improponibile in una reale prassi politica, però incuriosisce e colpisce: di solito, a partire da Totò Riina, i vari padrini e boss di Cosa Nostra sono stati sempre personaggi grezzi e ignoranti, il loro italiano sui soliti pizzini approssimativo e dialettale, su argomenti molto pragmatici e contingenti denotanti orizzonti mentali puramente, semplicemente ed esclusivamente criminali con digressioni su affetti familiari.

Matteo Messina Denaro pare invece avvicinarsi allo stampo del mitico Michael Corleone con i suoi rovelli interiori, interpretato da Al Pacino nel trittico cinematografico de Il Padrino. Certo, non sembra che ne abbia la statura scespiriana.

A proposito de Il Padrino: nelle dimore clandestine del boss sono stati rinvenuti non solo poster ispirati a Marlon Brando-don Vito ma anche diversi magneti (sì, quelli da superficie metallica tipo frigorifero) e la stampa main stream si è ridicolmente affannata a considerarli chiaro indizio di una mente bacata e crudele. Ebbene, oggi non so, ma quattro anni fa (l’ultima volta in cui ho messo piede nella stupenda Sicilia) ogni negozio o negozietto in un rifugio sull’Etna o a Taormina, li vendeva tranquillamente come souvenir.

E a proposito di poster: si sa anche dell’altro elemento di (mal) pensiero dissidente in salsa pop rappresentato dall’ulteriore poster nei rifugi del superlatitante, questa volta del Joker, sovrastante il suo paranoico motto “per ogni cosa vi è una soluzione: se non la trovi spacca tutto”.  

Ancora indizi di “pensiero forte” (ci vuole ben poco per apparire tale agli occhi del liquido ed esangue Pensiero Unico): libri di autori non specificati su Adolf Hitler e Vladimir Putin. Vuoi vedere che uno di essi è quello (poco demonizzante per gli attuali canoni) scritto sul cosiddetto zar dal futuro ministro Sangiuliano?

Un pezzo davvero interessante e inopinato di Messina Denaro-pensiero sono le sue strane riflessioni sul rapporto tra lo stato italiano e la Sicilia: sembra di essere rimasti, al massimo, agli anni Cinquanta o Sessanta; e che efferati delitti come le stragi di Capaci o di Via D’Amelio, o il massacro del generale Dalla chiesa con moglie e agente di scorta per dirne tre particolarmente clamorosi fra altri cento, siano invenzioni giornalistiche o atti di autodifesa. Per non parlare di bambini strangolati e disciolti nell’acido.

Ecco cosa ha scritto: “ Essere incriminati di mafiosità, arrivati a questo punto lo ritengo un onore. Siamo stati perseguitati come fossimo canaglie. Trattati come se non fossimo della razza umana. Siamo diventati un’etnia da cancellare. Eppure, siamo figli di questa terra di Sicilia, stanchi di essere sopraffatti da uno stato prima piemontese e poi romano che non riconosciamo. Siamo siciliani e tali volevamo restare”. O ancora: “ Hanno costruito una grande bugia per il popolo. Noi il male. Loro il bene. Hanno affossato la nostra terra con questa bugia….”. Ed ecco fuori l’orgoglio mafioso classico: “ Si entra a far parte di una comunità che dimostra di non lasciar passare l’insulto, l’infamia, l’oppressione, la violenza. Questo siamo e un giorno sono convinto che tutto ci sarà riconosciuto e la storia ci restituirà quel che ci ha tolto la vita”.

Pare che Messina Denaro, nel suo incredibile vittimismo storico, dimentichi che qualunque stato decente, prima o poi e magari più poi che prima, deve pur sempre affrontare la criminalità organizzata. I suoi predecessori preunitari avevano d’altro di che lamentarsi anche avverso lo “stato napoletano”. Sicuramente, avrebbe voluto la Sicilia “stato canaglia” per eccellenza, con un governo emanazione diretta delle cosche.

Più umanamente condivisibili le sue affermazioni su Morte (vagamente foscoliane) e Destino. “ Ma  comunque un essere umano muore veramente quando viene dimenticato e io credo che non lo sarò mai (ci può giurare, ndr). Le persone che ho amato, i miei affetti,  non si dimenticheranno mai di me. Ho conosciuto tante persone coraggiose con le pecore e pecore con le persone coraggiose. Ho sempre disprezzato questo modo di vivere, che schifo……..”.” Ho sempre pensato sarebbe bene sapere quando è la mia ultima notte sulla terra piuttosto che venire investito o qualcosa del genere. La vita è più complessa di una promessa”.

La vita è più complessa di una promessa”: che vuole dire?

A. Martino  

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